Di troppe franchigie si può anche soffrire: alle radici del caso Australia

Il tinello di Vittorio Munari oggi vi porta nell’emisfero sud, alle origini della crisi che sta interessando i wallabies

COMMENTI DEI LETTORI
  1. And 3 Ottobre 2012, 14:39

    è un oracolo

  2. mezeena10 3 Ottobre 2012, 15:09

    quoto!!! pure per i funghi..mai visti tanti come quest’anno!!! e come non esser d’accordo con tutto il resto..grazie ad ambi!!!

  3. stefanom66 3 Ottobre 2012, 15:15

    grande esperto e grande conoscitore di rugby soprattutto dell’emisfero sud quindi massimo rispetto, ma a mio modesto parere a volte un po troppo pieno di se e convinto di essere depositario di TUTTE le verità…Se fosse tutto così facile e chiaro come dice lui potrebbe tentare di prendere per mano il rugby italiano e farlo crescere !!! Facile restare nel proprio orticello trevigiano e sparare sentenze e giudizi…

    • boborug 9 Ottobre 2012, 12:55

      Scusa se te lo dico, ma senbra che tu sia completamente fuori dal mondo. Mi sembra che il sig. Munari abbia appena provato ad entrare nella sala comandi, ma immagino che tanti come te lo abbiano respinto preferendo a lui ed al signor Zatta, il signor Gavazzi…… Il nuovo che avanza………

  4. gian 3 Ottobre 2012, 15:34

    questa volta non sono del tutto d’accordo con munari sul fatto che più franchigie abbassino il livello, mi sembra che il discorso sia un po’ più complesso per il calo di qualità, mentre sul fatto che non sia automatico che se si hanno più franchigie il livello salga da solo mi trova pienamente d’accordo.
    altro discorso, molto interessante e condivisibile, è quello dello stress dei giocatori di vertice, in effetti un top team (ci metto anche l’italia, crepi l’avarizia) gioca, in un anno, dalle 12 alle 16 partite di alto livello tra test match e tornei internazionali, probabilmente sono un po’ troppi considerando anche il livello dei campionati che affrontano i vari club/franchigie da cui questi ragazzi vengono (almeno altre 12/16 partite di livello poco inferiore).
    Si tratta di almeno una partita dura ogni 15 giorni, in media, senza soluzione di continuità (tutto ciò negli anni senza il mondiale), forse l’IRB dovrebbe pensare a rivedere qualcosa su questo piano, ma temo che la fame di soldi che ha in questo momento questo sport per rimanere ai livelli competitivi attuali, non permetterà un ragionamento lucido in questo senso

    • And 3 Ottobre 2012, 21:16

      ha pienamente ragione, esempio i Western Force giocheranno con 9 Mathewson (NZ) e 10 Ebersohn (SA): nn hanno i giocatori x fare 5 franchigie, soprattutto se anche i gregari come Dean Mumm vanno a giocare all’estero

  5. MarkElla 3 Ottobre 2012, 15:42

    bah sono d’accordo si e no…
    nel senso il suo discorso sulle franchige australino è sacrosanto, il rugby union in terra di canguri ha veri adepti solo sulla costa est e nell’immediato entroterra, la franchigia di Perth è forzata… artificiosa…
    Ma il punto è un altro, non stiamo qui a discutere su di un’Australia a corto di giocatori importanti e di rugbisti in grado di fare la differenza, qui si parla di una nazionale wallabies ricca di campioni che giocano in maniera imbarazzante.
    Sono molto d’accordo su quello che dice quando parla di maggiori opzioni per la Nuova Zelanda dove ci sono più giocatori di qualità, dove le quarte scelte sono buone quasi come le seconde, cosa che non esiste per nessuna altra nazionale di Union. Sono strad’accordo quando dice che i cangurotti soffrono abbastanza un rugby sempre più muscolare e d’impatto dei tori sudafricani e delle furie tuttenere…
    Forse un ricambio ai vertici è auspicabile perchè ogni tanto cambiare da una scossa, è salutare, ridesta energie sopite.
    Il movimento a mio avviso è sanissimo altrimenti giocatori stratosferici come O’Connor, Genia, Pocock e se si sveglia Cooper non sarebbero venuti fuori…

    mia personalissima opinione

    • gsp 3 Ottobre 2012, 15:49

      secondo me la francia ha una profondita’ simile alla NZ in termini di giocatori.

