L’irlandese, internazionale dal 1984 al 1994 e opinionista dell’Irish Times, ha proposto un cambiamento radicale a World Rugby

La particolare proposta dell’ex arbitro Doyle: “Mettiamo un limite di pick&go” (ph. Sebastiano Pessina)
Secondo l’ex arbitro internazionale Owen Doyle (attivo dal 1984 al 1994) c’è un aspetto chiave del rugby contemporaneo che andrebbe completamente rivisto: il pick&go. Il “raccogli e vai”, per dirla in italiano.
Per Doyle, infatti, i pick&go sono la principale causa di traumi alla testa, ed è una strategia di gioco sempre più utilizzata. Sempre più spesso si vedono lunghissimi multifase caratterizzati principalmente dalle cariche degli avanti, senza mai aprire il gioco. Questo, per Doyle, può essere un problema.
“La tattica del pick&go è diventata quasi un’ossessione nel rugby moderno. L’obiettivo è richiamare più difensori possibile vicino al punto d’incontro per poi aprire gli spazi sulle fasce laterali. Le partite sono bellissime, il ritmo è elevatissimo, ma bisogna riconoscere che si tratta di battaglie durissime, con una quantità impressionante di infortuni. I giocatori escono dal campo con frequenza allarmante per diversi tipi di traumi, inclusi controlli HIA per possibili commozioni cerebrali” ha scritto nel suo editoriale sull’Irish Times.
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L’arbitro ha poi proseguito: “Il cambio di regolamento, con il drop-out dalla linea di meta al posto della mischia ai 5 metri per chi attacca in caso di pallone tenuto alto, avrebbe dovuto ridurre i pick&go in quella zona del campo ma così non è stato. Il tallonatore irlandese Dan Sheehan è un giocatore straordinario, un talento. Tuttavia, nelle azioni di pick and go – come si vede sempre più comunemente – si abbassa e avanza con la testa, e questo significa che il suo cervello subisce impatti ripetuti. I colpi sub-concussivi ripetuti alla testa possono causare danni cerebrali a lungo termine, anche se non producono i classici sintomi di una commozione cerebrale”.
“Il tallonatore inglese Luke Cowan-Dickie, allo stesso modo, entra di testa. E anche quando placca usa prima la testa delle braccia, rischiando di farsi male seriamente” ha continuato.
A questo punto, Doyle ha proposto un’alternativa per migliorare la sicurezza dei giocatori: “Limitare a 3 i pick&go consecutivi in un’azione di gioco”.
Questa regola, secondo Doyle, ridurrebbe la quantità di impatti e permetterebbe anche di inserire più variabili nel gioco. Anche se poi bisognerebbe capire come riconoscere in maniera oggettiva un pick&go e come valutarlo, per evitare ulteriori margini di interpretazione. Ad esempio: se il mediano serve un avanti che poi carica a testa bassa, non è un pick&go ma l’impatto fisico – come lo intende Doyle – sarebbe esattamente lo stesso.
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