Una situazione che coinvolge in qualche modo anche l’Italia che affronterà proprio la Scozia nel primo match del sei nazioni

La federazione scozzese conferma la fiducia a Gregor Townsend nonostante le feroci critiche di tifosi ed esperti
La Scottish Rugby Union fa il punto della situazione sulla sua nazionale e sul futuro del suo allenatore. Dopo un novembre tutt’altro che brillante infatti, chiuso con due vittorie (contro squadre del Tier 2) e due sconfitte (contro Argentina e All Blacks), il momento che stanno attraversando i Braveheart è tutt’altro che felice.
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La federazione scozzese conferma la fiducia a Gregor Townsend nonostante le feroci critiche di tifosi ed esperti
L’occasione per parlare della situazione in essere è stata quella del Scottish Rugby’s annual meeting, presieduto dal CEO Alex Williamson. Gli addetti ai lavori e i tifosi imputano a Townsend il fatto di non aver approfittato di una gara casalinga contro degli All Blacks “abbordabili” (vinta 17-25 dalla Nuova Zelanda in volata e in rimonta, ndr) e di aver incassato una sconfitta contro i Pumas, dopo che l’avvio di gara aveva visto la Scozia portarsi avanti addirittura 21-0, prima di subire una rimonta incredibile, con i sudamericani capaci di imporsi a Murrayfield per 24-33; in uno stadio che ha ricoperto di fischi e critiche i giocatori e molto anche un allenatore che ha visto la sua stabilità della sua posizione andare in difficoltà.
Una situazione tesa, ma la federazione ha confermato la sua fiducia al ct
Così Williamson su Townsend: “Abbiamo un accordo firmato con Townsend, con la piena aspettativa che l’accordo venga rispettato sino alla Rugby World Cup 2027 (momento poi della scadenza dello stesso, ndr)”.
Poi ha aggiunto: “C’era grande ottimismo per un novembre “pieno” per la Scozia? Questo la dice lunga su quante aspettative vi fossero e su come la squadra sia cresciuta in questi anni. E’ chiaro che siamo delusi, non si può non dirlo: contro Nuova Zelanda e Argentina ci saremmo aspettati almeno una vittoria”.
Nello specifico: “Guardando la partita contro gli All Blacks ho pensato a un certo punto che avremmo potuto vincere anche con 20 punti di scarto. Se penso alla gara contro l’Argentina, una squadra che riesce con costanza ormai da anni ad arrivare fra le migliori ai Mondiali, quel 21-0 iniziale: è stato deludente non arrivare a portare a casa la partita”.
Poi ritorna su Townsend e sul suo staff: “Penso che il corpo tecnico sia di un livello eccezionale. Ci sono stati progressi e uno sviluppo importante, questo ovviamente non deve togliere nulla però alla nostra analisi attuale. Dobbiamo continuare ad avere fiducia e per fare questo dovremo dare certezza al nostro pensiero: siamo qui per questo. Non prevedo cambiamenti”.
Il Sei Nazioni 2026 e quella prima partita contro l’Italia
La Nazionale del Cardo ha nel Sei Nazioni 2026 il primo impegno internazionale dopo questa vicenda. Coinvolta in questa situazione anche l’Italia di Gonzalo Quesada: gli azzurri infatti saranno i primi avversari degli uomini di Townsend, a Murrayfield il 7 febbraio dalle ore 15:10.
Per la Scozia sarà una prova del nove per certi versi, e una situazione da interpretare. Situazione da “arma a doppio taglio”: un vantaggio per gli Azzurri da un lato, qualora dovessero riuscire a minare le sicurezze scozzesi, o uno svantaggio, perché la Scozia potrebbe entrare in campo più determinata del solito per voler dimostrare che le circostanze vissute nel mese di novembre siano state solo un passo falso nel percorso verso la Rugby World Cup 2027.
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