Dal Rugby Championship alle Accademie, in viaggio col Tinello

Tantissimi gli argomenti affrontati da Vittorio Munari: si parte dall’emisfero sud ma si arriva lontano

COMMENTI DEI LETTORI
  1. gsp 17 Ottobre 2012, 15:15

    In una nazione dove le regole non si rispettano per anni, una obiezione del tipo ‘non le hai rispettate per 17 anni perche’ oggi?’ ti fa davvero cadere le braccia. davvero non ci siamo.

    pero’ una spiegazione ai limiti del possibile ce l’ho, ed e’ solo una sensazione. la FIR poteva attuare questa direttiva oggi, o tra 3 mesi (pero’ se la faceva tra un anno si sarebbe detto, ‘dilettanti, perche’ non farlo prima delle elezioni del civ” se l’avesse fatto tra 3 si sarebbe detto ‘cialtroni, volete spezzare le reni al veneto’).

    avendo sniffato l’idea del tentativo di balcanizzazione del movimento, incluse no-fly zones venete, la FIr ha deciso di applicare la direttiva oggi, e facendolo ha anche un appoggio giuridico e quindi legittimo. spero che la mia lettura sia sbagliata perche’ altrimenti vuol dire che io addirittura sottovaluto la paraculaggine degli uni e la dabbenaggine degli altri.

    un conto e’ il ruolo necessario di imporre e richiedere e trasparenza dell’opposizione. e’ diverso il tentativo di deragliare ogni decisione. le elezioni si sono fatte. se ne riparla tra 4 anni.

    @paolo, hai fatto bene a sottolineare che il problema degli allenatori vale anche per i club. a sentire Munari sembra che lascia fare i club e tutto si sistema. che oggettivamente non e’ vero. qual’e’ stata l’ultima apertura che la Benetton ha creato, prima e dopo l’accademia? (figurarsi gli altri) quindi non e’ solo la perferia ma anche il centro che ha bisogno di direttive tecniche precise.

    detto questo, e’ vero che se il (non)criterio di selezione degli allenatori rimane lo stesso, allora non cambiera’ nulla e rimane uno spreco di soldi.

    ultima domanda. la FIR ha imposto troncon con un ruolo molto piu’ importante ed ingombrante di quello che aveva Guidi agli Aironi. qual’e’ l’ultimo allenatore italiano che ha preso Munari (a parte se stesso)?

    Bello sentirlo sul resto, ma la politica gli fa male.

    • mezeena10 18 Ottobre 2012, 15:38

      non dice proprio cosi gsp..dice come mai se ne son ricordati proprio ora???

  2. mistral 17 Ottobre 2012, 15:52

    intervento come sempre stimolante, che dividerà le opinioni, ma comunque con idee chiare ed espresse in modo comprensibile, tutt’altro che politico nel senso inteso comunemente… sulla didattica però ho un grande inquietante dubbio: se non si riesce, in italia, ad avere una classe docente debitamente formata e preparata ad insegnare nelle scuole (pubbliche e private) dalla media inferiore in su, ma solo grandi numeri di precari messi in regola dopo decenni di (dubbia) carriera ed entrati nella scuola senza alcun merito ne’ preparazione, quali chances ci sono di realizzare una formazione qualificata di tecnbici/allenatori da parte di una struttura partecipata-statale votata al mantenimento dello status-quo (leggi mediocrità) permanente?…

    • Hullalla 17 Ottobre 2012, 18:29

      Non mettiamola troppo sl politico: semplicemente le societa’ (in maggioranza) non mettono i soldi nei settori giovanili e pagare “in modo appropriato” un allenatore preparato di minirugby non viene nemmeno preso in considerazione, per cui, essendo tutto lasciato alla buona volonta’ di allenatori-volontari, e’ il caso di ringraziarli e non di incolparli di essere degli allenatori volontari.

  3. mauguerri 17 Ottobre 2012, 16:02

    Non capisco perché gsp se la prenda con Munari, quando il problema lo rileva lui stesso e che altro non è che l’assenza di un movimento di base che, Benetton a parte, si può affermare che non professionalmente non esiste ( prova ne sia l’enfasi con cui si parla di crescita di tesserati) e che i tentativi dilettanteschi della FIR non possono inventare. Quando affronteremo il problema probabilmente non ci sentiremo più italiani, per i quali è più importante essere contro qualcuno o qualche cosa a prescindere di chi o di che cosa.

    • gsp 17 Ottobre 2012, 16:23

      Perche’ lui e’ capace ed intelligente e trovo frustrante che a volte elenchi i problemi che conoscono anche bambini di 10 anni tutti, ed invece parli meno di soluzioni. e quando lo fa, sono soluzioni che non si capisce perche’ dovrebbero funzionare oggi se non funzionavano 10 anni fa (tipo, facciamo fare la formazione solo ai club).

      perche’ s’e’ fatto mettere in mezzo in un discorso politico dei ‘cavalieri bianchi contro gli appestati’. che chiaramente non e’ vero, ma che polarizza lo scontro e come in politica nazionale non produrra’ nulla. dei veneti veri contro quelli falsi.

      perche’ s’e’ messo a capo di questo scissionismo senza senso, che probabilmente gli fara’ perdere anche le prossime elezioni (vedi CIV). perche’ col veneto da solo le elezioni non le vince.

      aggiungo, la Benetton non e’ movimento di base, e non penso che Gavazzi voglia la professionalizzazione del movimento. ha gia’ detto che l’eccellenza gli sta bene come sta.

      niente contro la persona, anzi stima assoluta. non condivido quello che dice, quindi sono contrario sui contenuti. come vedi mi sento pienamente italiano parlando solo ed esclusivamente di contenuti.

