Quilter Nations Series: Inghilterra-All Blacks, la madre di tutte le partite

Andrea Piardi dirige il titanico scontro di Twickenham: gli inglesi non vincono dal 2019 ma sentono che questo è il momento giusto per battere i kiwi

Maro Itoje

Quilter Nations Series: Inghilterra-All Blacks, la madre di tutte le partite – ph. Sebastiano Pessina

Il 2 novembre del 2024, poco più di un anno fa, gli All Blacks sono usciti vittoriosi da Twickenham per 24-22 grazie a una meta di Mark Tele’a a quattro minuti dalla fine. Il 19 novembre del 2022, nello stesso stadio, le squadra hanno impattato sul 25-25 con un’incredibile rimonta inglese, capace di segnare tre mete negli ultimi 8 minuti. Il 10 novembre 2018 vittoria neozelandese, sempre nel fortino inglese, per un solo punto, 15-16. L’8 novembre del 2014 gli All Blacks la scamparono 24-21.

Negli ultimi dieci anni, insomma, il tempio del rugby inglese è stato territorio di conquista per la Nuova Zelanda, che ha sempre però dovuto vendere carissima la pelle per portare a casa un successo. Nel corso di questo decennio l’Inghilterra ha saputo affermarsi solo una volta sugli All Blacks, nella mitologica semifinale della Rugby World Cup 2019.

Adesso gli uomini vestiti in bianco pensano che sia giunto il momento opportuno per prendersi una rivincita su quelli che vestono di nero.

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Dopo la fine della Rugby World Cup 2023 Steve Borthwick ha lavorato con una rosa che ha saputo crescere sotto tutti i profili, riportandola nel novero delle prime cinque del mondo. Ha sperimentato assetti diversi e oggi, per questa sfida che per entrambe rappresenta l’acme del novembre internazionale, ha scelto una squadra molto diversa da quella a cui ci aveva abituato nella scorsa stagione.

Un’Inghilterra che si basa molto sul momento di forma dei giocatori, che sceglie di lasciare un po’ di respiro ad alcuni dei Lions che sono stati in Australia la scorsa estate (Tommy Freeman, Fin Smith), e che si presenta con un pack molto atletico e una linea di trequarti che sembra fatta per dominare il gioco aereo.

Di fronte avrà degli All Blacks provati dalla battaglia di Murrayfield della scorsa settimana, che li ha visti difendere eroicamente per quasi tutta la partita, prima che Damian McKenzie vestisse i panni di un’apparizione divina, decidendo l’incontro con tre azioni superumane negli ultimi dieci minuti di gara.

Un match che ha certo avrà pure rinsaldato però la fiducia in sé stessi degli uomini di Scott Robertson, che ritrova l’importante presenza del capitano Scott Barrett in seconda linea, inserisce Billy Proctor come centro, sposta Leicester Fainga’anuku nel ruolo di ala e si affida alla forza clamorosa di Cam Roigard, che in più di un momento ha saputo caricarsi la squadra sulle spalle con azioni decisive una settimana fa.

Le due squadre sembrano di un livello davvero simile, ma stanno vivendo momenti diversi: l’Inghilterra sembra scoppiare di salute e vivere un trend in ascesa; gli All Blacks resistono con le unghie e con i denti all’usura del finale di stagione e a una profondità della rosa non così stellare come un tempo.

È questa contrapposizione che fa guardare alla partita con un certo favore verso i padroni di casa, ma solo gli 80 minuti di sabato pomeriggio potranno stabilire la realtà dei fatti: si gioca alle 16.10, con diretta TV su Sky Sport Arena.

In mezzo al campo ci sarà l’arbitro italiano Andrea Piardi, affiancato dagli assistenti Gianluca Gnecchi e Luc Ramos in campo. Una designazione di assoluto prestigio: anche per un direttore di gara Inghilterra-All Blacks è la madre di tutte le partite, tanto quanto per i 46 giocatori coinvolti.

Inghilterra: 15 Freddie Steward, 14 Tom Roebuck, 13 Ollie Lawrence, 12 Fraser Dingwall, 11 Immanuel Feyi-Waboso, 10 George Ford, 9 Alex Mitchell, 8 Ben Earl, 7 Sam Underhill, 6 Guy Pepper, 5 Alex Coles, 4 Maro Itoje (c), 3 Joe Heyes, 2 Jamie George, 1 Fin Baxter
A disposizione: 16 Luke Cowan-Dickie, 17 Ellis Genge, 18 Will Stuart, 19 Chandler Cunningham-South, 20 Tom Curry, 21 Henry Pollock, 22 Ben Spencer, 23 Marcus Smith

Nuova Zelanda: 15 Will Jordan, 14 Leroy Carter, 13 Billy Proctor, 12 Quinn Tupaea, 11 Leicester Fainga’anuku, 10 Beauden Barrett, 9 Cam Roigard, 8 Peter Lakai, 7 Ardie Savea, 6 Simon Parker, 5 Fabian Holland, 4 Scott Barrett (c), 3 Fletcher Newell, 2 Codie Taylor, 1 Ethan de Groot
A disposizione: 16 Samisoni Taukei’aho, 17 Tamaiti Williams, 18 Pasilio Tosi, 19 Josh Lord, 20 Wallace Sititi, 21 Cortez Ratima, 22 Anton Lienert-Brown, 23 Damian McKenzie

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