Quilter Nations Series: le pagelle di Italia-Sudafrica

Alcune prestazioni sono ben sopra la sufficienza, alcuni Azzurri però sono mancati nei momenti chiave. Ecco i nostri voti

italia - sudafrica 2025 ph. S.pessina

Quilter Nations Series: le pagelle di Italia-Sudafrica (ph. Sebastiano Pessina)

A tratti l’Italia ha tenuto testa al Sudafrica: sono mancati i dettagli, quei momenti che decidono le partite e che gli Springboks sono molto più abituati a cogliere rispetto agli Azzurri, che non sempre sono riusciti a giocare al massimo delle loro potenzialità. Il cartellino rosso a Mostert, paradossalmente, ha tolto lucidità alla squadra di Quesada. Molte prestazioni però sono sopra la sufficienza, alcune di assoluto livello. Altri Azzurri invece hanno giocato al di sotto delle aspettative: ecco i nostri voti.

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Le pagelle di Italia-Sudafrica

Ange Capuozzo 7 – La sua è una meta “alla Capuozzo”, con quella fiammata a velocità doppia che solo lui ha. Messo sotto pressione nel gioco aereo a volte fatica ma ne esce tutto sommato bene, a dimostrazione che l’altezza non è tutto. È l’azzurro con più metri guadagnati e anche quello che riesce a portare via più uomini palla in mano a ogni ripartenza, anche se qualche volta tende a strafare.

Louis Lynagh 5 – Sulle palle alte è sempre in sofferenza (un solo pallone importante vinto). Contro Van der Merwe non fa molta fatica, ma quando Erasmus sposta Moodie dal suo lato sono dolori: gli va via con troppa facilità in occasione della meta di Williams.

Juan Ignacio Brex 6.5 – La meta di Capuozzo nasce da una carica in cui porta via 3 avversari e mette l’Italia in avanzamento. Rispetto al solito fa più lavoro in attacco rispetto alla difesa, ma poteva sfruttare meglio la superiorità numerica. Un paio di errori evitabili in fase di impostazione: in particolare due calcetti a cercare la profondità quando si poteva continuare a giocare alla mano.

Tommaso Menoncello 5.5 – Ingabbiato dalla morsa dei sudafricani, prova a districarsi e a fare a sportellate. Un paio di iniziative interessanti,  ma ogni tanto si isola e quel pallone dopo il break di Zuliani a un passo dalla meta andava tenuto.

Monty Ioane 5 – Poco servito, ma anche poco presente. Appare scarico e non riesce a dare l’avanzamento che servirebbe, in un più commette due falli evitabili. (Allan 6 – Due palloni aerei vinti dopo il suo ingresso, al 69′. Hooker lo salta facilmente in occasione dell’ultima meta, ma quelle situazioni sono quasi indifendibili. La partita era adatta alle sue caratteristiche, forse poteva entrare prima. Peccato)

Paolo Garbisi 5.5 – Molti dei suoi up&under sono precisi e ben portati, a volte però esagera e forza troppo la giocata, con un paio di cross-kick evitabili, e in generale poteva sfruttare meglio la superiorità numerica in alcuni frangenti. In difesa è il solito valore aggiunto. Perfetto sulla meta di Capuozzo, ma gli errori dalla piazzola (su calci non impossibili) abbassano il voto.

Stephen Varney 6 – Quando si gioca a mille all’ora è nel suo habitat naturale, e infatti dà il meglio di sé quando l’Italia ha modo e spazio per attaccare. Quando il ritmo è spezzettato e la pressione aumenta fa più fatica. Un paio di passaggi a vuoto (letteralmente) ma tutto sommato anche in queste situazioni si dimostra cresciuto rispetto al passato. (Page-Relo 5.5 – Vero che non è al 100%, ma il suo ingresso avrebbe dovuto servire a dare un ordine che purtroppo non si vede)

Lorenzo Cannone 5 – La sua è la solita prestazione difensiva da leone, ma il fallo che gli costa il giallo – per quanto non potesse effettivamente smaterializzarsi, purtroppo le regole sono queste e bisogna tenerne conto prima di intervenire – è una botta pesante nel momento in cui gli Azzurri potevano fare la differenza.

Manuel Zuliani 8 – Solito guerriero. Pronti-via è suo il primo tenuto della partita, poi lotta su ogni possesso sudafricano (e conquista 3 turnover, di cui uno vale il piazzato del 6-10) e alla fine chiude con 16 placcaggi. Bene anche in attacco, con 2 difensori battuti e tante cariche. Se quell’offload a Menoncello a 2 metri dalla linea di meta fosse andato a buon fine sarebbe diventato direttamente eroe nazionale.

Ross Vintcent 6 – Partita da luci e ombre: 14 placcaggi e solido in rimessa laterale, ma anche falloso e poco preciso in mezzo al campo. Evitabile quel fallo di reazione a inizio gara (anche se Van den Berg ha colpe quanto lui, ma non viene punito). Sommando il tutto, la media è comunque sufficiente. Peccato davvero per l’infortunio, sperando non sia grave. (Favretto 6,5 – Tra i subentranti è uno dei pochi che riesce ad avanzare a contatto. Buon ingresso)

Andrea Zambonin 6.5 – Bene in rimessa laterale e in difesa, a dimostrazione di una maturazione ormai pianamente raggiunta. Con il fisico che ha poteva forse fare di più in attacco, ma anche stavolta la sua è una partita di livello. (Ruzza 6 – Buona prestazione difensiva, ma da lui ci si aspetta quel qualcosa in più che stavolta non arriva)

Niccolò Cannone 6.5 – Molto utilizzato non solo in difesa ma anche in attacco: magari non farà vagonate di metri, ma sigilla sempre il possesso e anche in rimessa laterale si propone come alternativa importante. (Odiase s.v.)

Marco Riccioni 7 – Negli ultimi tempi in Nazionale non era riuscito a fare la differenza, a Torino l’ha fatta alla grande. Benissimo in mischia, bene anche in mezzo al campo. (Ferrari 6 – Tra le prime linee il suo è il miglior ingresso, buon lavoro in mischia)

Giacomo Nicotera 7 – A inizio secondo tempo piazza due placcaggi mostruosi (e in totale saranno 14). Bene al lancio, nonostante la pressione degli Springboks, e si fa sentire anche in attacco. (Di Bartolomeo 5.5 – Al primo tentativo di placcaggio viene travolto da Steenekamp. Poi piano piano entra a regime, ma gli manca ancora qualcosa per incidere a livelli così alti)

Danilo Fischetti 6.5 – In occasione della meta di Van den Berg può poco contro un Louw appena entrato e con 60 minuti nelle gambe. Fino a quel momento, però, aveva fatto una grande partita, in mischia e non solo. (Spagnolo 5.5 – Non incide come al solito. Tiene quel che può in mischia ma non basta)

A cura di Francesco Palma

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