Un fine settimana che rilancia lo status delle prime due squadre al mondo, la qualità dei Pumas, la continuità degli inglesi, mentre gli Azzurri si godono il riconoscimento internazionale

Il secondo turno delle Quilter Nations Series 2025 ha restituito un weekend di rugby spettacolare e pieno di spunti. Dalle vittorie convincenti di Sudafrica e Nuova Zelanda, alla netta affermazione dell’Argentina a Cardiff, fino alla prestazione dell’Italia contro l’Australia: un fine settimana che ridisegna le gerarchie e conferma quanto il panorama internazionale stia vivendo una fase di grande equilibrio e qualità.
Proprio gli Azzurri di Gonzalo Quesada sono la vera sorpresa del fine settimana, perché sono gli unici a avere ottenuto la vittoria contro chi li precedeva nel ranking. Un successo costruito con pazienza e maturità, che ha raccolto consenso unanime a livello internazionale, sintomo di una squadra in crescita.
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Quilter Nations Series: il borsino del secondo turno, chi sale
Il Sudafrica ha ribadito la sua supremazia, non solo nel ranking, ma anche dal punto di vista tecnico. Gli uomini di Rassie Erasmus erano chiamati a dimostrare di essere in grado di reggere l’urto di una Francia agguerrita e ancora una volta hanno confermato una facilità disarmante nel gestire la pressione dei grandi appuntamenti. Impatto fisico ai massimi livelli, freddezza e profondità dell’organico sono decisamente i punti di forza dei campioni del mondo, mai così dominanti.
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Vittoria di spessore anche per gli All Blacks, capaci di tenere a bada una Scozia particolarmente vogliosa di ottenere uno scalpo di lusso davanti al pubblico di casa. Niente da fare, l’atmosfera di Murrayfield non è stata sufficiente per battere gli All Blacks, particolarmente indisciplinati, ma bravi nel costruire le premesse di un successo che sembrava più difficile del previsto. Gli uomini di Scott Robertson si apprestano ad affrontare l’Inghilterra con tante aree del gioco da implementare, ma anche con un 2 su 2 che obbliga Steve Borthwick a preparare nei minimi dettagli il match clou del 15 novembre.
Anche gli inglesi stanno di diritto tra i top della settimana grazie alla vittoria per 38 a 18 sulle Fiji, affiancati da una rediviva Irlanda, capace di tornare alla vittoria con un netto 41 a 10 contro il Giappone di Eddie Jones. Più sorprendente (soprattutto in termini di punteggio) è la vittoria dei Pumas contro il Galles. Probabilmente in pochi dalle parti di Cardiff si aspettavano un’affermazione contro i forti argentini, peraltro reduci da un buon Rugby Championship e con un regista come Geronimo Prisciantelli in ottima forma, ma la facilità con cui la formazione sudamericana si è sbarazzata dei Dragoni fa presagire che il lavoro da fare per Steve Tandy sia ancora tanto.
Quilter Nations Series: il borsino del secondo turno, chi scende
La Francia è, senza troppi giri di parole, la grande delusa. Oltralpe si respirava l’aria del grande evento, c’era la convinzione di una possibile rivincita morale contro il Sudafrica che aveva negato la gioia di giocarsi la possibilità di vittoria in Coppa del Mondo nel 2023. Niente da fare, i Bleus non hanno centrato l’obiettivo.
Sul banco degli imputati sono finiti un po’ tutti: da Galthié che si è affidato ad una prima linea inesperta, passando per i leader della squadra che non hanno spinto sull’accelleratore quando gli avversari sono rimasti in 14, fino agli impact player della panchina, incapaci di dare un impulso quando sono entrati a partita in corso. E dalle parti di Parigi c’è già chi parla di novembre 2025 come un fallimento totale.
Delude anche l’Australia di Joe Schmidt, schiacciata da un’Italia più completa e disciplinata. Nonostante quella di Udine potesse essere la classica partita “sliding doors”, da cui costruire una seconda parte della finestra autunnale in crescendo, i Wallabies non sono riusciti a venire a capo di un match in cui il controllo delle emozioni era fondamentale per portare a casa il risultato.
Anche se non si può parlare di flop, la Scozia resta tra le squadre che non hanno convinto. Le premesse della partita con gli All Blacks erano un po’ le stesse di sempre: sembrava la volta buona per il salto di qualità definitivo e così non è stato. A frenare gli uomini di Gregor Townsend è stata soprattutto la scarsa efficacia offensiva: troppe occasioni mancate contro un avversario smaliziato e capace di colpire ogni volta che si affacciava nei ventidue. Domenica 16 ottobre a Edimburgo arriva l’Argentina, un’occasione per cercare nuovamente quella vittoria di prestigio che troppo spesso è sfuggita negli ultimi anni
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