      • mezeena10 17 Ottobre 2012, 16:36

        beh gsp le soluzioni non sta certo a lui trovarle..c’è un presidente eletto che inizi a fare il suo lavoro..se concertazione dev’essere, non puo certo partire dalla periferia l’impulso nervoso, ma dal sistema centrale!

        • gsp 17 Ottobre 2012, 16:43

          @mezeena, ed invece e’ proprio quello che serve al dibattito secondo me soluzioni o proposte di soluzioni. altrimenti diventa un ‘moaning shop’. e che senso ha ascoltarlo?

          se io e te guardiamo una partita insieme e vediamo un 10 scarso, non mi aspetto da te che mi dica che e’ scarso, quello lo vedo pure io. mi aspetto che tu mi dica che cosa sbaglia e dove e come puo’ migliorare. spero l’esempio sia chiaro.

          • Stefo 17 Ottobre 2012, 18:42

            @ gsp
            scusa ma ascolti per l’interezza i pezzi?Nella seconda parte Munari prima parla di quello che era il progetto proposto da Zatta con dei tecnici itineranti cosa ripetuta ad inizio della terza parte dove sottolinea anche la necessita’ di avere soluzioni diverse per situazioni divere.Dal minuto 8:05 della seconda parte dice anche quello che farebbe lui.
            La terza parte di nuovo poi dice quello che farebbe.
            In generale poi le cose discusse erano presentate nel programma di Zatta (in cui Munari di sicuro ha detto la sua) quindi lui le sue proposte e soluzioni le ha presentate.
            Mi sembra tutto tranne che un criticare e basta, poi si puo’ essere o meno d’accordo ma le proposte e le idee Munari le ha sempre presentate basta saper o voler ascoltare.

          • mezeena10 17 Ottobre 2012, 21:36

            e poi come dice stefo non è che non abbia dato risposte; propone quelle che, secondo il programma presentato, sono o sarebbero le priorità da seguire..se ci pensi bene sta storia dei centri di formazione o accademie che dir si voglia, è assurda! è stato colto con quest’intervento il nocciolo della questione: formazione di tecnici e dirigenti! sono d’accordissimo quando dice che si deve andare dai migliori per imparare (anche le regole sugli stranieri ad es.)..il gap culturale è notevole (sportivamente parlando)

          • mezeena10 17 Ottobre 2012, 22:04

            gsp whore’s moaning!!!

          • mezeena10 17 Ottobre 2012, 22:06

            or whores moaning! as u like!!!

          • gsp 18 Ottobre 2012, 00:48

            @mezeena, no, no. intendo proprio ‘moaning shop’. Un posto dove la si va per lamentarsi e basta.

          • mezeena10 18 Ottobre 2012, 10:39

            si gsp avevo colto il senso! e la mia era una battuta infatti!!! 🙂

          • gsp 18 Ottobre 2012, 11:17

            @mezeena, ahahha, non avevo colto, pensavo sfottessi la mia prowess in Inglese. 🙂

      • Jetmarin 17 Ottobre 2012, 17:26

        il sig. Munari parla da Tecnico che faceva parte di una cordata che voleva cambiare determinate problematiche che si riscontravano e che si continua a riscontrare, non è lui che deve trovare la soluzione perché ha perso le elezioni.
        il Benetton è rugby di base, perché è la società, visto i contributi che la Fir gli passa, con il più grande bacino giocatori juniores.
        gps vieni a Treviso in Ghirada un pomeriggio qualsiasi e vedi cos’è il rugby di base.

        • gsp 17 Ottobre 2012, 18:09

          1, pensavo (o meglio speravo) che sul tinello parlasse col cappelo di tecnico, non di politico del rugby. altrimenti anche il tinello diventa parte del gioco politico, e non mi sta bene, ne’ per lui e penso neanche a Paolo.

          2, se Benetton e’ il rugby di base, il rugby di vertice cos’e’? solo la nazionale?

          • Stefo 17 Ottobre 2012, 18:48

            @ gsp
            Bentton prima squadra non e’ base ma Benetton minirugby e le varie Unders si…oppure sono elite perche’ Benetton?

          • Rabbidaniel 17 Ottobre 2012, 19:30

            Benetton è anche rugby di base. Ti parlo per aver giocato in una squadra che affrontava ogni anno l’Under Benetton con i vari Troncon, Gritti ecc. Inoltre la Benetton ci mandava in prima squadra alcuni giovani che non avevano l’opportunità di giocare con continuità. Mi pare che l’attività giovanile e di base della Benetton abbia una storia più che consolidata, senza contare che ha promosso l’organizzazione del più importante torneo nazionale per i più giovani.

          • gsp 17 Ottobre 2012, 19:54

            dipende, potremmo infilarci in una discussione semantica.

            considero l’U14 dei London Irish e gli allievi di Bari e Juventus base? io faccio fatico a considerarli base (ma lascerei fuori il minirugby).

            e non la vedo assolutmente come un’offesa quando si parla di essere base o meno.

          • mezeena10 17 Ottobre 2012, 21:59

            e anche la squadra femminile

        • Hullalla 17 Ottobre 2012, 18:32

          Sono d’accordo che fanno anche molto rugby di base e non solo professionismo, ma NON e’ la societa’ con il piu’ grande bacino di rugby giovanile.

