La preview del match di Udine: una nazionale non più inesperta cerca una attestazione della propria maturità collettiva

Quilter Nations Series, Italia: contro l’Australia il rito di passaggio degli Azzurri? – ph. Sebastiano Pessina
Nella Cina confuciana, al compimento dei vent’anni, i maschi affrontavano il rito di passaggio del Guan Li, la celebrazione del loro passaggio allo status di adulti. Tra vestiti tradizionali, ospiti d’onore e speciali copricapo, il giovane riceveva il proprio nome di cortesia e accettava le responsabilità degli uomini adulti, tra cui la facoltà di sposarsi.
Solo un esempio, questo, dei diversi riti di passaggio da una fase all’altra della vita che caratterizzano le società delle più disparate culture del pianeta.
Per una squadra di rugby che sta ormai perdendo le caratteristiche peculiari di una rosa giovane ed inesperta, il rito di passaggio necessario ad acquisire la piena maturità è l’ottenimento di un risultato importante.
L’Italia si gioca questa opportunità nella serata di sabato 8 novembre a Udine, quando alle 18.40 scenderà in campo contro l’Australia nella prima delle sue tre sfide delle Quilter Nations Series (ecco dove vedere in diretta TV e streaming il match).
In questo fine settimana di partite l’Italia ha messo in campo un gruppo di 23 giocatori che è al quarto posto per numero di caps tra le 12 migliori squadre al mondo: 766, ben dietro i 1101 del Sudafrica e i 942 dell’Argentina, ma a ridosso dei 781 degli All Blacks. Tutte le altre hanno un cumulato inferiore.
L’età media della lista gara azzurra fa segnare 26 anni e mezzo, la cifra più bassa dopo l’Inghilterra (26 tondi) e il Giappone (26 anni e 4 mesi) ma a ridosso di tutte le altre nazionali di Tier 1, la cui maggior parte fa registrare una media di 26 anni e 7 mesi o 26 anni e 8 mesi. Solo Sudafrica e Scozia sono sensibilmente più vecchie (i campioni del mondo superano i 30 anni di età media, vicino ai 29 anni gli highlanders).
Insomma, dal punto di vista statistico il gruppo italiano, che pure comincia a essere insieme da un bel po’, non paga più niente in termini di esperienza e maturità. Soprattutto a una Australia che ha una media caps ben inferiore (578) e un’età media molto simile (26 anni e 7 mesi).
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I Wallabies che si presentano nel capoluogo friulano portano in campo diverse certezze: l’ottima terza linea composta da Wilson, McReight e Hooper; due centri forti, atletici e con buone mani come Paisami e Suali’i; il miglior Taniela Tupou dell’ultimo lustro. Ha anche qualche punto di domanda, però, specie nella linea arretrata: Carter Gordon giocherà la sua prima partita di rugby union da giugno del 2024; Corey Toole è un giocatore con buone doti ma tutto da verificare a livello internazionale; Andrew Kellaway viene da una partita dove ha sofferto tantissimo il gioco aereo dell’Inghilterra.
Dopo il mondiale fallimentare del 2023, l’Australia si è ricostruita una solidità nel corso dell’ultimo anno e mezzo e in questa stagione ha fatto meglio del previsto sia nel tour dei Lions che nel Rugby Championship. Sta insieme da ormai quattro mesi, e ha pertanto un vantaggio di base rispetto all’Italia, che invece si ritrova con due settimane scarse di preparazione alla gara, dopo un’estate dove ha sperimentato a livello di rosa. Chissà se i disagi patiti dai Wallabies per i tanti viaggi e la lunga stagione basteranno a livellare un po’ il terreno in termini di quanto le due squadre arriveranno pronte alla gara.
Italia e Australia condividono un approccio propositivo in campo e la volontà di tenere il possesso dell’ovale. Quando ce l’hanno, sono capaci entrambe di fare male. Peraltro nel 2025 hanno fatto registrare numeri molto simili di ingressi nei 22 metri per partita (Italia 7.3, Australia 7.4) e di punti per ingresso nei 22 a partita (Italia 3.0, Australia 2.8).
Saranno quindi cruciali le fasi di contesa del possesso di palla: le due squadre hanno percentuali simili in rimessa laterale, mentre l’Australia ha fatto molto bene in mischia ordinata in questo 2025. L’Italia ha più volte tenuto in piedi le proprie partite grazie alla capacità dei propri giocatori di lottare nel punto d’incontro e sporcare la qualità del possesso avversario, ma anche l’Australia è nota per le proprie capacità di sottrare il possesso agli avversari. Il gioco aereo, infine, è un altro terreno di scontro: l’Australia è consuetamente a suo agio in quel frangente (occhio in particolare ai loro calci d’invio e rinvio), ma contro l’Inghilterra ha patito molto.
Da questa disamina appare chiaro che non ci sia moltissimo che separa le due squadre e che è davvero difficile prevedere l’andamento della partita, tranne per il fatto che possa avere un punteggio ravvicinato.
Dopo una stagione 2024/2025 dove gli aspetti positivi superano le difficoltà, ma che ha visto gli Azzurri non ottenere nessun successo particolarmente degno di nota, la prima partita del 2025/2026 è l’occasione per affermare che, al giro di boa verso la Rugby World Cup 2027, gli Azzurri sono pronti per mantenere le aspettative che ormai da qualche anno si stagliano all’orizzonte.
Per raggiungere definitivamente un gradino superiore di competitività, spessore e consapevolezza, serve passare con successo attraverso un rito di passaggio lungo 80 minuti. Solo allora gli Azzurri potranno vedersi conferito lo status dell’età adulta, della piena maturità.
Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Louis Lynagh, 13 Juan Ignacio Brex (C), 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Lorenzo Cannone, 7 Manuel Zuliani, 6 Ross Vintcent, 5 Andrea Zambonin, 4 Niccolò Cannone, 3 Simone Ferrari, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Tommaso di Bartolomeo, 17 Mirco Spagnolo, 18 Marco Riccioni, 19 Federico Ruzza, 20 Alessandro Izekor, 21 Martin Page-Relo, 22 Tommaso Allan, 23 Leonardo Marin
Australia: 15 Andrew Kellaway, 14 Corey Toole, 13 Joseph-Aukuso Suali’i, 12 Hunter Paisami, 11 Harry Potter, 10 Carter Gordon, 9 Jake Gordon, 8 Harry Wilson (C), 7 Fraser McReight, 6 Tom Hooper, 5 Jeremy Williams, 4 Nick Frost, 3 Taniela Tupou, 2 Matt Faessler, 1 Angus Bell
A disposizione: 16 Billy Pollard, 17 Aidan Ross, 18 Zane Nonggor, 19 Rob Valetini, 20 Pete Samu, 21 Ryan Lonergan, 22 Tane Edmed, 23 Filipo Daugunu
Lorenzo Calamai
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