Alia Bitonci, Valeria Fedrighi e Silvia Turani raccontano emozioni, rituali e aspettative dopo l’esordio contro la Francia e in vista della seconda gara del girone

Rugby World Cup 2025: le Azzurre tra prime impressioni e obiettivi in vista del Sudafrica – ph. Sebastiano Pessina
Dopo l’esordio al Mondiale femminile contro la Francia, le Azzurre hanno già puntato la bussola sul prossimo impegno: domenica 31 agosto l’Italia affronta il Sudafrica, nel secondo turno del girone D.
I giorni che separano le ragazze della nazionale dalla sfida di York sono contraddistinti dal lavoro sul campo e dai consueti appuntamenti con i media. Nell’ultimo incontro stampa hanno parlato Alia Bitonci, Valeria Fedrighi e Silvia Turani.
Per Alia Bitonci l’esordio iridato è stato “un onore” e una prova dura: “La Francia è una delle squadre migliori, abbiamo avuto pochi palloni. Ora dobbiamo voltare pagina: contro il Sudafrica servirà un gioco veloce con i nostri trequarti e più possesso”.
Una presa di coscienza su quello che serve per battere delle avversarie in grande crescita, mentre sul morale Bitonci ha dichiarato: “C’era frustrazione, ma dobbiamo restare uniti e allenarci duro”.
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Silvia Turani: “Le abbiamo già affrontate, sappiamo quanto siano forti nei contatti”
La seconda linea Valeria Fedrighi ha parlato del peso specifico di un’eventuale vittoria: “È fondamentale. È molto, molto importante. Sono fisiche e forti, non sarà una partita facile. Per noi è necessario vincere le prossime due gare se vogliamo raggiungere i quarti.”
Silvia Turani non dà troppo peso alla differenza nel ranking (Italia settima, Sudafrica dodicesima) e sottolinea la necessità di “mantenere il possesso” e individua nella fisicità sudafricana il principale ostacolo: “Le abbiamo già affrontate, sappiamo quanto siano forti nei contatti. In attacco dovremo puntare sulla nostra imprevedibilità”.
Accanto agli aspetti tecnici, emergono anche rituali e superstizioni personali: dalle liste metodiche di Bitonci, alle trecce e alla musica di Fedrighi, fino ai rituali elaborati di Turani, legati a profumo, riso e dettagli scaramantici. Proprio la giocatrice in forza alle Harlequins ha raccontato anche il percorso di crescita con la famiglia, inizialmente scettica sul rugby ma poi conquistata dalla sua dedizione: “Quando hanno visto il mio impegno, hanno capito cosa significava per me”.
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