          • Stefo 18 Ottobre 2012, 09:28

            Gsp non hai minimante idea di cosa parli, non sono i soldi che un club ha che decidono se siagrassroots o meno ma il tipo di programma, anzi qualsiasi club ma prprio qualsiasi club investe soldi proprio nel grassroots e nel community, hanno prgtti specifici non e’ che siccome ti chiami London Irish sei elite gia’ a 14 anni…sono pogetti grassroots e progetti communiy…prima di sentenziare vai ad informarti, prendi i programmi, gli srategic plans di RFU e di quei clubs e vai a legere cosa dicono!

          • mezeena10 18 Ottobre 2012, 15:26

            gsp la wru parla di clubs in genere

          • Stefo 19 Ottobre 2012, 18:22

            @ gsp
            di definizione accademiche ne puoi trovare diverse non esiste una ed unica, la stessa definizione di cos’e’ sport e basta (senza elite, grassroos ecc) e’ materia di discussione (e’ il poker sport?lo sono gli scacchi?Caccia e pesca?E potrei andare avanti) non esiste in ambito accademico una definizione unica comunque di definizione non ne hai ancora scritta una e tanto meno hai portato di chi ‘ un’eventuale definzione se vgliamo fare i pignoli.
            Continui col discorso funding tralasciando cos’e’ veramente grassroots activity…un progetto grassroots e fare grassroots activity va un po’ piu’ in la’ che riempire un formulario per chiedere dei fondi.

            Tag?Manco rispondo basta guardarsi due partite dei due sports per vedere l’enorme differenza 😉
            Purtrppo il Tag qua in Irlanda a goduto di tanto supporto ed ha saputo organizzarsi meglio in passato ma quando la gente prova il Touch non torna indietro.

        • gsp 17 Ottobre 2012, 19:58

          e chiarisco io intendo base come sinomimo di ‘grassroots’, poi puo’ essere che mi sia dimenticato l’italiano.

          • Stefo 17 Ottobre 2012, 20:34

            Lasci fuori il minirugby per comnodita’?La Benetton fa minirugby quindi fa rugby di base a meno che non si escluda il minirugby cosi’ perche’ fa comodo.
            Una U14 poi e’ grassroots level per definizione che sia legata ad una squadra come gli Irish o che sia la squadra di una scuola…o cosi’ qualsiasi federazione te le considerera’ e giustamente.

          • mezeena10 17 Ottobre 2012, 21:52

            ps sul grassroots level secondo me 14 anni è gia troppo..gsp gli allievi naz sono u17 squadre pro, allievi regionali e provinc per le dilett ..giovanissimi u15; esordienti u13..per la precisione! 🙂

          • gsp 18 Ottobre 2012, 00:59

            U14 infatti facevo l’esempio del contesto inglese, cosi’ per valutare in modo piu’ sereno ed imparziale. sugli allievi, giovanissim, esordienti nel calcio insomma non cambia il concetto.

            @stefo, se in Ing si fa un bando qualsiasi per societa’ grassroots e lo vince una societa’ con 10 mln di budget il giorno dopo stanno sui giornali.

            ripeto, in inghilterra ed anche galles, grassroots club sono junior, schools e community, non certo club con budget milionari. poi va benissimo se in italia vogliamo fare le cose in modo diverso.

          • Stefo 18 Ottobre 2012, 09:30

            Gsp non hai minimante idea di cosa parli, non sono i soldi che un club ha che decidono se siagrassroots o meno ma il tipo di programma, anzi qualsiasi club ma prprio qualsiasi club investe soldi proprio nel grassroots e nel community, hanno prgtti specifici non e’ che siccome ti chiami London Irish sei elite gia’ a 14 anni…sono pogetti grassroots e progetti communiy…prima di sentenziare vai ad informarti, prendi i programmi, gli srategic plans di RFU e di quei clubs e vai a legere cosa dicono!
            Ma di chi si serve secondo te la RFU per i rogetti grassoots e community solo dele scuole?No si serve anche die clubs anche quelli piu’ importanti.

          • Stefo 18 Ottobre 2012, 09:32

            non a caso gsp tutti i cubs di rugby di Premiership hanno programmi di community rugby.

          • Stefo 18 Ottobre 2012, 09:46

            Solo quache esempio cosi’:
            Leicester Tigers:
            The Tigers Tots programme is now in full flow, running across three different Leicestershire venues each week with hopeful plans to expand even further. The Leicester Tigers community coaching team visit Welford Road, Charnwood Leisure Centre (Loughborough) and Market Harborough Leisure Centre to deliver a fun and exciting family-focused programme.

            Tiger Tots is a specially designed rugby-themed programme for 2-5 year olds. At the heart of grass-roots development, this programme aims to develop fundamental movement, introduce basic rugby skills, whilst also boosting self-esteem and confidence in a fun and interactive environment. Across each 6-week programme, participants take part in a full range of exciting games and also get the opportunity to complete our “try”, “kicking” and “obstacle course” challenges, giving each child the opportunity to build on their achievements from programme to programme.

