Il terza linea, pronto a tornare in campo, svela i suoi obiettivi per la stagione 2025-2026

Bautista Stavile: il rinnovo con le Zebre e la voglia di giocare per l’Italia
Uno splendido inizio di stagione, poi l’infortunio al collaterale mediale che ne bloccano la continua ascesa: Bautista Stavile ha vissuto uno “start” di 2025-2026 a due facce, ma ora è pronto a tornare in campo. Per il terza linea delle Zebre sono diversi gli obiettivi per la seconda parte di calendario: fra campo, “atti formali” e visioni sul futuro.
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Bautista Stavile: il rinnovo con le Zebre e la voglia di giocare per l’Italia
Intervistato dalla Gazzetta di Parma ha detto: “Stiamo lavorando duro per rientrare quanto prima, sempre con cura, ovviamente, ma vorrei essere disponibile dopo la sosta, spero di farcela”.
Poi ha aggiunto: “In terza linea c’è un bel mix; io, forse, faccio qualcosa di più in attacco perché è il mio punto forte, ma c’è una bella competizione, ognuno spinge l’altro. Le Zebre si sono guadagnate il rispetto delle altre squadre, nessuno viene a Parma pensando di vincere facile; è il frutto del lavoro fatto negli ultimi anni e con questo staff tecnico si è consolidato ancor di più”.
Non è ancora arrivata l’ufficialità, ma a breve dovrebbe concretizzarsi il suo rinnovo di contratto con la franchigia ducale, per lui che fa parte dei gialloblu in pianta stabile dal 2023-2024: “Sono contento di restare qua, era una delle mie priorità. Non è facile trovare un ambiente in cui ti trovi così bene lontano da casa, lontano dalla famiglia. Quando sono arrivato in Italia, nel 2021, a Viadana, l’obiettivo era di giocare in una franchigia italiana di Urc e quando c’è stata la possibilità di venire alle Zebre ho detto subito sì”.
Infine un pensiero al rugby internazionale. Lui argentino, con chiare origini italiane (nonni materni con origini friulane e marchigiane), può avere la possibilità di affacciarsi alla scena planetaria con entrambe le casacche, quella dei Pumas e degli Azzurri: “Chiaro che dopo quattro anni sento anche l’Italia come casa mia e vestire l’azzurro sarebbe un onore e un riconoscimento per i nonni, per i loro sacrifici. Giocare un giorno a Udine? Quello sarebbe il massimo, un sogno”.
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