      • gian 3 Ottobre 2012, 15:54

        non in tutto il campo come la NZ

        • gsp 3 Ottobre 2012, 15:57

          dipende, a quali posizioni pensi?

        • gian 3 Ottobre 2012, 16:05

          MA, terze ali, forse estremo e MM, ma chiaramente parlo di 3/4 giocatori per ruolo e 5/6 per le terze, vorrei avere i problemi dei francesi, in italia (non consideriamo giocatori intercambiabili nei ruoli es MA e MM, parlo di ruolo puro)

          • gsp 3 Ottobre 2012, 16:08

            ti do ragione ragione sulla’pertura, pero’ come sottolinei tu loro giocano in modo diverso, ed il MM guida il gioco. in realta’ pnso la francia abbia piu’ MM della NZ.

            sugli altri ruoli siamo li secondo me.

          • gian 3 Ottobre 2012, 16:10

            appunto sono, in certi ruoli, meno “puri” quindi tra MM e MA scambiandosi ed incrociandosi ne hanno in avanzo

          • MarkElla 3 Ottobre 2012, 16:24

            non so ragazzi, la Francia è sicuramente tra i paesi dell’emisfero nord con il bacino più amplio dal quale attingere, ma la Nuova Zelanda gli è una tacca sopra
            penso a tutte le aperture neozelandesi, che tappate da sua onnipotenza daniel carter se ne vanno in giro per il mondo a fare le fortune di molte squadre .
            poi si la Francia ha ottime terze linee, ma inosmma li sotto è un’altra cosa

          • gian 3 Ottobre 2012, 16:39

            sia chiaro che non discuto l’alto livello francese, sulle terze dico che se la quinta scelta ABs vale 98, dato il “titolare” 100, quella francia vale 95

  6. madflyhalf 3 Ottobre 2012, 15:57

    Bah… su Jake White… Jake White il primo anno ai Brumbies (2012) l’ha fatto con 1 straniero da inizio stagione, Jerry Yanuyanutawa e successivamente è arrivato Ruaridth Murphy, pilone ex Leinster (23enne comunque), in precedenza c’era solo Henry Speight che però ora è qualificato per l’Australia.
    Insieme a Fisher e Larkham ha invece selezionato una discreta quantità di giocatori (di qualità) dai club universitari di Canberra.

    Sono finiti corti, ma giusto all’ultima partita, andavano a vincere a Wellington segnando 4 mete, furono i primi a fermare gli Highlanders, presero il bonus a Waikato, furono rapinati a Pretoria, ma purtroppo lasciarono punti preziosi per la strada come contro gli Sharks e la vaccata festival contro i Reds.
    Calendario relativamente semplice, ma squadra che purtroppo peccò solo in esperienza.

    White è ricorso al mercato estero quest’anno portando una seconda linea (reparto ostico in Australia, e dai Brumbies nel giro di 2 anni sono andati via Chisholm e ora Ben Hand) sudafricana giovane, grossa e con probabilmente tanta voglia di fare.
    Per inciso: da una franchigia presa per il sedere dalla SARU.

    Per il resto il ricorso agli stranieri è scarsissimo, la ARU ne permette 2 al massimo per ogni squadra, e per ora ne fanno uso Rebels (franchigia privata che per qualche anno non risponde a questa regola), Western Force (nel WA non c’è NULLA 😐 ) e i Brumbies che “lottano” per trovare giocatori in un bacino di utenza misto che include anche una buona fetta di NSW…

    Insomma tutto ok il discorso dell’aumento ad minchiam delle franchigie, ma facciamo un po’ di chiarezza.