            Giusto csoi’ trovato sul sito dei Wasps oh un pogetto grassorots fatto dalla Premiership e dai clubs con decine di miioni di pounds in cassa epuro non ho letto di scandali al riguardo anzi:
            Aviva Premiership Rugby Schools Programme: This season sees the launch of the exciting new Aviva Premiership Rugby Schools Programme, an initiative that will introduce over 36,000 young people to the sport through Tag Rugby. The scheme is run by Premiership Rugby and the 12 Aviva Premiership Rugby clubs up and down the country and is expected to involve 600 primary schools with 1,200 teachers also receiving training. 600 sets of equipment and resources will be distributed and 300,000 spectators are expected to watch demonstration events. The Aviva Premiership Rugby Schools Programme is aimed at Key Stage 2 pupils aged 9 and 10 years. Each Premiership Rugby club will work with two classes at 50 schools. The Aviva Premiership Rugby Schools Programme involves a six week introduction to rugby that focuses on skill development & learning the rules, skill development & team skills and a Festival. The Tag Rugby festival will be the first taste of competitive rugby for many children and will allow schools that are new to rugby to participate in a fun tag rugby festival with schools of a similar standard. One school from each Premiership Rugby club region will qualify for the Finals at Twickenham on Aviva Premiership Rugby Final day where they will represent their Premiership Rugby club. We will work closely with the Schools Sports Partnerships within our community to target the appropriate schools.

            Notare la ripetizione i parol come grassrots, grassrots development, community

          • mezeena10 18 Ottobre 2012, 10:49

            gia e si nota che li i tecnici li formano..correggo si parla di teachers, quindi insegnanti..vero che gli inglesi “raccogono” per iniziare alla pratica anche quella fascia dai 2ai 5 anni..e ribadisco non si puo parlare di grassroots intorno ai 14 anni..forse qui in italia..base sono i singoli clubs con le molteplici attivita giovanili, femminili, senior e alcuni anche over! (compresi quelli “elite”)

          • gsp 18 Ottobre 2012, 11:22

            @stefo, che hanno un programma grassroots, infatti sono programmi di outreach. non significa che siano club grassroots. Anzi.

            http://www.wru.co.uk/eng/news/22741.php e dimmi se vedi i club di celtic come ‘recipients’.

          • Stefo 18 Ottobre 2012, 11:49

            @ gsp
            dove avrei scritto che sono club grassrots? Ho scrito fanno anche grassoots cosa be diversa e a reala’ e’ che di grassoots se ne ocupano ed anche parecchio (non a caso tutti hanno community rugby managers).

            Sai qual’e’ il tuo errore che come la FIR ragioni per compartimenti stagni mettendo da un ato una cosa dall’altro l’altra…gli inglesi come le celtiche invece pensano che non per forza se fai una cosa non fai l’alra azni proprio chi ha le risorse finanziarie e soprattuttto tecniche come i clubs professionistici possano coprire anche il grassrots development.

            I clubs inglesi non fanno semplice outreach fanno vera e propria attivita’ grassroots oppure fare corsi per alenatori U12 (o anche per categorie inferiori) non e’ fare attivita’ grassroots?Essere quindi arte integrante nella formazione di quelle figure che piu’ che allenatori sono “insegnanti di rugby” e danno a prima formazione ai ragazzini…quelle figure che qualitaivamente sembra che in Italia non esistano.

            Fare progetti di partnerariato con le scuole andando ad insegnare gli skills di base ai ragazzini e’ o non e’ grassroots development?

            Certo che ci sono poi i programmi federali come quello della WRU ma ripeto altove al cntrario che in Italia si avoro nel grassroots con entrambe le parti, l’una non esclude l’altra:

            http://www.ospreysrugby.com/community/playerparticipation/childrens_initiatives.php
            Notare gli Ospreys si occupano di PARTICIPATION PROGRAMMES
            http://www.ospreysrugby.com/community/coachdevelopment/3533.php

            Le 4 regioni Gallesi sono quelle che implementano i corsi alnaori per la WRU per esempio…sulla inea che essendo strutture presenti nel territorio con le capacita’ tecniche siano il luo ideale per formare tecnici a tutti i livelli.

            Ripeo il tuo errore e’ che vedi le cose in concorrenza tra loro o con compiti specifici ben diversi, nel mondo anglsassone non e’ cosi’ l’elite puo’…anzi DEVE visto che ne ha le capacita’ finanziarie e tecniche essere di supporto al grassrots ed al development.

          • gsp 18 Ottobre 2012, 13:24

            @stefo, io ho detto che non si puo’ definire la Benetton (o qualsiasi societa’ con squadra professionistica con budget milionario) come societa’ grassroots. e ti sei lanciato e mi hai detto che non ho idea di quello che dico. magari pensaci un attimo.

            mi sembrava anche superfluo dire che le attivita’ grassroots fatte dai club professionistici sono essenziali e centrali. ma questo non li rende club grassroots (o di base).

            e la questione tra fare ed essere grassroots non e’ solo semantica. Perche’ se c’e’ un bando per attivita’ grassroots e di sviluppo tecnici, preparatori e quello che ti pare allora ci possono partecipare anche i club professionistici. Se ci sono 150000 per fare un campo per una societa’ grassroots allora i club professionistici non possono parteciparci.

            poi saro’ anche a compartimenti stagni come la FIR, pero’ vorrei capire bene quello che si intende quando parliamo di base. perche’ se Eccellenza e benetton come societa’ diventano base allora e’ tutta base e diventa un termine privo di significato.

          • Stefo 18 Ottobre 2012, 13:53

            Ma il punto e’ quello non e’ che o sei grassoots o sei altro.
            Nel momento in cui la Benetton fa minirugby ed attivita’ giovanile sul territorio sta facendo attivita’ grassroots tanto quano i club inglesi e le regioni gallesi senza voler poi parlare delle Provincie irlandesi che sono brances della IRFU e si occupano enormente di grassroots.
            La sudivisione non deve esistere, una cosa non esclude l’altra, anzi per la funzionalita’ de sistema e’ necessario che i clubs top o prefessionistici con milioni di budgets si occupino i grassroots, community, grassroots and communiy development e nel mondo anglosassone lo fanno.
            Il discorso non sono “grassroots clubs” e’ voler dare un’etichetta e basta ed e’ li’ che penso che non hai ben chiaro di cosa parli.
            I Tigers, i Wasps, gli Ospreys , i Blues o qualsiasi cubs pofessionistico tu voglia ha dipartimenti community and grassroots con tanto di maagers, coaches ed officers che fanno un’ attivita’ di community e grassroots importantissima per le loro Unions.

