Italia, Lorenzo Pani: “Chiamata inattesa, ma pronto a fare il massimo per la squadra”

Il trequarti delle Zebre ritorna con entusiasmo in Azzurro dopo un anno e mezzo di stop e una manciata di presenze con le Zebre

Lorenzo Pani

Lorenzo Pani – ph. Sebastiano Pessina

“Sinceramente non mi aspettavo di essere richiamato subito” dice senza nascondersi Lorenzo Pani, tornato a far parte del gruppo dell’Italia che è in raduno a Verona per preparare i tre test match autunnali contro Australia, Sudafrica e Cile.

Il trequarti delle Zebre, classe 2002, è tornato in campo a settembre, giocando in quattro delle prime partite dei ducali e nelle amichevoli pre-stagione. Aveva saltato integralmente la stagione 2024/2025 a causa di un paio di infortuni. La sua ultima, precedente apparizione risaliva a Zebre-Scarlets del 17 maggio 2024.

Gonzalo Quesada e lo staff tecnico della nazionale italiana non hanno atteso a richiamarlo nel gruppo della nazionale: alla prima occasione utile, eccolo di nuovo fra i 34 convocati.

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“Ho tracciato un po’ un bilancio di questo mio inizio di campionato – dice Pani – Con Edimburgo ho fatto una prestazione buonina, ho gestito bene al piede mentre l’attacco è stato un po’ così e così; contro Ospreys e nell’ultima con Leinster non ho giocato come volevo; con gli Stormers ho giocato abbastanza bene, ma anche in quella gara non ho fatto chissà cosa. Quindi dal mio punto di vista la chiamata è stata decisamente inattesa. Mi dà molta fiducia: avere anche una piccola possibilità di vestire la maglia azzurra è fantastico, è il mio obiettivo personale più grande.”

“Mi sento bene, sto riprendendo fiducia piano piano – prosegue il giocatore cresciuto nel Sesto Rugby e nei Cavalieri Union prima di passare al Benetton prima e alle Zebre poi – Non è facile, ovviamente, perché per un anno e mezzo non ho giocato, però ho avuto un buon minutaggio fin qui e adesso sono qua. Arrivo in un momento diverso rispetto a quando sono arrivato in nazionale due anni fa: ero il titolare delle Zebre, al top della forma, mentre ora sono in una posizione diversa. In ogni caso darò il massimo per dare una mano alla squadra.”

“Il periodo fuori dal campo ovviamente non è stato facile da affrontare, ma ho comunque lavorato molto dove potevo. Sono cresciuto fisicamente: ho preso qualche chilo ed era uno degli obiettivi che avevo da quando sono arrivato alle Zebre. Sono un giocatore piuttosto alto, quindi volevo arrivare intorno ai cento chili e finalmente ce l’ho fatta. Ho guardato tutte le partite che potevo, ho assistito al cambiamento del gioco aereo, che è una delle cose più importanti accadute a livello tecnico ultimamente: da quando le cosiddette scorte, una sorta di ostruzione legale che facevano tutte le squadre per consentire una ricezione serena dei calci, sono state vietate dal regolamento ogni ricezione è diventata difficile.”

“Adesso quindi tutti calciano tantissimi calci contestabili, invece che lunghi. Sinceramente mi sono trovato piuttosto in difficoltà nelle prime partite che ho giocato, ma già dall’ultima gara mi sento più a mio agio. Ovviamente ci sto lavorando tanto. È una cosa su cui ci stiamo concentrando anche qui in raduno perché l’Australia ci punta molto, ha un giocatore [Joseph Suali’i] di uno e novantacinque che salta due metri in aria, è sicuramente un loro punto di forza.”

Pani ha poi raccontato di com’è iniziata la settimana di raduno al Payanini Center, con un paio di giorni dedicati alla clarity, come vengono chiamate in gergo le sedute in cui si fa chiarezza, per l’appunto, sul sistema con il quale si intende giocare: “Abbiamo provato le chiamate e il sistema di gioco a un ritmo molto basso, per impararle bene, perché comunque veniamo da Benetton, Zebre e club esteri dove ognuno ha il suo diverso sistema. Oggi [mercoledì] abbiamo fatto un allenamento molto più intenso, concentrandoci già sulla partita con l’Australia perché comunque era l’ultima seduta tutti insieme, prima che i giocatori che giocano all’estero tornino ai propri club.”

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