    E i Brumbies a momenti arrivavano ai playoff esattamente come “a momenti” arrivavano ai playoff i Reds nel 2010, con una squadra di ragazzi giovani di qualità, pochi pro ma di qualità e un piano di gioco.
    Piano di gioco di qualità.

  7. Katmandu 3 Ottobre 2012, 22:52

    Sono daccordo sul fatto che forse l’australia ha fatto il passo più lungo della gamba mettendo su 4franchige + 1 superclub fuori controllo della federazione e non penso che il movimento sia pronto a questo ma non credo che la nazionale debba per forza abbasare il livello certo é che quando invece di cercare tra le seconde scelte hai tra le mani forse le quarte mi spiegate in tutto ciò che colpa ne ha deans? Concordo sul discorso italico e sul fatto di cooper e sopratutto (questo non l’ha detto) chi viene dopo deve prendere a calci chi rema contro lo spogliatoio

  8. madflyhalf 3 Ottobre 2012, 23:52

    L’Australia non ha nel numero di franchigie il problema principale.
    Quello principale è l’assenza di un third tier competition a livello nazionale.

    Ci provarono con l’ARC nel 2007 ma crollò sotto costi insostenibili: costi per ingaggi, trasferte e gestione stadi, con un pubblico non affezionato.

    Ora come ora è difficile pensare per loro ad un 3° livello totalmente professionistico, ma non possono farne a meno di una cosa del genere a livello nazionale: in un qualche modo dovranno pensare di portare sotto un unico “ombrello” Shute Shield, QLD Premiership (queste due quando ci sono i giocatori pro di Super Rugby, sono tranquillamente paragonabili ad una ITM senza i nazionali, quindi comunque dignitosa) WA Premiership, Victoria e ACT (almeno, poi eventualmente anche Northern Territories e South Australia e magari anche Tasmania).

    I paragoni con l’Italia sono nel pessimo management dei rapporti tra base e vertice della piramide, ma poi finiscono qui.
    La cultura del gioco è molto più profonda, il ché si ripercuote sui tecnici e sui giocatori.

    Sì vero sono stati asfaltati dal Sudafrica, ma con pseudo-debuttanti in campo, 3e e 4e scelte in determinati ruoli, finendo in 14 per pasticci vari.
    A parti invertite i Bokke venivano ridicolizzati e tritati con 40 punti a casa dei Wallabies, 1 anno fa.
    E non so una Francia con 3e scelte a 9 e 10, seconde, terze e quarte a flanker e 2a linea, seconde e quarte ad estremo e ali, come ne uscirebbe da un test del genere!

  9. Sator Arepo 5 Ottobre 2012, 07:11

    Finirà mai la favola degli isolani negli All Blacks? Non c’è neanche mezzo samoano che sia equiparato dalla NZRU dopo tre anni, sono tutti nati in Nuova Zelanda o ci vivono fin da piccolissimi. Al contrario, il 70% dei nazionali di Tonga e Samoa sono oriundi, nati in Nuova Zelanda da genitori polinesiani e cresciuti in scuole e strutture kiwi.
    Munari, ti considero senza alcun dubbio il più grande esperto di rugby in Italia, perchè continui a diffondere questa leggenda?
    Vogliamo guardare i luoghi di nascita e le squadre dove sono diventati professionisti?

