Rugby World Cup 2025 – Difesa da big del Mondiale, pressione furiosa, attacco sterile: 5 cose su Francia-Italia

A Exeter si è vista una grande fase difensiva, ma non è bastato contro una Francia dominante: fasi statiche il problema principale, e senza quelle non c’è attacco

Rugby World Cup 2025 - Difesa da Mondiale, pressione furiosa, attacco sterile: 5 cose su Francia-Italia (ph. World Rugby)

Rugby World Cup 2025 – Difesa da Mondiale, pressione furiosa, attacco sterile: 5 cose su Francia-Italia (ph. World Rugby)

Esordio amaro per le Azzurre: a Exeter la Francia batte l’Italia 24-0 e a meno di sorpresone contro il Sudafrica blinda il primo posto nel girone. Del resto, la Francia sapeva – e non l’ha mai nascosto – che il match con l’Italia era già quello decisivo per vincere il girone. La coppia di allenatori Mignot-Ortiz ha studiato molto bene le Azzurre, ha saputo come arginarle e come rendere il match una battaglia di trincea nella quale sapevano di poter avere la meglio. La squadra di Roselli ha risposto con una difesa di livello Mondiale, da grande squadra del Mondiale, ma non è bastato e non è stata aiutata nemmeno dal contesto generale. L’emozione dell’esordio si è sentita da entrambe le parti: le due squadre sono subito parse molto rigide, e queste rigidità si è protratta praticamente lungo gli 80 minuti da entrambe le parti, solo che a quel punto la maggiore fisicità della Francia ha fatto la differenza, mentre le Azzurre hanno bisogno di partite più aperte, con più ritmo e spazi. Col Sudafrica probabilmente ci saranno, e sarà un’altra partita.

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Rugby World Cup 2025: 5 cose su Francia-Italia

Difesa – Contro l’assalto francese l’Italia si è aggrappata ancora una volta alla sua splendida fase difensiva. Le Azzurre hanno retto quando Fall, le Feleu e compagnia caricavano a testa bassa, e anche quando Arbey e Grisez provavano a farsi spazio al largo, e anche quando Chambon e Arbez provavano a dare una netta accelerata al ritmo. Ancora una volta la squadra di Roselli ha dato tutto ciò che aveva e dal punto di vista difensivo si è dimostrata una delle migliori formazioni del lotto mondiale: purtroppo senza possesso e senza territorio (67-33 il dato finale, ma addirittura 78-22 quello del primo tempo) diventa difficile anche reggere nel lungo periodo, e si finisce per concedere punti quasi per sfinimento. Detto questo, è da questa difesa che bisogna ripartire: in una partita in cui non ha funzionato quasi nulla e in cui la Francia ha dominato dall’inizio alla fine, chiudere con soli 24 punti subiti è il segnale del grande potenziale di questa Italia, purtroppo rimasto inespresso a Exeter.

Pressione – La Francia sapeva benissimo cosa fare per portare a casa questa partita: non far giocare le Azzurre. Ecco allora una pressione feroce nel punto d’incontro, con Stefan che quasi mai ha avuto palloni rapidi a disposizione (anche perché purtroppo i sostegni non sempre sono stati puntuali) e con Stevanin privata di buona parte delle possibili opzioni in attacco. La coppia di allenatori francese Mignot-Ortiz ha saputo disinnescare l’attacco azzurro: sia quando riceveva palla Stevanin, sia quando arrivava Mannini da prima in piedi, c’era sempre una giocatrice francese che saliva sparata a mettere pressione e un’altra a coprire la prima linea di passaggio. In questo modo diventava praticamente impossibile giocare. L’asfissiante pressione francese – anche legata alle difficoltà italiane nel liberare i 22 al piede – ha tolto alle Azzurre possesso e a un certo punto anche lucidità: quando nel finale di primo tempo, a tempo scaduto, l’Italia non calcia fuori e continua a giocare nei propri 22 prendendo un calcio contro e 3 punti che mandano le Bleus oltre il break, è palese che le Azzurre fossero in debito d’ossigeno.

Fasi statiche – A Exeter si è evidenziato ulteriormente uno dei problemi cronici dell’Italia: la rimessa laterale, che non ha risposto presente quando le Azzurre sono riuscite ad entrare nei 22 avversari. La scelta di lanciare quasi sempre sull’ultimo blocco purtroppo non ha pagato (ma con la Francia qualche rischio devi prendertelo per forza, se vuoi provarci). Un vero peccato, anche perché nelle ultime partite la touche sembrava molto migliorata e quando nel finale Vecchini e Spinelli hanno rimesso a posto il lancio l’Italia è stata in grado non solo di avanzare con il drive ma anche di conquistare dei calci di punizione, a dimostrazione di quanto le Azzurre avessero a disposizione un’arma che in un match del genere sarebbe stata importantissima, ma non sono riuscite ad usarla. Sulla mischia, invece, ci si aspettava sofferenza e così è stato, anche se in alcuni frangenti la prima linea italiana è riuscita pur patendo a non concedere calci di punizione.

Attacco – A metà del primo tempo un lampo: D’Incà vede un buco e scappa via, poi Muzzo, poi ancora D’Incà. È la prima occasione in cui si vede il gioco offensivo dell’Italia, che però si arena ancora una volta di fronte alla furiosa pressione francese, capace – come detto – di disinnescare le due armi principali delle Azzurre: il gioco aperto e il drive. A quel punto l’Italia ha fatto l’unica cosa che poteva: caricare a testa bassa e giocare sullo stesso terreno delle francesi. Le solite Sgorbini e Tounesi hanno battagliato in mezzo alle giganti francesi, D’Incà e Muzzo hanno provato a inventarsi spazi anche dove non c’erano, Mannini le ha provate tutte per uscire dalla gabbia che le avversarie hanno riservato alle nostre trequarti, Duca ha come sempre provato a dare ordine al reparto avanzato. Tante singole belle giocate, ma è mancata la continuità, e quello 0 sul tabellone fa molto male.

Prestazioni – Francesca Sgorbini è stata come sempre la più attiva (ma meno avanzante del solito) con 19 carries, mentre Tounesi è stata il solito carrarmato anche in difesa. D’Incà ha provato più volte ad accendere la miccia, chiudendo con 4 avversarie battute nell’uno contro uno, ma non è riuscita a proporsi con costanza e in alcuni momenti è scomparsa dalla partita. Muzzo ha avuto più palloni a disposizione in attacco ma in difesa ha mancato 3 placcaggi su 9 tentativi. Ranuccini e Vecchini hanno fatto fatica ad entrare in partita e nel primo tempo la loro mancanza si è sentita. Grande lavoro difensivo di Stevanin, che però in attacco non è riuscita a dare il ritmo che serviva, finendo inghiottita nella morsa francese.

Francesco Palma

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