            Se per te fare corsi per sviluppare allenatori giovanili, fare pogetti per migliorare l’insegnamento del rugby nelle scuole, mettere al servizio della base le proprie conoscenze e capacita’, fare progetti per aumentare la partecipazione come quelli degli Ospreys o quelli inglesi in cui i clubs di Premierships sono i referenti e responsabili per l’introduzione del Tag nelle scuole e l’avvicinamento di piu’ ragazzi allo sport partendo dall’insegnamento delle regole di base, dagli skills di base, la distribuzione dei sets necessari, il training del personale docente per proseguire l’attivita’ non e’ fare o “essere grassroots” allora va ben vorra’ dire che uno fa o “e’ grassoots” solo se e’ eleggibile a ricevere soldi per costruire o ristruttrare il campo.
            Mi sembra che veramente cio’ che e’ grassroots non sia molto chiaro.

          • gsp 18 Ottobre 2012, 14:06

            Ed invece ho idea chiarissima di cosa parlo. definire un club professionistico con budget milionario come club ‘grassroots’ e’ un ossimoro. non funziona ne’ dal punto di visto logico, ne’ organizzativo.

            Che facciano attivita’ grassroots e’ una cosa diversa, benche’ importante. neanche il piu’ folle dei dirigenti Ospreys e Tigers in LSD ti dice che sono club grassroots. dai.

          • gsp 18 Ottobre 2012, 14:08

            poi, se la tua tesi e’ che non c’e’ bisogno di differenziare tra rugby professionistico e base e non c’e’ bisogno di classificare le societa’, e’ una tesi che posso anche rispettare.

            ma tu la porti all’altro estremo. non si puo’ distinguere > e’ tutta base.

          • Stefo 18 Ottobre 2012, 14:36

            @ gsp

            per me se uno si basa su che soldi puo’ prendere e non su che attivita’ di grassrots fa per definire le cose non ha ben chiaro le cose…se poi neanche davanti ai pgetti grassroots che i clubs fanno (inclusi progetti sulla partecipazione le fondamenta di cio’ che viene dfinita una grassroots policy) non dice “of forse mi son sbagliato” va beh…

            Poi ripeto non esiste “essere” grassroots e’ un’etichetta che vuoi dare che non ha alcun senso, l’attivita’ di grassroots si fa , si investono soldi, tempo, energia e personale (evidentemente i rugby Community Managers dei clubs si fanno tuti di LSD visto che pensano di fare grassrots nel loro lavoronel o chi ha scritto nel sito dei Tigers riguardo al loro programma “At the heart of GRASS-ROOTS development”) nel grassrots.

            Poi boh cosa vuoi che ti dica, il loro sistema mi pare che funzioni un po’ meglio di quello italiano dove si pensa che se uno fa rugby elite non possa fare altro…

          • gsp 18 Ottobre 2012, 14:45

            e quando ho detto che se uno fa elite non puo’ fare altro? l’hai detto tu. anzi io ho sempre detto che quella e’ una funzione cantrale ed essenziale.

            dici di non aver mai detto che i club professionitisci sono club grassroots. pensavo che con questo volessi dire che non lo sono.

            che il sistema estero funzioni meglio non c’e’ dubbio, ma mi manca il nesso tra questo e dire che i club professionistici sono club di base. e soprattutto come si fa ad arrivare a dire che I Wasps sono un club grassroots.

            lo trovo assurdo e per questo penso che le nostre logiche non s’incontrerannoe quindi la chiudo qui.

          • Stefo 18 Ottobre 2012, 15:23

            No non s’incontreranno mai perche’ per me non esiste l’ “essere un club grassroots” o “non esserlo”, esiste l’attivita’ di grassroots che in quanto attivtia’ la si fa.

            I clubs inglesi hanno dipartimenti elite e dipartimenti grassroots/community e fanno entrambe le attivita’, cosi’ come le regioni gallesi e le provincie irlandesi…non ragionano per massime e non si pongono “dubbi amletici” “ma io sono grassroots o no?” loro le cose le fanno, fanno l’attivita’ elite professionistica, fanno programmi ed attivita’ grassroots, fanno attivita’ di development.

          • mezeena10 18 Ottobre 2012, 15:36

            c’è un errore di base direi..non esistono “clubs grassroots”!!! esistono programmi ed attività..per tutti clubs (pro e non), compresa grassroots..gli stessi giocatori pro vengono invitati a partecipare a rotazione a queste attivita, come i tecnici insegnanti coaches vari..è attività che tutti i clubs grandi o piccoli fanno in inghilterra cosi come in galles e irlanda francia NZ AU SA..

