Quilter Nations Series: le pagelle di Italia-Australia

A Udine è festa Italia, con i Wallabies che cadono ancora tre anni dopo Firenze: i nostri voti alle prestazioni degli Azzurri

Quilter Nations Series: le pagelle di Italia-Australia (ph. Sebastiano Pessina)

Quilter Nations Series: le pagelle di Italia-Australia (ph. Sebastiano Pessina)

I Wallabies si schiantano di nuovo contro gli Azzurri: l’Italia batte l’Australia 26-19, vince per la seconda volta consecutiva con i Wallabies e lo fa con una prestazione solida, anche più di quella di Firenze. Non è stato tutto perfetto, come spiegato anche da Gonzalo Quesada, ma gli Azzurri hanno saputo rimanere attaccati nel punteggio in un primo tempo di sofferenza e hanno poi dominato la ripresa: il dato chiave è la disciplina, con soli 5 falli commessi in tutta la partita, e la capacità di soffrire e reggere nelle fasi statiche, dove gli australiani avrebbero potuto avere la meglio. Alla fine è stata l’Italia a prendere il controllo del match, in particolare nell’ultima mezz’ora. Ecco i nostri voti agli Azzurri.

Quilter Nations Series: le pagelle di Italia-Australia

Ange Capuozzo 7 – Contratto nel primo tempo, con un paio di calci non perfetti, poi un paio di fiammate a inizio ripresa, ma quando gli spazi si aprono si scatena. Dà il via all’azione della meta di Ioane e negli ultimi 30 minuti ha un passo completamente diverso.

Louis Lynagh 7 – Poco cercato nel primo tempo e in sofferenza sulle palle alte, nella ripresa ricorda a tutti perché è il miglior marcatore dell’attuale URC: Kellaway si sta ancora chiedendo dove si andato. Meta da finisher puro.

Juan Ignacio Brex 7 – La notizia è che il primo placcaggio della sua partita è sbagliato, e 2 falli commessi sono un po’ troppi. Poi però si riscatta alla grande (chiedere al povero Kellaway per maggiori informazioni) e soprattutto guida con maestria una linea difensiva che nel secondo tempo non sbaglia praticamente un colpo (no, la meta di Gordon non si può considerare nel giudizio).

Tommaso Menoncello 7.5 – La solita furia: lo placchi e lui continua per altri due metri, non lo placchi e allora fai prima a chiamare un taxi per andarlo a riprendere: rompe 6 placcaggi con 46 metri guadagnati. (Marin s.v.)

Monty Ioane 8.5 – Carter Gordon se lo sognerà di notte: su ogni pallone alto arriva prima lui. Palla in mano è tra i più pericolosi anche in un primo tempo dove l’Italia fatica a costruire gioco, poi nella ripresa diventa imprendibile. La facilità con cui brucia Harry Potter e segna la meta del sorpasso è impressionante. Di grandi partite in azzurro ne ha giocate tante, ma forse questa è la migliore in assoluto, perché uno Ioane così non si vedeva da tempo.

Paolo Garbisi 8 – Un primo errore al piede, poi resetta tutto e diventa una macchina perfetta. La linea difensiva bassa dell’Australia gli garantisce totale libertà decisionale e lui ci va a nozze, i suoi up&under per mandare sotto Ioane sono sempre precisi e dalla piazzola è perfetto: 6 su 6 e 16 punti su 26. In più è decisivo in occasione della meta di Ioane, attaccando la linea verso il centro dei pali, assorbendo altri due avversari e prendendosi pure un placcaggio al collo tremendo da Suaalii.

Stephen Varney 8 – Bentornato. Era la sua partita, perché a ritmi alti lui da il meglio di sé, ma tenere questa intensità per 70 minuti (e dopo una botta allucinante presa nel primo tempo) è roba per pochi. Ha avuto anni tremendi, merita di tornare ai livelli che gli competono. (Page-Relo s.v.)

Lorenzo Cannone 7.5 – Gli anglofoni amano il termine “consistent”. Avanzante in attacco anche in un primo tempo complicato, sempre ottimo in difesa.

Manuel Zuliani 8.5 – Il rischio è di sembrare ripetitivi, ma la sua è una partita totale. In attacco, in difesa, nel breakdown: 18 placcaggi, 2 turnover “ufficiali” ma tantissimi altri palloni sporcati agli australiani, che se lo ritrovavano ovunque si girino. E pensare che viene da un infortunio e non è al 100%, avendo giocato solo due scampoli di partita. Aveva preso anche Wilson in occasione della meta di Gordon, ma a quel punto non poteva farci nulla neanche lui. (Izekor 6.5 – Bell’ingresso nel finale con 5 placcaggi riusciti)

Ross Vintcent 7.5 – In touche gli Australiani gli piazzano un mirino addosso. Lui tiene botta, qualche volta perde ma tante volte vince (e ne ruba pure qualcuna). In mezzo al campo è la solita macchina da guerra: 14 placcaggi e 2 turnover conquistati. (Ruzza 7 – Quesada lo mette in terza linea per avere un saltatore in più e togliere riferimenti all’Australia, e lui assolve il compito con la consueta maestria. Con quell’intercetto sfiora la meta che avrebbe chiuso la partita, gli è mancato solo l’offload su Menoncello)

Andrea Zambonin 7.5 – Contro i giganti australiani è durissima, ma Zambo cresce col passare dei minuti e tiene in piedi una touche che contro i Wallabies poteva diventare il punto debole degli Azzurri. Turnover decisivo nel finale e partita da 17 placcaggi.

Niccolò Cannone 7.5 – In difesa è come sempre perfetto: miglior placcatore dell’Italia con 19 interventi e una prestazione da leader consumato.

Simone Ferrari 6.5 – Manda in crisi Bell nella prima mischia, poi la sfida è pari. Nella ripresa Ross lo mette un po’ più in difficoltà, ma gioca 50 minuti di qualità, anche se in difesa ogni tanto vacilla. (Riccioni 6.5 – Di mischie nel secondo tempo se ne giocano poche, ma in mezzo al campo dà ampiamente il suo contributo)

Giacomo Nicotera 7 – Pronti-via conquista subito il primo tenuto del match. In touche la situazione è complicata ma la gestisce tutto sommato bene. Manca il placcaggio su Bell in occasione della seconda meta dei Wallabies, però in totale ne piazza 18. (Di Bartolomeo 6.5 – Freschezza che serve in mezzo al campo e ottimo apporto in difesa con 5 placcaggi. In touche l’ingresso di Ruzza gli facilita il compito)

Danilo Fischetti 7 – Aveva di fronte Tupou, non uno qualunque, ma la sfida è stata pari. Anzi, la prima linea azzurra avrebbe potuto avere anche più soddisfazione. (Spagnolo 7.5 – Solito grande ingresso: 2 turnover decisivi nel finale di partita e 8 placcaggi, tutto questo in 17 minuti)

A cura di Francesco Palma

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