World Rugby ha approvato nuove linee guida sul carico di lavoro per i giocatori

Non più di 30 partite a stagione, almeno cinque settimane di offseason e almeno 12 settimane senza contatto all’anno

Namibia

World Rugby ha approvato nuove linee guida sul carico di lavoro per i giocatori – ph. Sebastiano Pessina

World Rugby, di concerto con l’associazione internazionale dei giocatori, i rappresentanti dei principali campionati professionistici e alcuni allenatori, ha approvato una serie di linee guida sul carico di lavoro per i giocatori.

Il documento si occupa di una serie di fattori come la lunghezza della stagione sportiva, il numero di partite giocate, la frequenza e il tipo di allenamenti intrapresi, che vanno a inserirsi nel quadro dei rischi del rugby. La federazione internazionale e i vari attori hanno agito di concerto per cercare di limitare tali rischi e tutelare la salute dei protagonisti del gioco.

L’idea è che le linee guida internazionali fungano da bussola per tutte quelle federazioni e quei campionati che non hanno ancora in vigore un accordo con le associazioni dei giocatori per gestire il carico di lavoro degli atleti.

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Le linee guida, basate sulla ricerca scientifica, prevedono che un singolo giocatore non ecceda le trenta presenze stagionali e che per ogni sequenza di sei partite consecutive, indipendentemente dalla squadra rappresentata, ci sia un fine settimana di riposo.

Viene raccomandato l’utilizzo di una settimana intera di allenamento senza contatto per quei giocatori che vengono selezionati per tre o più volte consecutive in una partita internazionale, alla fine del blocco di gare disputate.

Nella offseason, il periodo senza impegni agonistici, ogni giocatore deve avere almeno 5 settimane di riposo senza nessun obbligo nei confronti delle squadre, siano essi riunioni o raduni.

Infine, in ogni anno solare ci dovranno essere almeno 12 settimane di allenamento senza contatto, un ammontare raccomandato dal World Rugby’s Concussion Working Group. La quantità di contatto in allenamento viene infatti spesso indicata come uno dei principali fattori di rischio per la salute dei giocatori.

Le linee guida sono state messe a punto da un gruppo ampio di attori del mondo del rugby. L’ex All Black Conrad Smith e l’ex Red Rose Rachel Burford sono stati i rappresentanti della IRPA, l’associazione internazionale dei giocatori, che ha spinto molto per raggiungere questo accordo.

Hanno partecipato gli scienziati sportivi Ross Tucker, Steve Mellalieu e Des Ryan, oltre ai rappresentanti di Prem Rugby, LNR e Sei Nazioni. Le federazioni sono state rappresentate da alcuni allenatori e direttori dell’alto livello, come il tecnico della nazionale femminile canadese Kevin Rouet. Johan van Graan (Bath), Stuart Lancaster (Connacht) e John Dobson (Stormers) hanno partecipato come allenatori dei club.

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