          • Stefo 18 Ottobre 2012, 16:15

            Mezeena bravissimo e’ quello che provo a dire da questa mattina…che poi dire “grassroots club” in un sistema dove i clubs possono salire di categoria in categoria tramite promozioni sul campo mi pare ancora piu’ assurdo…esempio i London Scottish hanno conseguito 7 promozioni negli ultimi 10 anni partendo dalle basse leghe locali ed arrivando al Championships (professionismo) gia’ dalla scorsa stagione…

          • gsp 19 Ottobre 2012, 00:21

            mezeena, mi permetto di dissentire.

            stefo, ‘non sai di che parli’. ci sono studi accademici e definizioni della EC che definiscono grassroots sport e grassroots sports club. i grassroots club esistono, eccome. sono organizzazioni sportive ‘voluntary’, community sports organisation e sports club locali. lo ripeto forte e chiaro, i grassroots club esistono.

            che i club professionistici fanno attivita’ grassroots, l’ho gia’ detto 15 volte e non ha senso ripeterlo.

            @stefo, interagiamo spesso, dovresti sapere che non ho nessun problema ad ammettere quando mi sbaglio. ad es le critiche che ho fatto a Munari, dopo averlo riascoltato, forse sono state eccessive.

          • Stefo 19 Ottobre 2012, 00:40

            @ gsp
            il mio problema e’ dire che i club grandi non possono essere grassroots…se fanno grassroots activities la parte del club (community rugby/grassroots rugby department chiamala come vuoi) “e'” grassroots.
            Grassroots clubs?Beh se intendi le schools che fanno solo quello si puo’ anche essere d’accordo ma non e’ una definizione cosi’ stretta…il grassroots e’ un “level” ogni sports ha il suo grassroots level.
            Gsp se vuoi parlare di definizioni accademiche possiamo andare avanti tutta la vita, ho fatto un master in sports management e ti posso portare teorie che dicono una cosa e teorie che ne dicono un’altra (e lo dico per amando le discussioni accademiche ma che appunto restano discussioni accademiche)…non e’ quello il punto…il punto e’ che ragionare per definizioni ed etichette non e’ la realta’, la realta’ e’ che se vuoi che uno sport funzioni non si classifica e non ci si sta li’ a chiedere “ma io sono grassroots o no?” il grassroots lo si fa con progetti ed attivita’, creando le strutture idonee per farlo ed e’ quello che gli anglosassoni fanno senza tanti pipponi sulle definizioni di chi e’ grassroots club e chi non e’ e senza tanti pipponi “accademici”.

          • Stefo 19 Ottobre 2012, 00:46

            Chiudo con una cosa Gsp, chiedo scusa se ho alzato i toni e se ti sei offeso ti chiedo scusa, il motivo e’ che mi sembra che a forza di fare le cose la nostra Federazione stia convincendo la gente che e’ cosi’ che si fa ed e’ cosi’ che bisogna fare, che si lavora per compartimenti stagni che se uno fa elite non puo’ fare grassroots, che le due cose sono separate quando invece laddove le cose funzionano le cose sono complementari l’una alla’ltra e che per il successo dell’una serve investire nell’altra e questo viene fatto da tutte le parti coinvolte.

          • gsp 19 Ottobre 2012, 11:39

            @stefo, ho capito che tu non concedi perche’ pensi che sia accettare la linea della FIR, ma io qui la federazione non l’ho per niente tirata dentro. per me possono scomparire tranquillamente perche’ non ho nessuna simpatia. lo sai.

            la chiosa del tuo penultimo commento la condivido alla grande.

            lavorando quasi giornalmente con alcuni grassroots sports club ti posso dire che esistono e che li so riconoscere, ed alcuni anni fa ci ho anche lavorato su funding bids.

            come so riconoscere le attivita’ grassroots quando le vedo sia che le faccia il Chelsea FC, che la societa’ di exiles dell’asia che giocano al parco. e parlo di calcio cosi’ non tiro dentro la politica del rugby.

          • Stefo 19 Ottobre 2012, 11:55

            se lavori nello sport come faccio io dovresti sapere che le definizioni acccademiche lasciano il tempo che trovano nella realta’ visto che gia’ si potrebbe discutere di che cos’e’ o possa venir definito sport, figuriamoci quando inizia a voler poi classificare grassroots…sono esercizi accademici, belli interessanti ma esercizi accademici.

            Chi lavora nello sport sa che la discussione accademica e’ bella e piacevole ma non porta da nessuna parte che le cose, i progetti si fanno o non si fanno, che probabilmente i Leicester Tigers per il grassroots hanno fatto molto piu’ dei local sports councils il cui scopo primario sarebbe il grassroots.

          • Stefo 19 Ottobre 2012, 12:09

            Ti faccio un esempio il Touch secondo le etichette sarebbe un grassroots sports (anche se personalmente conoscendo come e’ strutturato in NZ ed Australia avrei molto da ridire sul fatto che li’ sia “semplice” grassroots sports). Ti posso dire che in Irlanda per anni in passato l’attivita’ grasssroots del Touch e’ stata fatta male ed in maniera poco funzionale (non mi dilungo sul perche’) ed i numeri di partecipazione erano li’ a dimostrarlo ma in compenso il livello elite era fatto benissimo ed i titoli europei vinti lo attestano.
            Finalmente dopo battaglie la cosa negli utlimi 2 anni e’ migliorata, finalmente cambiando le teste ed i metodi il livello grassroots e’ nettamente migliorato con numeri di giocatori anche solo “social” in crescita, sviluppo in nuove aree fuori da Dublino.
            Uno sport che per definizione e’ grassroots aveva un’attivita’ grassroots fatta poco e male mentre l’attivita’ elite era fatta bene.

          • gsp 19 Ottobre 2012, 17:00

            la soluzione e’ semplice. darsi al tag 🙂

            la definzione accademica te l’ho portata, perche’ non e’ che posso dirti “e’ cosi’, credimi’!

            invece il concetto io l’ho visto in pratica in funding stream specifrici per quei club.

            con questo non voglio neanche entrare su quale sia l’approccio migliore, e condivido molte delle cose che dici e che forse anche funziona meglio. ma ti portavo un dato di fatto.

