Dopo l’impresa sfiorata il tecnico si dice orgoglioso della prestazione dei ragazzi, pur mettendo l’accento su alcune imprecisioni che avrebbero potuto far girare la partita dalla parte degli Azzurri

Italia: le parole di Gonzalo Quesada dopo la partita contro il Sudafrica (ph. Sebastiano Pessina)
TORINO – L’Italia ha sognato per 70 minuti, poi alla fine è venuto fuori il Sudafrica, capace di uscire alla distanza e vincere 32-14 una partita che gli Azzurri avevano reso molto complicata agli Springboks. Una partita che, come racconta Gonzalo Quesada in conferenza stampa, si poteva anche portare a casa: “In questo momento vivo emozioni contrastanti. Sono orgoglioso di tante cose che ho visto oggi, del modo in cui abbiamo applicato il piano di gioco e siamo riusciti a fare le cose che avevamo preparato in allenamento, del modo in cui siamo stati disciplinati, dalla nostra competitività. Ma sono anche deluso perché avevamo costruito una partita che potevamo vincere”.
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“Purtroppo ci sono mancati i momenti chiave” prosegue Quesada: “Pensiamo ad esempio all’ultima mischia del primo tempo, quando abbiamo preso un calcio libero e da lì abbiamo preso una meta molto pesante, oppure ad alcuni momenti in cui potevamo cercare la meta invece dei 3 punti. Poi il Sudafrica quando ha avuto a disposizione dei palloni di contrattacco ha fatto la differenza”.
Tutto questo, però, per il c.t. azzurro deve essere una lezione per il futuro: “Vogliamo continuare a lavorare sulla mentalità, sul diventare più ‘killer’, più pragmatici, più precisi nei momenti in cui possiamo segnare e fare male, imparando ad approfittare dei momenti positivi. Oggi potevamo fare ancora meglio, anche se abbiamo fatto bene”.
“Un’occasione sprecata? L’occasione l’abbiamo avuta non perché è apparsa dal nulla ma perché ce la siamo creata. Quando giochi così contro i migliori al mondo è merito tuo che ti sei creato l’opportunità, e questo mi rende davvero orgoglioso dei ragazzi” risponde Quesada.
Il match è stato caratterizzato da tanti cartellini, tra cui il rosso a Mostert e il giallo a Cannone: “A volte sono episodi veramente difficili da giudicare, pensiamo anche al calcio contro che prendiamo all’inizio quando Vintcent spinge Van den Berg e poi Van den Berg continua a spingere Ross, ma il fallo contro lo prende solo lui. Eppure sono entrambi sudafricani (ride, ndr). In realtà non voglio parlare dell’arbitro, non deve essere un alibi e non incide sulla prestazione di oggi”.
Sulle palle alte: “È vero, il Sudafrica è la squadra migliore al mondo anche sotto questo punto di vista. Hanno il 65% dei palloni recuperati dai propri calci, ma credo che oggi siamo riusciti a rendere la loro percentuale più bassa. E la nostra meta nasce da una palla alta vinta da Nacho Brex, quindi non credo siamo stati inferiori da questo punto di vista. Ci sono mancate più che altro le seconde palle, che invece hanno spesso vinto loro”.
Come contro la Francia, anche in questa occasione il Sudafrica è stato in grado di “annullare” l’inferiorità numerica con un posizionamento difensivo perfetto, come spiega capitan Brex: “Sì. Questi momenti li sanno gestire molto bene. Due mondiali di fila non si vincono per caso. Sono esperienze che loro hanno vissuto molto di più rispetto a noi, anche se non deve essere un alibi. Noi dovremmo lavorare meglio su come gestire queste situazioni in superiorità numerica”.
Francesco Palma
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