In un estratto raccolto dal Times, il tecnico ha spiegato come la sua fama avesse condizionato in maniera negativa i comportamenti nei confronti del figlio, avuto a soli 16 anni

Andy Farrell: “Mio figlio Owen ha dovuto subire cose disgustose quando era piccolo”. (Photo by Glyn KIRK / AFP)
Il tour dei Lions si è concluso con una bellissima favola padre-figlio (e con qualche polemica) dopo il successo dei britannici per 2-1 sull’Australia con Owen Farrell convocato all’ultimo momento dal padre Andy, allenatore del dream team britannico e dell’Irlanda.
In un estratto pubblicato sul Times del suo libro The Only Way I Know, Andy Farrell ha raccontato cosa però Owen ha dovuto passare fin da piccolo. Andy è diventato padre di Owen a soli 16 anni, nel 1991, e di fatto il suo ingresso nel mondo del rugby e la crescita di suo figlio sono andati di pari passo: lo portava con sé agli allenamenti, e lo ha praticamente fatto crescere nell’ambiente dei Wigan Warriors, club di Rugby League (il rugby a 13) al quale ha dedicato tutta la prima parte della sua carriera fino ai 30 anni, per poi passare ai Saracens nel Rugby XV.
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Nell’estratto pubblicato dal Times, Andy Farrell racconta: “La maggior parte dei giocatori ha figli verso la fine della carriera, ma Owen faceva parte dell’arredamento a Wigan fin dai quattro anni. È cresciuto a bordo campo, guardando allenamenti e partite. Non l’ho mai forzato. Non vedeva l’ora di venire agli allenamenti con me e raccoglieva i palloni durante le esercitazioni sui calci. Poco dopo, era lui stesso a calciare. Ogni bambino è diverso. Owen ha scelto di dedicarsi al gioco ed è diventato parte della sua vita, così come della mia”.
“Lui, come me, è cresciuto con l’unico desiderio di giocare per amore dello sport. Non per essere una celebrità fuori dal campo o godersi la popolarità. Ciò che contava era essere un uomo in campo e guadagnarsi il rispetto dei compagni. La mela, di certo, non è caduta lontano dall’albero. Purtroppo, da ragazzo subì degli abusi solo perché era mio figlio”.
“Owen si era appassionato al Rugby League persino più velocemente di me. Avendo passato così tanto tempo con me agli allenamenti già in quinta elementare giocava con quelli più grandi di un anno nella squadra cittadina di Wigan. Amava il gioco, ma a volte era dura per lui a causa della mia notorietà: una volta, giocando con i Wigan St Pat’s contro Blackbrook, scoppiò una rissa e un genitore entrò in campo spingendo Owen a terra. Era un bambino” spiega Farrell.
Il tecnico prosegue: “Un’altra volta, io mi stavo allenando a Wigan e Owen giocava in una partita poco distante dallo stadio. Colleen (moglie di Andy, ndr) mi telefonò agitata: ‘Devi venire subito; c’è un tizio a bordo campo che sta insultando pesantemente Owen’. Ricordo di essere uscito a tutta velocità dal parcheggio per raggiungere i Wigan St Judes, dove si giocava la partita. Già mentre scendevo dall’auto sentivo quell’uomo urlare contro Owen: ‘Fai schifo!’, gridava. Era disgustoso. Oggi verresti arrestato per una cosa simile. Ma allora quello era il mondo del Rugby League”
“Alcuni ragazzi avrebbero pensato: ‘Non ne vale la pena’. Ma per lui evidentemente ne valeva. È giusto che la gente sappia com’è stato per Owen, perché è stato brutale e lo ha certamente plasmato in parte” ha concluso Andy Farrell.
Owen, dopo il Mondiale 2023, ha deciso di allontanarsi dal rugby internazionale dopo a causa delle troppe pressioni negative che aveva subito negli ultimi anni da parte di media, social e tifosi. Dopo una stagione al Racing 92 è tornato in Inghilterra per vestire nuovamente la maglia dei Saracens, ricandidandosi a una convocazione con l’Inghilterra.
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