RWC 2025, Fabio Roselli dopo Italia-Brasile: “Che questa partita sia un nuovo inizio”

La capitana Giordano: “Non il Mondiale che volevamo, ma oggi possiamo essere felici, e lo sono anche per le ragazze che hanno giocato per la prima volta nel torneo”. Ai microfoni della mix zone anche Corradini, Bitonci e Stevanin

RWC 2025, Fabio Roselli dopo Italia-Brasile: "Che questa partita sia un nuovo inizio" (ph. Sebastiano Pessina)

RWC 2025, Fabio Roselli dopo Italia-Brasile: “Che questa partita sia un nuovo inizio” (ph. Sebastiano Pessina)

Il post-partita di Italia-Brasile è il momento dei bilanci. Una bella vittoria che dà morale e fiducia, soprattutto per le prestazioni delle ragazze che contro le Yaras hanno fatto il loro esordio mondiale, ma che chiaramente non cancella quanto accaduto col Sudafrica. Le Azzurre tornano a casa in anticipo, e con uno stato d’animo che si divide tra la cocente delusione di questa delusione anticipata e la consapevolezza di avere le capacità per riscattarsi fin dal prossimo Sei Nazioni e dimenticare al più presto le disavventure inglesi.

L’obiettivo primario, oltre alla vittoria, era proprio ottenere delle risposte da chi può allargare la profondità di questa squadra: “Abbiamo dovuto identificare nuovi target e nuovi obiettivi e siamo ripartiti da questi per trovare le motivazioni per affrontare il match. Volevamo verificare il livello di chi non aveva ancora giocato, e abbiamo avuto le risposte che cercavamo” ha spiegato Fabio Roselli a fine partita.

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“Inutile nascondere che dopo la sconfitta col Sudafrica abbiamo vissuto una settimana complicata, con una tristezza e una delusione nemmeno immaginabile dall’esterno. Però ci siamo riunite per trovare nuovi obiettivi che potessero stimolare tutta la squadra, e alla fine ne è venuta fuori una partita importante. Purtroppo nelle prime due partite non siamo mai riusciti a giocare 80 minuti come volevamo, ma abbiamo iniziato questo viaggio meno di otto mesi fa: i quarti erano alla nostra portata, ma non erano una cosa semplice e va dato merito al Sudafrica. Oggi per noi è un nuovo inizio” ha proseguito il tecnico.

A proposito di futuro, parlando del suo Fabio Roselli ha risposto così: “La Federazione otto mesi fa ha deciso di darmi l’opportunità di allenare le Azzurre, e avevamo già deciso che ci saremmo dati appuntamento al termine del Mondiale per capire insieme dove può arrivare questa squadra e tracciare una strada. Questi otto mesi sono stati un po’ a due facce, abbiamo bisogno di sederci a un tavolo per analizzarli”.

Dopo coach Roselli sono arrivate in zona mista diverse ragazze, a cominciare dalla capitana Giordano: “Non è stato il Mondiale che volevamo fare, ma oggi possiamo essere felici. Oggi è andata come volevamo, abbiamo segnato tante mete esprimendo un buon gioco, anche se non perfetto. Sapevamo di dover giocare una partita veloce e dinamica per mettere in difficoltà il Brasile, ma siamo partite un po’ a rilento, probabilmente anche a causa della stanchezza mentale legata a un Mondiale per noi così difficile. Sono contenta soprattutto per le ragazze che hanno avuto spazio oggi e si sono prese tutto quello che dovevano prendersi”.

A proposito di occasioni, per Giada Corradini è stato un mese incredibile. Dal primo cap col Giappone del 9 agosto all’esordio mondiale col Brasile: “Non ci credevo neanche io, la vigilia dell’esordio è stata un mix di felicità ed emozioni. Mi sono chiesta se sarei stata all’altezza, poi ho pensato di dover solo fare ciò che so fare”. E sulla possibilità che un giorno Mannini-Corradini diventi la coppia di centri del futuro dice “ho tanta stima di Sara, ci ho già giocato insieme a Colorno e spero davvero che un giorno sia così, sempre sotto la guida di Beatrice (Rigoni, ndr) e Michi (Sillari, ndr) che hanno tanto da insegnarci”.

Anche per Alia Bitonci è stato un percorso ad altissima velocità, a 19 anni dal Sei Nazioni al Mondiale: “Sì, è stata una vera catapulta, sono contenta di aver avuto l’opportunità di partire titolare in una partita del Mondiale. Solitamente non soffro molto l’ansia prima della partita, ma devo dire che quando ci siamo messe in cerchio prima del match il cuore ha iniziato a battere molto forte, poi però quando l’arbitro fischia si pensa solo a giocare. Sicuramente da questo Mondiale non abbiamo ottenuto il risultato che volevamo, ma questa era la partita dalla quale dovevamo ricominciare e ripartire, e sono certa che lo faremo”.

Per Emma Stevanin è stato un Mondiale in chiaroscuro: la grande responsabilità della maglia numero 10, le difficoltà con Francia e Sudafrica e poi un ingresso furioso contro il Brasile dalla panchina. “Sì, le prestazioni non sono state sempre delle migliori, ma sono stata messa nelle condizioni giuste per competere e per avere queste responsabilità. Potevo fare meglio, ma è un’esperienza anche questa. Era la prima volta che avevo la possibilità di giocare un Mondiale (nel 2022 fu convocata ma non scese mai in campo, ndr) e di giocarlo addirittura da titolare, è una responsabilità importante”.

Francesco Palma

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