Per il pilone della nazionale, che non ha dimenticato la delusione con i Pumas dell’anno scorso, l’approccio mentale farà la differenza

Italia, Simone Ferrari: “Non è l’Australia che abbiamo battuto tre anni fa a Firenze” – ph. Sebastiano Pessina
In vista del test match di Udine contro i Wallabies, Simone Ferrari rappresenta una delle certezze nella prima linea azzurra di Gonzalo Quesada. Il pilone del Benetton, da anni colonna del pack italiano, vive con consapevolezza e rispetto la sfida contro una squadra che ha ritrovato solidità dopo un periodo difficile.
Per Ferrari, la partita del Bluenergy Stadium (sabato 8 novembre, ore 18.40, diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport Max e Rai Sport) non è solo una rivincita sportiva, ma un banco di prova mentale: il ricordo della delusione di un anno fa nel capoluogo friulano contro l’Argentina è ancora vivo, e proprio da lì l’Italia vuole ripartire con un atteggiamento diverso.
Le connessioni tra il rugby italiano e quello australiano sono molteplici, a maggior ragione da quando il Benetton ha iniziato la collaborazione con i Queensland Reds, un rapporto che ha contribuito a rafforzare i legami con il rugby dell’emisfero sud e per Ferrari, come dichiarato a La Tribuna di Treviso in un’intervista, è fonte di crescita.
“L’Australia è un Paese che conosciamo e rispettiamo. In Ghirada abbiamo diversi amici australiani come Asiata, Bryant e Werchon, e anche Louis Lynagh ha origini australiane ben radicate. È una sfida che sentiamo particolarmente. Quella con i Reds è una collaborazione molto arricchente per entrambi i club. Ci permette di condividere metodi, cultura e visione del rugby. Magari qualcuno dei nostri potrà vivere un’esperienza nell’emisfero sud. Se fossi un po’ più giovane, ci andrei volentieri anch’io. Lì il rugby è interpretato in modo diverso: forse un pilone come me farebbe meno mischia e drive, e più gioco palla in mano. È un modo per aprirsi a nuove idee.”
Simone Ferrari: “Italia-Argentina del 2024 è l’esempio di ciò che non dobbiamo ripetere”
Il pilone di origine milanese ha parlato anche del nuovo compagno Louis Werchon, simbolo di questo scambio tecnico e culturale.
“Louis ha tanto estro e guizzi di fantasia, si è inserito bene e ha già conquistato Monigo. Mi piacerebbe affrontarlo un giorno con la maglia dell’Italia contro l’Australia. Ha ammesso che qui in Europa ha dovuto cambiare parte del suo gioco: noi siamo più strutturati nel gestire l’uscita dal campo, loro più istintivi. Ecco, oggi dovremo metterli sotto pressione proprio in quelle situazioni, sfruttando la qualità dei nostri trequarti quando avremo la palla in mano.”
La sfida contro i Wallabies è affidata ad un gruppo solido, ricco di giocatori del Benetton e volti esperti nel pacchetto di mischia.
“È bello ritrovare anche ‘Mulo’ Nicotera e ‘Fischio’ Fischetti in prima linea. Dobbiamo restare con i piedi per terra, non è l’Australia che abbiamo battuto tre anni fa a Firenze: l’abbiamo visto nel Championship e contro i Lions. Sono cresciuti, giocano insieme da tempo, sarà molto più dura. L’approccio mentale farà la differenza: partire bene, restare disciplinati, vincere ogni piccola battaglia e avere la fiducia giusta per fare male attaccando.”
Il pensiero torna poi al test del 2024 a Udine contro l’Argentina, che aveva lasciato amaro in bocca. In quella occasione l’Italia arrivava con grande ambizione ad una partita che sembrava contendibile, ma poi una serie di errori spianarono la strada ai Pums, che riuscirono a vincere con il punteggio di 50 a 18.
“Abbiamo parlato molto di quel test. È l’esempio di ciò che non dobbiamo ripetere. A Udine non avevamo preparato bene la settimana, stavolta sì, non avremo scuse. Possiamo sbagliare qualcosa, ma non l’atteggiamento. L’Australia nel 2025 ha giocato tanto, non possiamo davvero peccare in termini di energie. Dovremo evitare di essere imprecisi, ma sarebbe inaccettabile avere meno forze degli avversari.”
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