    Squad di Samoa al mondiale 2011 (solo i nati all’estero):

    Ti’i Paulo: nato a Christchurch NZ, cresciuto a Canterbury.
    Census Johnston: nato a Auckland NZ, cresciuto a Taranaki.
    Anthony Perenise: nato a Porirua NZ, cresciuto a Hawke’s Bay.
    Sakaria Taulafo: nato a Nelson NZ, cresciuto a Tasman.
    Daniel Leo: nato a Dunedin NZ, cresciuto nel Sunnybank (AU).
    Filipo Levi: nato a Huntly NZ, cresciuto a Otago.
    Kane Thompson: nato a Wellington NZ, cresciuto a Southland.
    Kahn Fotuali’i: nato a Auckland NZ, cresciuto a Nelson.
    Junior Poluleuligaga, nato a Otahuhu NZ, cresciuto a North Harbour.
    Tasesa Lavea, nato a Taihape NZ, cresciuto a Manukau Counties.
    Johnny Leota, nato a Palmerston North NZ, cresciuto a Manawatu.
    Sailosi Tagicakibau, nato a Auckland NZ, cresciuto a Taranaki.
    Paul Williams, nato a Auckland NZ, figlio di un All Black, cresciuto a Canterbury.
    Ole Avei, nato a Wellington NZ.
    Jeremy Sua, nato a Wellington NZ.
    James So’oialo, nato a Wellington NZ.
    E almeno altri 4 che hanno giocato in Nuova Zelanda fin dalle scuole medie.

    Squad attuale degli All Blacks (tutti i convocati):

    Andrew Hore, nato a Dunedin NZ.
    Keven Mealamu, nato a Tokoroa NZ.
    Charlie Faumuina, nato a Auckland NZ.
    Ben Franks, nato a Melbourne AU da genitori neozelandesi, tornato in NZ a tre anni.
    Owen Franks, nato a Motueka NZ.
    Tony Woodcock, nato a Helensville NZ.
    Brodie Retallick, nato ad Amberley NZ.
    Luke Romano, nato a Nelson NZ.
    Sam Whitelock, nato a Nelson NZ.
    Sam Cane, nato a Rotorua NZ.
    Richie McCaw, nato a Oamaru NZ.
    Liam Messam, nato a Blenheim NZ.
    Adam Thomson, nato a Christchurch NZ.
    Kieran Read, nato a Papakura NZ.
    Victor Vito, nato a Wellington NZ.
    Aaron Smith, nato a Feilding NZ.
    Piri Weepu, nato a Lower Hutt NZ.
    Beauden Barrett, nato a New Plymouth NZ.
    Dan Carter, nato a Southbridge NZ.
    Aaron Cruden, nato a Palmerston North NZ.
    Tamati Ellison, nato a Wellington NZ.
    Ma’a Nonu, nato a Wellington NZ.
    Conrad Smith, nato a Hawera NZ.
    Hosea Gear, nato a Gisborne NZ.
    Cory Jane, nato a Lower Hutt NZ.
    Julian Savea, nato a Wellington NZ.
    Izzy Dagg, nato a Marton NZ.
    Ben Smith, nato a Dunedin NZ.

    Ora, se qualcuno mi vuole cortesemente dire quale è fra le due la squadra che utilizza gli equiparati, sarei molto grato…

    • pepe carvalho 5 Ottobre 2012, 11:21

      ma quelli di samoa non sono equiparati….sono samoani nati all’estero, come castro, garcia, gower, barbieri,orquera….e altri ancora.
      scherzo, io sono per lo ius soli e lo ius sanguinis (anche se mi sembra strano far votare per l’italia argentini che vivono una realtà completamente diversa).
      credo che i problema sia un gran casino e la vera limitazione debba essere su chi ha fatto la formazione vera, anche se poi si tratta di mettersi d’accordo di quanti anni sia e quando inizia e termina la formazione stessa.

