Gli inizi a San Donà, l’esperienza in Inghilterra e la convocazione di Quesada, che non ha esitato a dargli fiducia

Enoch Opoku Gyamfi: chi è il nuovo colosso della seconda linea azzurra
Enoch Opoku Gyamfi è una delle giovani promesse più interessanti del rugby italiano. Nato a Portogruaro nel 2006 e cresciuto rugbisticamente nel vivaio del Rugby San Donà, ha rapidamente catturato l’attenzione per il suo fisico imponente: 196 cm d’altezza e un peso di 146 kg.
Dopo i primi approcci con il settore giovanile della società veneta, il suo percorso è proseguito in Inghilterra, dove si è trasferito e ha cominciato a giocare prima nel Milton Keynes Rugby e poi nell’Academy del Bath, il club attualmente campione in carica della Prem Rugby.
Gyamfi ha già vestito la maglia dell’Italia Under 20, partecipando allo scorso Sei Nazioni di categoria e al campionato mondiale, andato in scena l’estate 2025 proprio in Italia. La sua convocazione con la nazionale maggiore è arrivata pochi mesi dopo, quando il ct Gonzalo Quesada lo ha incluso tra i giocatori in raduno per le Quilter Nations Series, insieme ad altri giovani talenti ai primi passi sul palcoscenico internazionale.
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Lo spostamento in Inghilterra e l’inizio dell’avventura azzurra
Lo spostamento in Inghilterra è avvenuto con la famiglia nel 2020, in piena pandemia. I genitori di Opoku Gyamfi sono originari del Ghana e si sono trasferiti in Italia dopo il matrimonio. Successivamente ecco l’arrivo nel Regno Unito dove il giovane talento italiano ha iniziato un percorso scolastico alla St. Paul’s Catholic School di Milton Keynes, poi proseguito alla Bath University.
Nel novembre 2024 Opoku-Gyamfi è finito sotto i radar del programma Exiles della FIR e ha rappresentato l’Italia Under 19 contro la Francia. Da quella partita l’ascesa verso il rugby seniores è stata molto rapida.
Intervistato dal quotidiano La Nuova Venezia Mestre, Gyamfi ha confessato che la chiamata azzurra è stata un bellissimo shock: “Non me l’aspettavo. Quando ho visto la notizia sono rimasto scioccato e ho chiamato subito i miei genitori.”
Ha anche parlato del suo inserimento nel gruppo maggiore: “Riesco a essere me stesso e fare tutto quello che devo, non avendo paura di sbagliare”, ha spiegato, grazie al supporto di compagni più esperti e di uno staff che non lo relega al ruolo di semplice prospetto.
Le prospettive future di Enoch Opoku Gyamfi
“Quando ero piccolo in Italia, ammiravo sempre Maro Itoje “, spiega Opoku-Gyamfi in un’intervista al Telegraph del marzo 2025 – “Per me era una stella, semplicemente perché era un altro giovane di colore che stava riscuotendo successo. Ovviamente lui era in una posizione diversa, ma pensavo che Anthony Watson fosse il miglior giocatore del mondo, un giocatore di grande talento.
“Da quando gioco seconda linea, ci sono due persone che ammiro. Will Skelton è un atleta dalle grandi dimensioni fisiche, il primo che ho visto giocare in quel ruolo con la mia stazza. È una fonte d’ispirazione e, in pratica, gioca come voglio giocare io. Anche guardare Posolo Tuilagi al Sei Nazioni l’anno scorso mi ha dato più motivazione, perché ho pensato che persone come me potessero arrivare lontano.”
Modelli di riferimento che calzano a pennello e ricalcano le sue caratteristiche: seconde linee di impatto, che garantiscono placcaggi e incursioni con la palla in mano.
La chiamata di Quesada in questo senso non è solo un premio, ma un vero investimento sul futuro della seconda linea italiana: il suo mix di potenza e versatilità (ha giocato anche in terza linea a numero 8) potrebbe renderlo un elemento chiave nel pacchetto di mischia azzurro per i prossimi anni.
Adesso la palla passa al ragazzo, che con ogni probabilità dovrebbe esordire sabato 22 novembre a Genova nella sfida tra l’Italia e il Cile. Tecnicamente può ancora giocare in Under 20, e con un bagaglio di esperienza simile è pronto a portare un grande contributo anche al gruppo di Andrea Di Giandomenico, qualora venisse coinvolto ancora con gli Azzurrini.
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