Quilter Nations Series: perché Italia-Australia sarà la sfida più importante degli Azzurri

La partita che apre il trittico autunnale sarà quella dove il risultato conta di più

Italia-Australia del novembre 2022 – ph. Sebastiano Pessina

La storia è ferma lì, alle 15.38 del 12 novembre 2022, quando l’ovale calciato da Ben Donaldson muore oltre i pali, a lato dei pali. Per la prima volta l’Italia batte l’Australia in una partita di rugby, 28-27, al termine di una partita prima dominata e poi vinta con le unghie, con i denti e un po’ anche col culo, per dirla con transalpina raffinatezza.

La storia si rinnova tre anni dopo: alle 18.40 dell’8 novembre 2025 è in programma Italia-Australia, allo Stadio Friuli di Udine (qui il link per acquistare i biglietti). Una gara che punta ad aggiornare il bilancio complessivo delle vittorie dell’una sull’altra, che per il momento recita Azzurri 1, Wallabies 18.

Oltre ai significati legati al bagaglio storico, tuttavia, la prima partita delle Quilter Nations Series 2025 rischia anche di essere la più importante di questo novembre per Gonzalo Quesada e la sua squadra. Sarà quella su cui inevitabilmente verrà tracciato il bilancio della finestra internazionale: dalla sfida con il Sudafrica ci si attende una sconfitta; dalla gara con il Cile una vittoria senza patemi; dalla partita di Udine di competere ad armi pari con i Wallabies e magari poter finalmente gioire di un altro storico risultato.

Leggi anche: Australia: un nuovo capitano per la sfida con il Giappone

Non sarà facile per diversi motivi. Il primo è il rilancio della competitività dell’Australia operato da Joe Schmidt nel corso dell’ultimo anno. A novembre dello scorso anno il tecnico neozelandese era già riuscito a restituire una certa credibilità ai Wallabies dopo il brutto mondiale disputato in Francia nel 2023. Erano arrivate la splendida vittoria di Twickenham, un largo successo sul Galles e una sconfitta di misura in Irlanda.

Nel corso del 2025 la squadra in green and gold sembra aver ulteriormente dato un giro di vite. A giugno si è presentata agguerrita alla serie contro i British & Irish Lions, dimostrando caparbietà e resilienza: più di una volta sotto nel punteggio, hanno ostinatamente lottato costringendo la selezione a vincere il secondo test a tempo scaduto e a perdere la terza partita.

Il Rugby Championship ha ulteriormente confermato la loro solidità, risultando competitiva in tutte le partite e vincendone due, con Sudafrica e Argentina.

L’Australia ha una serie di giocatori giunti a completa maturazione che sono oggi tra i migliori al mondo, in particolare nella linea arretrata: la coppia di centri formata da Len Ikitau e Joseph-Aukuso Suali’i è tra le più forti del panorama mondiale, mentre nel triangolo allargato la classe di Tom Wright e la velocità di Max Jorgensen fanno paura a tutti. Davanti Fraser McReight, Harry Wilson, Will Skelton sono le stelle del pack.

Grazie ai risultati ottenuti i Wallabies hanno risalito la china fino al settimo posto del ranking mondiale, mentre l’Italia è nettamente distanziata in decima posizione.

Per gli Azzurri una difficoltà ulteriore arriva dalla preparazione per la partita di Udine. Sono tre mesi che il gruppo azzurro non si riunisce e l’ultima volta c’erano diverse assenze, tra scelte dello staff e infortuni. Quesada e gli altri tecnici avranno a disposizione la prima parte della prossima settimana, prima di veder partire i numerosi giocatori militanti all’estero, per poi lavorare con tutto il gruppo nuovamente nella settimana della gara.

Lo scorso anno la differenza di tempo passato assieme fu decisamente evidente in Italia-Argentina, che avviò con una brutta sconfitta la finestra autunnale degli Azzurri.

Dalla sua l’Italia, però, ha anche qualche altro fattore. Il primo è che l’Australia arriverà in Italia dopo aver già giocato questo weekend in Giappone e il fine settimana del primo novembre contro l’Inghilterra a Twickenham. La sfida, per le squadre dell’emisfero sud, è sempre riuscire a prepararsi adeguatamente, dovendo viaggiare tra diversi paesi e fusi orari, mettendoci in mezzo l’impegno fisico di ottanta minuti di battaglia in campo e il fatto di essere logorati dall’intera stagione, avviata a febbraio e proseguita per sette mesi.

Nel finale del mese di novembre i Wallabies dovranno affrontare anche l’Irlanda e la Francia. Tre anni fa il calendario serrato, gli infortuni e la necessità di prepararsi per le successive sfide giocarono un brutto scherzo agli australiani a Firenze, con l’allora head coach Dave Rennie che ne fece le spese. Stavolta, forse, Joe Schmidt non commetterà lo stesso errore, ma si troverà di fronte un’Italia che negli ultimi tre anni ha proseguito su una complessiva traiettoria di crescita che la rende un avversario pronto a competere e a prendersi uno scalpo importante per lanciarsi verso il prossimo Sei Nazioni.

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