Edoardo Padovani: “Non era un pallone da rugby, sembrava una palla medica da 3kg”

L’estremo del Mogliano ha ricordato la vittoria nel 2022 ottenuta con un suo calcio piazzato: “Stavamo giocando meglio, ci rendemmo conto che si poteva fare”

Edoardo Padovani: “Non era un pallone da rugby, sembrava una palla medica da 3kg”- ph. Sebastiano Pessina

Edoardo Padovani è stato uno degli eroi di Italia-Australia del 12 novembre 2022. Il suo calcio piazzato a 6′ dalla fine della gara dell’Artemio Franchi di Firenze consentì agli Azzurri di portare il punteggio sul 28-22.

“Quella palla era pesantissima. Non era un pallone da rugby, sembrava una palla medica da 3 kg. In più il primo calcio di quella partita l’avevo mandato in tribuna: non era facile, ma aver messo dentro quei 3 punti è stato importantissimo per la squadra, e anche per me” ha raccontato l’attuale estremo del Mogliano Veneto Rugby.

Dopo quel calcio che centrò i pali e dopo le grida di gioia del pubblico toscano, i Walalbies reagirono e segnarono quasi a tempo scaduto conCadeyrn Neville.

“Era un momento complicato, non riuscivamo ad uscire dai 22. Lì è stato difficile, anche perché mi sentivo responsabile avendo sbagliato un placcaggio proprio in quell’occasione. E poi a quel punto la cosa peggiore è non essere più padroni del proprio destino, perché è tutto legato alla trasformazione e non puoi più farci nulla. La partita non è più nelle tue mani”.

Ben Donaldson fallì il calcio di trasformazione, il match terminò 28-27 e l’Italia vince la partita giocata a Firenze.

“Quella partita l’abbiamo vinta meritatamente perché per 65 minuti avevamo giocato un rugby stupendo ed eravamo in uno stato di forma strepitoso, come avevamo dimostrato anche con le Samoa (vittoria per 49-17)”.

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Edoardo Padovani: “Lo stadio che ci trascinava, un tifo bellissimo che ci caricava ancora di più”

L’ex giocatore del Benetton ha raccontato di come arrivò a quel match con l’Australia di cui divenne uno dei protagonisti.

“È stato tutto una sorpresa, anche perché venivo da un momento complicato. Avevo saltato la partita con le Samoa per un infortunio alla caviglia ed ero rientrato all’ultimo. In più, durante la settimana avevo avuto l’influenza, ma comunque avevo preparato la partita sapendo di dovermi far trovare pronto in caso di necessità. Ricordo questi momenti passati a letto in cui ripassavo mentalmente tutti i compiti che avrei potuto svolgere in partita, anche perché potendo coprire tre ruoli – apertura, ala ed estremo – avevo bisogno di farmi trovare mentalmente pronto e preparato”.

Il trequarti veneziano ha ricordato della consapevolezza degli Azzurri di essere migliori dell’Australia in quel momento.

“Stavamo giocando meglio, ma concedevamo troppi falli e questo permetteva loro di rimanere in partita. Non ci siamo mai disuniti, anche perché sapevamo di potercela fare, lo sentivamo. Avevamo preparato la partita nel modo giusto: sapevamo che l’Australia stava vivendo un momento di difficoltà ma non ci siamo concentrati su questo. Avevamo studiato i loro punti deboli, ma una volta fatto questo poi ci siamo focalizzati su noi stessi, sulle nostre qualità e su quello che potevamo fare. E poi una volta scesi in campo col passare dei minuti ci siamo resi conto sempre di più che si poteva fare: e poi c’era lo stadio che ci trascinava, un tifo bellissimo che ci caricava ancora di più. Anche in panchina continuavamo a dircelo: ‘Caspita, si può fare!’ Avevamo questa percezione”.

Sabato 8 novembre sarà di nuovo Italia-Australia

“Abbiamo le capacità di portare a casa anche questa partita. Chiaramente l’Australia è in un momento diverso rispetto al 2022, è uscita da un periodo difficile ma ha disputato una grande stagione, facendo vedere cose importanti sia contro i Lions che nel Rugby Championship, ma anche noi siamo cresciuti ancora di più e rispetto a loro saremo anche più freschi, visto che la loro stagione internazionale non si è mai interrotta da luglio. Le aspettative dopo il successo di tre anni fa incideranno? Non credo. Ogni partita fa storia a sé, molti ragazzi sono maturati ulteriormente e hanno ancora più consapevolezza nei loro mezzi” ha concluso Edoardo Padovani.

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