Il tecnico, in un editoriale su Planet Rugby, si è sfogato contro un sistema di regole “irrealistico e sbagliato” e ne ha avuto per tutti

5 regole del rugby che secondo un furioso Eddie Jones bisognerebbe cambiare (Photo by Adrian Dennis / AFP)
Eddie Jones è un fiume in piena, e fin qui non è una novità. Questa volta però lo ha scritto in prima persona, in un editoriale pubblicato dal tecnico stesso su Planet Rugby parlando dell’incoerenza tra le varie decisioni arbitrali e soprattutto della necessità di proporre delle regole realistiche per il rugby: “Dice molto sullo stato del gioco il fatto che, dopo aver visto quattro incredibili test match nel weekend, oltre ad altri due davvero molto buoni, tutto il rumore si sia concentrato sulle decisioni arbitrali, sui cartellini e sugli interventi del TMO”.
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“Ammetto che sabato a Cardiff ero frustrato. La decisione in campo ha tolto, ingiustamente come poi si è capito, un nostro difensore chiave nei momenti finali della partita col Galles (rosso al 79′ a Harry Hockings, poi sconfessato dalla commissione disciplinare, ndr). Ma questo è solo un micro episodio. Diamo un’occhiata a qualche statistica del weekend: nella nostra partita siamo stati in campo in totale 93 minuti. Di questi, per 41 minuti abbiamo avuto il pallone in gioco, altri 52 minuti sono stati di interruzioni. È davvero questo ciò per cui il tifoso paga il biglietto?”.
“Il problema – prosegue Eddie Jones – è che stiamo cercando la perfezione nello sport più complesso che ci sia, ed è irrealistico. Forse i social media alimentano tutto questo: tanti tifosi appassionati che discutono all’infinito di micro-momenti basandosi su replay al rallentatore e fotogrammi estrapolati completamente fuori contesto, perché mostrano solo un istante”.
Eddie Jones sull’eccesso di cartellini
Jones ha poi criticato l’utilizzo eccessivo del TMO e l’eccesso di cartellini di questa settimana: “In tutte le partite ci sono stati in totale 61 interventi del TMO, con un tempo di interruzione totale di 170 minuti! I canali tv hanno pagato per trasmettere quasi 3 ore di indecisione. Assurdo. Abbiamo visto 14 cartellini gialli e due rossi, uno diretto e uno passato da giallo a rosso dopo 20 minuti. Uno dei fattori chiave che non aiuta è l’uso di fotogrammi congelati e replay al rallentatore. Semplicemente non restituiscono un’immagine reale della dinamica del rugby”.
Il tecnico poi ricorda il rosso a Lood De Jager in Francia-Sudafrica: “Lood è alto 2,06 metri ed entra per pulire e contestare. Thomas Ramos è in ginocchio, tecnicamente fuori dal gioco. Mentre Lood si avvicina il numero di azioni dinamiche in corso è enorme e dobbiamo riconoscerlo. Le decisioni vengono prese in modo binario e c’è la tendenza a far combaciare le immagini ai protocolli, piuttosto che far sì che le azioni rispecchino la realtà. Parliamo di frazioni di secondo e, allo stesso tempo, chiediamo a un uomo di 2,06 m per 130 kg di modificare il proprio movimento in quelle frazioni di secondo, il che è quasi biomeccanicamente impossibile”.
Sulle entrate di spalla
Un altro discorso sul quale Jones ha detto la sua anche sui placcaggi “di spalla”, un termine sempre più utilizzato e un fallo sempre più punito: “Ho un grosso problema con il modo in cui viene interpretata l’espressione “entrare di spalla”. Che sciocchezza! Non puoi effettuare un placcaggio senza usare prima la spalla, è un’idea assurda. Il contatto avviene sempre prima con la spalla, e poi le braccia si chiudono attorno all’avversario: è così che funziona meccanicamente un placcaggio”.
“Lo paragono a prendere una palla da cricket. Non la prendi con le dita: te le spezzeresti, qualsiasi giocatore di cricket lo sa! La prendi con il palmo, e quando la palla si adagia, le dita si chiudono attorno per bloccarla. Nel rugby succede lo stesso in un placcaggio dominante: il contatto si appoggia sulla spalla e subito dopo le braccia si stringono attorno al portatore di palla. Quindi, rallentare l’azione e fermare l’immagine proprio nell’istante in cui si vede la spalla davanti MOSTRERÀ SEMPRE (Jones stesso utilizza le maiuscole, ndr) l’assenza di un “wrap”, cioè delle braccia che avvolgono l’avversario. Ma in realtà l’avvolgimento c’è – come abbiamo visto nei casi di Harry Hockings e Franco Mostert – solo che compare nei fotogrammi successivi. Se arbitri e TMO congelano le immagini o usano il super-rallenty in situazioni del genere, non stanno vedendo la dinamica reale”.
Le 5 regole del rugby da cambiare secondo Eddie Jones
Eddie Jones ha concluso il suo pezzo elencando 5 regole del rugby che per lui andrebbero cambiate.
- “Il TMO deve intervenire solo nei casi di gioco scorretto o per valutare se c’è o meno una meta”
- “Bisogna definire chiaramente il concetto di “cynical play”, di fallo malizioso: un giocatore che intercetta la palla con una mano sola lo fa quasi sempre in modo intuitivo. È intuizione, non malizia. E un giocatore che fa un’intercetto a tutto campo è uno spettacolo per il pubblico”
- “Basare le decisioni sull’azione a velocità reale, eliminando i fotogrammi ‘congelati’ che estrapolano i contatti dal contesto. Non bisogna ‘guardare il punto d’impatto’ di valutare l’intenzione complessiva del gesto”.
- “Eliminare la confusione sui cartellini: il giallo è per falli ripetuti o maliziosi, il rosso per gioco scorretto o pericoloso. Semplice”.
- “Aumentare il ritmo del gioco: togliere le interruzioni prolungate e far sì che la fatica diventi parte naturale del match, creando spazio e premiando l’atletismo. Come si può premiare l’atletismo se in una partita ci sono 52 minuti di interruzioni?”.
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