          • Stefo 19 Ottobre 2012, 18:23

            @ gsp
            di definizione accademiche ne puoi trovare diverse non esiste una ed unica, la stessa definizione di cos’e’ sport e basta (senza elite, grassroos ecc) e’ materia di discussione (e’ il poker sport?lo sono gli scacchi?Caccia e pesca?E potrei andare avanti) non esiste in ambito accademico una definizione unica comunque di definizione non ne hai ancora scritta una e tanto meno hai portato di chi ‘ un’eventuale definzione se vgliamo fare i pignoli.
            Continui col discorso funding tralasciando cos’e’ veramente grassroots activity…un progetto grassroots e fare grassroots activity va un po’ piu’ in la’ che riempire un formulario per chiedere dei fondi.
            Tag?Manco rispondo basta guardarsi due partite dei due sports per vedere l’enorme differenza
            Purtrppo il Tag qua in Irlanda a goduto di tanto supporto ed ha saputo organizzarsi meglio in passato ma quando la gente prova il Touch non torna indietro.

  4. HECTOR 17 Ottobre 2012, 16:38

    Salve a tutti. Sono un po’ di anni che seguo il rugby, dai tempi del 6nazioni e volevo dire la mia riguardo alcuni dei problemi che attanagliano questo sport alla luce di alcune esperienze maturate in altro ambiente sportivo. Come per qualunque altra disciplina, i registi del movimento possono e devono essere gli allenatori, nel senso che sta alle loro capacità culturali in senso lato e tecniche nello specifico, individuare, motivare e formare i giovani talenti. Da questa premessa segue abbastanza banalmente che una Federazione Sportiva, gestita da dirigenti capaci, debba per prima cosa investire su questa figura. Come dice un grande allenatore italiano di Atletica Leggera, il Dirigente sportivo, ciascuno nel proprio livello, deve fungere da olio nel motore, cioè creare quelle condizioni ideali affinchè il motore, ovvero atleti-giocatori e allenatori (veri attori della disciplina sportiva), possa girare fluidamente. Purtroppo, sappiamo tutti, quanto politicizzato sia lo sport in Italia, ma non solo.
    Il discorso riguardo la Nazionale, unico caso nel panorama italiano, di squadra perdente ma ugualmente sostenuta dai tifosi non deve trarre in inganno, perchè non credo che se non si iniziano a vincere le partite questo trend positivo possa rimanere tale. Per fare una nazionale forte, come sostenuto da più parti, servono squadre di club forti o meglio ancora un campionato nazionale di livello elevato. In Italia la situazione è estremamente disomogenea con regioni in cui ci sono espressioni rugbystiche a tutti i livelli e regioni in cui si confonde il rugby con il football americano. Quindi uno dei problemi che la federazione dovrebbe risolvere è quello di rendere il più omogenea possibile la distribuzione sul territorio delle risorse a disposizione per far crescere e sostenere il movimento veramente in tutto il paese, di modo che i 60ml di abitanti siano un bacino d’utenza più verosimile.
    Infine, mi soffermo su un aspetto più tecnico. La nazionale italiana, e prima ancora i club di riferimento cui attinge, continua a tutt’oggi a puntare sulla scelta di giocatori alti e grossi. Osservando, invece, le nazionali di rifermento a livello internazionale, si vedono scendere in campo contendenti dalle capacità fisiche ben diverse, e cioè: altezze relativamente modeste( tra il metroeottanta e il metroenovanta) ma dalla rapidità, velocità e capacità coordinative ben al di sopra dei nostri migliori portabandiera. Ecco, quindi, che forse occorrerebbe reinterpretare anche il ruolo dei selezionatori a tutti i livelli visto che il Rugby moderno va sempre più verso la velocità e le capacità coordinative.

    • Rabbidaniel 17 Ottobre 2012, 17:10

      Non mi pare che nelle altre nazionali non si badi al fisico. Uno come Halfpenny fu sul punto di smettere con l’alto livello perché considerato fisicamente non adeguato. Diciamo che nelle Union più progredite l’aspetto fisico e l’aspetto tecnico vanno pari passo.
      Da noi si parte col progetto statura per arrivare agli U20 che non hanno le competenze tecniche che altrove hanno maturato da anni, ma è un altro discorso.

      • mezeena10 17 Ottobre 2012, 21:56

        quoto rabbi..è l’evoluzione del rugby moderno..poi ci sono le eccezioni come in tutti gli sports..il problema, come ribadito dallo stesso munari piu volte, è che non sono sicuro che siano tutti atleti di primo livello..mi spiego, sono veramente i migliori per prestazione sportiva? sono il top level per praticare il gioco? nelle altre nazioni, specie quelle dell’emisfero sud, sono per la maggior parte grandi atleti all-round!

        • Rabbidaniel 17 Ottobre 2012, 22:10

          Mi pare lo dicesse Munari (o forse mi sbaglio), ma il problema è che al rugby arrivano gli “scarti”. 90 volte su 100 i migliori atleti vanno al calcio, al basket, al volley. Da qui la necessità di progetti scuola seri (e qui si potrebbe fare gli “avvoltoi”, visto che le altre federazioni, calcio escluso, sono alla canna del gas e la FIR ha dindini da spendere).
          Una volta in U17 giocammo in un campo contiguo a un campo di calcio in cui si svolgeva una partita di ragazzi della nostra stessa età. Be’ i calciatori erano più alti e quasi più grossi dei 30 giovani rugbisti in campo.
          Detto questo la dottrina Ascione non è la panacea, e si è visto.

