FIR: il presidente Andrea Duodo traccia il bilancio di un anno alla guida della Federazione

In occasione di un incontro con i rappresentanti dei club toscani il presidente federale ha parlato tra le altre cose di tesserati, accademia e rugby femminile

Andrea Duodo FIR

FIR: il presidente Andrea Duodo traccia il bilancio di un anno alla guida della Federazione – ph. S.Pessina

FIRENZE – È passato poco più di un anno da quando Andrea Duodo è stato eletto presidente della Federazione Italiana Rugby. Era il 15 settembre del 2024 quando, a Bologna, riceveva l’investitura a guidare la union azzurra. Sabato 20 settembre scorso, a Firenze, ha avuto l’occasione per tracciare un bilancio del suo primo anno di mandato.

Lo ha fatto a Palazzo Vecchio, alla presenza dei vertici federali e dei rappresentanti dei club toscani, convenuti in occasione della tradizionale riunione di apertura della stagione organizzata dal locale Comitato regionale, che per l’occasione coincideva con una visita sul territorio del capo allenatore della nazionale maggiore maschile Gonzalo Quesada.

Nel suo intervento, Duodo ha passato in rassegna una moltitudine di temi, cercando di rendere conto di tutti gli ambiti in cui lui e il suo Consiglio federale hanno cercato di intervenire nel corso di questi primi 365 giorni.

I momenti salienti, in particolare, hanno riguardato la necessità di far crescere il numero di giocatori e giocatrici di rugby in Italia, la riapertura dell’Accademia Nazionale e il movimento femminile.

Tesserati attivi

“Non dobbiamo fermarci ad analizzare i numeri dei tesserati – ha detto Duodo – perché quello non ci dà una fotografia dei praticanti di rugby in Italia, ma forse un’idea di quanti sono gli appassionati, perché tra i tesserati c’è un po’ di tutto. Quello che è chiaro è che dobbiamo tornare a investire lì, nella crescita dei praticanti.”

“Siamo l’unica federazione che negli ultimi anni non è cresciuta. Il calcio è tornato ai livelli pre-covid, la pallavolo anche. Noi abbiamo uno sport un po’ più complesso, con qualche difficoltà in più, forse senza strutture sufficienti per praticare, ma comunque non abbiamo avuto una crescita in un periodo in cui potevamo disporre di disponibilità finanziarie importanti per seminare qualcosa per il futuro.”

“Noi siamo intervenuti, come primo atto verso il futuro, sui campionati. Abbiamo deciso di fare un blocco delle retrocessioni, ad eccezione della Serie A Elite, solo per dare a tutti una stagione sportiva di respiro, dove poter tornare a dire: investiamo su di noi; invece che puntare su un atleta straniero, cominciamo a valorizzare i nostri ragazzi. Perché noi dobbiamo tornare a produrre atleti e atlete nel nostro territorio, non necessariamente venire promossi e attingere dall’estero sfruttando chi forse ha esperienze sportive maggiori, ma che poi è solo di passaggio.”

Il presidente federale si è quindi rivolto direttamente ai club: “Vi chiediamo, insomma, di credere in voi stessi perché non vogliamo più perdere nessuno. Vogliamo aumentare i nostri numeri come movimento, perché il rugby è bello, ma se continuiamo così ci spegneremo come un lumicino.”

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L’Accademia nazionale

La riapertura dell’Accademia Nazionale Ivan Francescato, che aveva chiuso i battenti nel 2021, è una delle principali mosse con cui la FIR ha scelto di provare a modificare l’attuale percorso di formazione dei giovani atleti d’élite.

“Ce lo eravamo sempre detto: guardiamo le cose migliori che sono state fatte in passato e cerchiamo di migliorarle. Una di queste è l’Accademia. Ricordiamoci che gli atleti della nazionale di oggi sono prodotti di quel sistema. Avere un buco di quattro anni forse ci creerà dei problemi non per il prossimo mondiale ma per il successivo. Noi speriamo di riuscire ad essere intervenuti in tempo, perché la maglia azzurra rappresenta per noi tanto simbolicamente, ma è anche la fonte di entrate principale: più siamo competitivi, più riusciamo a trovare le risorse da reinvestire nel territorio.”

“Ecco – ha detto Duodo – la missione di questa governance è quella di investire nel rugby community. Se il veicolo è valorizzare ancora di più la punta della piramide sicuramente cercheremo di continuare in quel senso, senza dimenticare però che sotto c’è chi lavora e alimenta questa struttura.”

Il Mondiale U20

“Il Mondiale U20 che abbiamo ospitato nel nostro Paese tra giugno e luglio – ha sottolineato il Presidente federale – non è stato solo un successo dal punto di vista dell’organizzazione, della biglietteria e del coinvolgimento dei territori, con un lascito concreto sul movimento rugbistico nazionale, ma ha anche segnato uno spartiacque con le edizioni del recente passato. Abbiamo organizzato la miglior edizione del World U20 Championship dell’ultimo decennio, come la federazione internazionale ci ha riconosciuto, chiedendoci al contempo una relazione approfondita sul modello gestionale che abbiamo sviluppato e che confidiamo potrà ispirare e settare gli standard qualitativi e operativi per le Union che nelle stagioni a venire ospiteranno questa straordinaria manifestazione”

Il femminile

Oltre a citare la ristrutturazione dell’area tecnica, il plauso ricevuto da World Rugby per l’organizzazione del mondiale giovanile, e l’attenzione volta al rugby a sette e alle forme promozionali di rugby come touch e beach, Duodo si è soffermato sul rugby femminile.

“Abbiamo grandissimi margini di crescita – ha sentenziato il presidente – Ringrazio le ragazze che hanno partecipato al mondiale. Forse non è stato il risultato che volevamo, ma siamo molto fieri e onorati di quello che hanno fatto, perché il rugby è un sport molto crudo e vero, solo il campo ti dà il giusto responso.”

“Ci siamo confrontati con i massimi livelli internazionali, il Sudafrica ci ha insegnato un modo per investire anche per quanto riguarda il rugby femminile: fino a un anno e mezzo fa li battevamo, hanno investito molte risorse, e quando le avremo lo faremo anche noi, e con molta determinazione hanno creato una squadra competitiva che purtroppo ci ha battuto sul campo e ci ha dato una lezione di vita, ma anche insegnamenti che ci porteremo dentro e faremo nostri per i prossimi impegni della nazionale.”

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