Galles: Ospreys e Scarlets fanno causa alla federazione gallese dopo il caos sul taglio delle franchigie

La controversia nasce già da prima, ma le ultime voci sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso

Galles: Ospreys e Scarlets fanno causa dalla Federazione Gallese dopo il caos sul taglio delle franchigie

Galles: Ospreys e Scarlets fanno causa dalla Federazione Gallese dopo il caos sul taglio delle franchigie

L’esplosione della bomba gallese (in Galles hanno paragonato la decisione alla pressione di un bottone nucleare) sta già avendo le prime conseguenze, come inevitabile che fosse. La volontà della Federazione Gallese di tagliare 2 delle 4 franchigie di URC entro il 2027 sta generando il caos: nonostante la decisione non sia ancora definitiva (ma la più probabile, questo sì) in tanti tra gli addetti ai lavori e tra i giocatori la danno per certa, tanto che l’Associazione dei Rugbisti Gallesi (La WRPA) teme che in realtà l’accordo sia già fatto e si debba solo decidere quali delle 4 franchigie tagliare.

Tra i più arrabbiati ci sono gli Ospreys e gli Scarlets. Il motivo scatenante, in realtà, risale a prima della decisione, ed è l’acquisizione di Cardiff da parte della Federazione lo scorso aprile, quando la franchigia della Capitale era a un passo dalla bancarotta. Questa decisione già ai tempi non era piaciuta alle altre franchigie, ma dopo l’annuncio del possibile taglio di 2 squadre, ai piani alti di Ospreys e Scarlets hanno avuto tutti una bruttissima impressione: se Cardiff è già in mano alla WRU – pensano – allora potrebbe essere favorita al momento di scegliere chi tenere e chi tagliare. Tanto che già ad aprile le due squadre avevano rifiutato di firmare il nuovo Professional Rugby Agreement (PRA) per timore che Cardiff potesse avere un trattamento di favore.

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Per questo, Ospreys e Scarlets hanno deciso di fare causa alla Federazione Gallese e di rivolgersi ad un arbitrato per “violazione delle norme di concorrenza del Regno Unito e dell’UE” e “abuso di posizione dominante”. L’arbitrato è previsto ad ottobre, ma è possibile che venga rinviato a dicembre in modo da attendere prima la decisione definitiva della WRU sul taglio delle franchigie.

Il presidente della Federazione Collier-Keywood ha dichiarato: “Stiamo difendendo la nostra posizione e siamo fiduciosi. Al momento è previsto un arbitrato per ottobre. Se si terrà o meno dipende dalle tre parti coinvolte. Dal nostro punto di vista pensiamo sia meglio sospenderlo per poter svolgere correttamente le consultazioni con i club. Se qualcuno non fosse d’accordo sul risultato, a quel punto, potrà certamente riavviare un’azione legale”.

“Non credo che questo comprometterà il processo di consultazione” ha proseguito il Presidente: “Dobbiamo gestire entrambe le questioni e sono chiaramente interconnesse. Siamo stati molto trasparenti sulle ragioni che ci hanno spinti a intervenire per salvare Cardiff. Ne abbiamo discusso con i club il giorno successivo e la questione legale è emersa solo più tardi. Perciò, nel migliore interesse del rugby gallese, non dobbiamo aspettare che l’arbitrato si concluda”.

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Come detto, la controversia legale riguarda principalmente due punti. Il primo è se la Federazione avesse il potere di acquisire Cardiff e di salvarlo, diventando di fatto l’unica finanziatrice del club: “Non siamo d’accordo con questa interpretazione – ha detto Collier-Keywood – perché riteniamo che il vecchio PRA fosse chiaro e che avessimo l’autorità per intervenire e salvare il club. L’abbiamo fatto nell’interesse del rugby gallese”.

Il secondo punto riguarda la concorrenza e la possibilità che, essendo Cardiff e la WRU legate a doppio filo, la franchigia della Capitale possa essere favorita nel momento in cui si dovrà scegliere chi salvare e chi buttare giù dalla torre: “Siamo stati trasparenti e continueremo a esserlo. Non favoriamo nessuna delle quattro franchigie e continueremo a operare in questo modo. Le consultazioni sono un elemento importante, ascolteremo le opinioni delle persone e prenderemo la decisione giusta sul futuro del rugby gallese, ma per il benessere di tutto il movimento, non solo dei singoli club”.

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