          • mezeena10 18 Ottobre 2012, 11:09

            verissimo rabbi..ho avuto modo piu volte di criticare il famigerato progetto statura, ne ho discusso anche col “prof” ascione (universita di perugia) perche mi sembrava assurdo che si cercassero bestioni per poi insegnargli a giocare e non viceversa! (lui sosteneva che il gap con le altre squadre era solo fisico) intendevo dire proprio questo, non parlerei di veri e propri “scarti”, ma è innegabile che negli altri paesi evoluti è piu equilibrata la selezione per gli sport di elite (l’italia li destina quasi esclusivamente al calcio, quelli alti a basket e volley, briciole ad atletica e altri sports (che son piu singole eccellenze territoriali poco aiutate dalle varie feder vedi scuola jesi scherma)..non ci vogliono dei geni per capirlo, ma tant’è! qua si è scelta un’altra via (non come sostiene il sig ravagnani) e i risultati sono sotto gli occhi di tutti! perseverare in questa direzione sarà diabolico!!! altro che vincere il 6 nazioni( con tutta la stima poss per coach brunel)!!!

    • mistral 17 Ottobre 2012, 17:21

      tutto bello e giusto, se non che, rugbisticamente almeno, è evidente che non esiste una realtà “nazionale” (non esistendo una nazione italiana) e quindi spandere risorse in modo omogeneo su un territorio che omogeneo (rugbisticamente) non è, equivale a spandere letame (mi si perdoni il paragone ardito, ma il denaro è o non è lo sterco del diavolo, per molti?) sia sulle pietraie improduttive che sui terreni fertili … col risultato di una costante e perdurante mediocrità generale sovvenzionata … ma è solo il parere (un po’ barbetto) di chi vorrebbe che la solidarietà e la carità ognuno la facesse con i proprio soldi, e non con le risorse della collettività…

      • Rabbidaniel 17 Ottobre 2012, 21:11

        Esatto mistral. Bisogna diffondere la pratica del rugby, ma non con investimenti a pioggia. Già più di 20 anni fa, al torneo fu Treviso ora Topolino, venivano squadre di scuole di territori poco rugbistici, sponsorizzate dall FIR. Ora questi ragazzi si facevano una bella gita e poi tornavano a casa, probabilmente non praticando più rugby.
        Ci vogliono investimenti, ma anche progetti concreti per farli fruttare.

      • mezeena10 17 Ottobre 2012, 21:42

        quoto mistral..il paragone non è cosi ardito! è la pura e semplice verità!

  5. Katmandu 17 Ottobre 2012, 18:41

    Quasi sempre mi trova daccordo ma su una cosa non l’ho capito lui dice che il problema australiano è quello delle troppe franchige e della poca profondità in qualità delle riserve ma quando dice che i sudafricani hanno avuto problemi di infortunati beh allora gli australiani che dovrebbero dire secondo me i sud africani sono arrivati terzi e non secondi ( perchè primi proprio non vedo come avrebbero potuto) per un discorso che l’allenatore è nuovo e devono ancora “assimilarlo”

    • mezeena10 17 Ottobre 2012, 21:45

      beh perche ci son stati vari esordi e convocazioni di poco piu che 20enni per il SA..in prospettiva è la squadra che puo seriamente impensierire la riconferma del titolo mondiale ABs..l’australia non ha un ricambio di tale livello e lo si è visto in particolare in questo RC..

    • Stefo 18 Ottobre 2012, 01:01

      Katmandu so che simpatizzi per l’Australia ma l’Australia vista al RC e’ stata molto deludente. Il secondo posto conta fino ad un certo punto, gli stessi australiani non lo usano come scudo per salvare una RC molto brutta al di la’ dei molti infortuni.
      I Boks erano all’anno zero del nuovo progetto, hanno debuttato tanti giocatori nuovi dopo che una generazione incredibile ha tirato la carretta a lungo ed hanno mostrato un potenziale di crescita molto importante…gli australiani hanno invece mostrato limiti nei ricambi piu’ un certo nervosismo interno allo spogliatoio.

      Sulle troppe franchigie credo che Munari abbia un’idea abbastanza logica: se aumenti il numero di franchigie aumenta il numero di giocatori necessari con quindi una selezione che diventa meno dura (se ti servono 40 giocatori in piu’ ti servono 40 giocatori in piu’ e li devi trovare siano essi “fenomeni”/buoni giocatori o solo dei “buoni mestieranti”)…per fare un parallelo e’ quanto successo alla NBA con gli expansion teams negli anni, oggi in NBA vanno giocatori che 20-25 anni la NBA se la sognavano, una extra franchigia ti forza a mandare in campo in SR giocatori che probabilmente prima la SR l’avrebbero vista di striscio come medical jolly o terza scelta con il fatto che non per forza giocando in SR gli extra giocatori diventano campioni o raggiungono il livello dei migliori.

      • Katmandu 18 Ottobre 2012, 11:10

        Concordo su tutta la linea e appunto se leggi il mio post ho detto che il sa deve ancora assimilare il metodo di lavoro del nuovo allenatore e che è giusto il discorso franchige/poca profondità/ gestione bacata dello spogliatoio e ti dirò di più meritavano il trazo posto ma quello che “contesto” è che se i books hanno avuto infortuni pesanti che devono dire i wallabies che sono un ospedale ambulante?

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