Il numero 8 racconta i due mesi fuori dai giochi dopo la squalifica

Sudafrica, Wiese torna in campo dopo la testata a Fischetti: “Un gesto davvero stupido, felice di tornare” (ph. Sebastiano Pessina)
Per quasi due mesi la mente di Jasper Wiese è tornata a quell’attimo di follia a Port Elizabeth: una scaramuccia come tante, poi un colpo di testa – letteralmente – senza senso verso Danilo Fischetti e l’espulsione diretta. La commissione disciplinare gli ha comminato 4 settimane di squalifica, a causa delle quali ha saltato non solo il test con la Georgia ma soprattutto la prima metà del Rugby Championship: tornerà in campo domani, nella seconda trasferta del Sudafrica in casa degli All Blacks.
“È un privilegio tornare in campo con gli Springboks. Nelle ultime settimane ho provato tanta frustrazione per aver fatto un gesto così stupido, sono felice di ricominciare. E poi giocare contro gli All Blacks, per uno Springbok, è la prova più grande” ha spiegato Wiese.
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Wiese comunque non è mai stato lasciato solo dal gruppo e dallo staff tecnico, ha continuato a rimanere in squadra e a lavorare per i compagni, tanto che Erasmus ha detto scherzando: “Ormai è un allenatore professionista”.
“È stato un periodo difficile ma ho avuto la fortuna di continuare ad allenarmi con il gruppo” ha proseguito Wiese: “Sono affamato e carico, abbiamo voglia di vincere”.
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Il terza linea è poi stato “provocato” sulla concorrenza in terza linea in generale e poi sulla crescita del fratello Cobus Wiese, che ha debuttato in Nazionale proprio nel match contro l’Italia in cui lui fu espulso e che poi ha giocato titolare a numero 8 nella sfida successiva con la Georgia, mentre lui era squalificato: “Il nostro è un gruppo competitivo ma dove l’ego non esiste. Innanzitutto sono felice per Cobus, che ha giocato bene, e poi noi giochiamo per migliorare la squadra, non per noi stessi”.
“Non credo che faccia parte del DNA di questa squadra pensare a titolari e riserve. Non ci sono squadre A o B. Nessuno si sente male se un compagno gioca bene nel tuo ruolo. Anche Siya Kokisi e Marco van Staden hanno fatto benissimo, e non è facile passare da un ruolo all’altro tra 6, 7 e 8. Non so se avrei avuto lo stesso successo al loro posto. Sono davvero contento per loro” ha concluso.
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