    • And 6 Ottobre 2012, 00:16

      hai sbagliato il tiro. Uno come Kahn Fotuali’i (che ho visto stasera) è un Kiwi ma figlio di samoani quindi per passaporto ha diritto a giocare per Samoa (anche xkè chiuso negli AB), nn è equiparato (come i nostri sudafricani o Robertson). Esempio analogo nel calcio dove l’Algeria degli ultimi Mondiali era composta pressochè al 100% da giocatori francesi di ascendenza algerina (perchè chiusi da altri + bravi nella Francia mentre Benzema o Zidane nn hanno avuto ostacoli per la loro bravura a trovar posto nei Bleus). Lo stesso per Mealamu, forte com’è è una colonna degli AB mentre se era + scarso andava bene x Samoa. Di quelli che hai menzionato l’unico che aveva chance cogli AB era Paul Williams poi il treno è passato acnhe x lui e ha scelto Samoa

  10. Sator Arepo 6 Ottobre 2012, 04:30

    No, non ho sbagliato proprio niente, ho scritto che lo squad di Samoa è formato da oriundi, leggi figli di samoani nati e cresciuti all’estero. Su Paul Williams hai ragione: è effettivamente un kiwi equiparato da Samoa.
    I samoani e i tongani nascono in NZ con entrambe le cittadinanze, quella dei genitori e quella del luogo di nascita, ma come rugbisti sono integralmente prodotti del movimento neozelandese. Se ti sembra corretto dire, come fa Munari, che un cittadino neozelandese che ha sempre giocato a rugby in NZ è un All Black equiparato perchè i genitori sono nati a Samoa, allora è inutile discutere.
    Le isolane, d’altra parte, si avvantaggiano del lavoro degli altri convocando giocatori non formati da loro. Questo è un dato di fatto. È come se Castrogiovanni fosse sempre rimasto in Argentina e noi accusassimo i Pumas di avercelo rubato, sulla base del fatto che aveva un nonno italiano. Esattamente la stessa cosa.
    I dati li ho scritti sopra: giratela come volete, ma checchè ne dica Vittorio gli All Blacks non hanno neanche mezzo equiparato.

  11. Hullalla 10 Ottobre 2012, 01:01

    L’Australia ha fatto un mondiale deludente?
    Magari facesse un mondiale cosi’ deludente anche l’Italia!
    Certo e’ vero che Quade ha fatto un mondiale bruttissimo, ma Australia Sudafrica e’ una partita che verra’ ricordata per un pezzo (anche se l’hanno pagata la partita successiva…)

Lascia un commento

item-thumbnail

Quando nel Tinello si sarebbe fatto volentieri un cambio tra Sudafrica e Tonga

Vittorio Munari ci presenta le sue riflessioni dopo la chiusura del mese di Test Match internazionali. Aspettando Inghilterra-Australia

1 Dicembre 2016 I nostri esperti / Il tinello
item-thumbnail

Un pezzo di Storia, la sfida con Tonga e ranking da RWC: tutti nel Tinello!

Vittorio Munari ci accompagna nella rilettura del trionfo sugli Springboks, senza dimenticare cosa succede in giro per Ovalia

23 Novembre 2016 I nostri esperti / Il tinello
item-thumbnail

Fuori gli All Blacks, dentro gli Springboks: un Tinello che è una giostra

Con Vittorio Munari rileggiamo la gara di sabato contro i tuttineri e vediamo cosa dobbiamo aspettarci dal Sudafrica

15 Novembre 2016 I nostri esperti / Il tinello
item-thumbnail

Il Tinello di Vittorio Munari apre la sua porta a Italia-All Blacks

La storica vittoria dell'Irlanda sulla Nuova Zelanda in quel di Chicago è la portata forte del menù odierno. Ma certo non l'unica...

7 Novembre 2016 I nostri esperti / Il tinello
item-thumbnail

Un Tinello tra Rugby Championship e test-match molto azzurri

Vittorio Munari ci parla delle gare dello scorso fine settimana e delle sfide che a novembre attendono l'Italia

13 Ottobre 2016 I nostri esperti / Il tinello
item-thumbnail

Un Tinello con un tallonatore monstre, Pumas sempre in viaggio e un po’ di Venter…

Vittorio Munari torna sullo stato di salute di All Blacks, Sudafrica e Argentina. E sul papabile tecnico per l'Italrugby ricorda che...

22 Settembre 2016 I nostri esperti / Il tinello