L’ala azzurra ha segnato la meta decisiva dopo una prestazione enorme contro il suo paese natale

Italia, Monty Ioane è l’uomo-copertina: “Non c’è notte più speciale di questa. Non siamo più l’Italia di un tempo” ph. Sebastiano Pessina
UDINE – Due australiani hanno affondato l’Australia con una meta a testa. Il primo, Louis Lynagh, è nato in Italia, ha un genitore italiano, ma è anche figlio del mediano di apertura che ha consegnato la Rugby World Cup ai Wallabies nel 1991. Il secondo, Monty Ioane, lo ha portato in Azzurro il destino di una vita da giramondo tra emisfero australe ed Europa. E proprio lui, che ha segnato la meta decisiva del 26-19 con cui l’Italia ha vinto il match di Udine, ha giocato con un’emozione speciale, un fuoco dentro che lo ha animato per tutti gli 80 minuti.
“Volevo davvero tanto vincere questa partita contro l’Australia perché ovviamente è il mio paese natale – ha raccontato in zona mista nella pancia dello stadio Friuli, con un sorriso emozionato – E giocare contro di loro con la maglia del mio paese di adozione, l’Italia, beh: non avrei potuto chiedere una notte più speciale di questa. Per me è stata un’esperienza eccezionale.”
“Avevo solo un obiettivo in testa ed era assicurarmi di fare tutto quello che potevo per far vincere la squadra” ha aggiunto.
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La meta di Lynagh e quella di Ioane sono arrivate dopo che l’Australia aveva preso il vantaggio nella gara con la controversa marcatura del numero 10 Carter Gordon, sulle conseguenze di un sospetto in-avanti di Harry Wilson.
Una circostanza che è sembrata incendiare gli Azzurri, invece di spegnerli: “La meta di Carter Gordon ha cambiato un po’ le cose – ammette Ioane – Quella a dirla tutta è stata probabilmente colpa mia, perché ho pensato che [Harry Wilson] avesse fatto in-avanti e non ho rincorso la palla, aspettavo il fischio. Però è stato un po’ il punto di svolta, ha svegliato me e ha svegliato la squadra, ci ha reso più affamati di prima.”
“Il punto per me è che non siamo più la squadra italiana di un tempo, che dopo una meta subita tendeva ad andare giù e a concedere ancora. Qui siamo stati capaci di tornare e segnarne due dopo averne subita una. E questa è una cosa che ci dà un’emozione fantastica.”
“Per questa squadra il momento è adesso – chiosa l’ala dell’Italia – Sarà sempre dura per noi, perché abbiamo solo due squadre professionistiche e non abbiamo tantissimi giocatori, ma adesso il grosso del gruppo è fatto da ragazzi che sono insieme da sei o sette anni e questo conta. Ora non ci sono più scuse, non ci sono più motivi per cui non possiamo vincere. Ogni partita scendiamo in campo e facciamo del nostro meglio, non potremo vincerle tutte ma siamo nelle condizioni per non concedere più 50 punti contro nessuno e avere sempre partite punto a punto.”
Lorenzo Calamai
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