Italia: Nacho Brex tra capitanato, aspettative e la chiave tattica della partita

Le dichiarazioni del trequarti azzurro nella conferenza stampa della vigilia: “Loro insieme da quattro mesi, noi da due settimane: dobbiamo dimostrare che non cambiano niente, non fanno la differenza”

Brex 2025 italia francia

Juan Ignacio Brex – ph. Sebastiano Pessina

UDINE – Allo Stadio Friuli di Udine tira un vento freddo mentre i giocatori dell’Italia scendono in campo per il captain’s run, l’allenamento di rifinitura sul campo dove si giocherà l’incontro del giorno dopo. Il sole, però, bacia il curatissimo prato del rettangolo di gioco, scaldando animi e corpi in vista della gara contro l’Australia.

“Domani è una gara veramente importantissima contro una squadra delle più forti al mondo – dice Juan Ignacio Brex, di nuovo capitano dell’Italia come durante alcune gare dello scorso Sei Nazioni – Torniamo a Udine dopo un anno nel quale penso che l’Italia sia cresciuta. Soprattutto perché quest’estate, quando siamo andati in Sudafrica, c’era un gruppo abbastanza nuovo, fatto di ragazzi che sono cresciuti, si sono messi in mostra per essere parte della squadra anche in questo weekend, e quindi è tutta la rosa che continua a crescere.”

“Essere il capitano di questa squadra per questa partita è veramente un orgoglio. Il nostro capitano, come ho detto anche nelle occasioni precedenti, continua ad essere Michele Lamaro e prima di tutto rispetto il suo ruolo. Poi quando tocca a me farlo è bellissimo, sia per per me che per la mia famiglia e per i miei nonni, che erano italiani tutti quanti.”

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Rispetto ai campi da gioco dove si gioca solo a rugby, negli stadi pensati per il calcio le dimensioni si riducono un po’. Se ne va qualche metro in lunghezza e in larghezza, lo stesso accadrà a Torino e a Genova.

“È vero, il campo è un po’ più corto del solito – dice Brex – però penso che sia una cosa che non avvantaggia né penalizza nessuna delle due squadre, perché comunque siamo due squadre a cui piace giocare con palla in mano, il che farà sì che sarà comunque una partita divertente, magari ci sarà un po’ meno di spazio per muovere il pallone.”

“La difesa probabilmente sarà un punto chiave della gara. Loro, come detto, sono una squadra a cui piace tanto tenere la palla in mano, non è che che calcino tantissimo, quindi un punto fondamentale per noi sarà certamente la parte difensiva. Poi sì, ci sono i breakdown, dove loro hanno qualche giocatore che davvero lotta su ogni singolo punto di incontro, e le palle aeree, che ormai sono diventate un punto fisso importantissimo del rugby a livello generale.”

“Il fatto che l’Australia abbia selezionato Hunter Paisami e non Len Ikitau al fianco di Joseph Suali’i cambia poco le cose, secondo me – aggiunge Brex, che in settimana aveva parlato con OnRugby della coppia di centri che ci aspettava titolare per i Wallabies – Personalmente sono un grande fan di Ikitau, mi piace tanto come gioca, ma anche Paisami è un altro grande giocatore, molto simile a lui, quindi non penso che cambi tanto per loro: il loro piano di gioco, anche riguardando le ultime partite, continua a essere lo stesso, ci sia Ikitau o ci sia Paisami.”

“Di aspettative, così come come l’anno scorso, non voglio parlare, perché sono un po’ di quella scuola là – sorride il capitano azzurro, incrociando eloquentemente le dita in un chiaro riferimento scaramantico – In ogni caso loro sono una squadra che comunque è insieme già da 4 o 5 mesi, da quando è iniziata la tournée dei British and Irish Lions, quindi è una squadra che in questo momento sta giocando e allenandosi quasi come un club, il che è molto positivo per loro. La nostra sfida è questa: noi stiamo insieme da due settimane, loro da 4 mesi, e dobbiamo far vedere in campo che queste due settimane contro quei quattro mesi non cambiano niente, non fanno la differenza.”

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