Guida al mondiale femminile: favorite, aspettative e format di una competizione che si preannuncia entusiasmante

Rugby World Cup 2025: chi può battere le Red Roses? – ph. World Rugby
Venerdì 22 agosto prende le mosse la Rugby World Cup 2025: allo Stadium of Light di Sunderland l’Inghilterra padrona di casa ospita gli Stati Uniti nella gara di apertura del mondiale femminile.
Una competizione che già in partenza promette di battere tutti i record precedenti di visibilità e partecipazione, ma dalla quale ci si aspetta anche di rendere evidente al grande pubblico la grande crescita dal punto di vista dei contenuti tecnici e tattici delle gare che il rugby femminile ha saputo affrontare nel quadriennio passato.
Sulla manifestazione incombe un solo vero rischio: che i giochi siano già chiusi in partenza, con l’Inghilterra troppo forte per tutte le avversarie e capace di una cavalcata gloriosa senza troppi patemi fino al momento che tutti si attendono, quello in cui le Red Roses alzeranno il trofeo al cielo in una Twickenham colma di tifosi e tifose urlanti.
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Rugby World Cup 2025: il format
Come funziona la Rugby World Cup 2025 è presto detto. Per la prima volta il mondiale è allargato a 16 squadre, contro le 12 delle precedenti edizioni.
Le compagini sono suddivise in quattro gruppi di quattro, affronteranno una singola sfida contro ciascuna delle tre avversarie nel medesimo girone e le prime due classificate di ognuno si qualificheranno per i quarti di finale.
La fase a gironi si giocherà dal 22 agosto al 7 settembre, la fase finale dal 13 al 27 settembre, giorno della finale.
La prima fase si gioca negli stadi di Exeter, Sunderland, Brighton, Manchester, York e Northampton. All’Ashton Gate di Bristol le semifinali, a Twickenham le finali.
Rugby World Cup 2025: Red Roses strafavorite
L’Inghilterra arriva alla Rugby World Cup 2025 da squadra ultra-favorita per il successo finale. Le Red Roses sono la squadra più forte del monde, generalmente una spanna sopra tutte le altre.
Solo un cartellino rosso nei primi minuti della finale dell’edizione 2021 (disputata nel 2022) impedì loro di laurearsi campionesse, con un enorme colpo di scena che portò la Nuova Zelanda sul tetto del mondo.
Stavolta la nazionale inglese arriva al mondiale ancora meglio. Non solo per le 27 vittorie consecutive con cui approccia la competizione, o perché ha il vantaggio di giocare di fronte al proprio pubblico, ma anche perché sotto la guida del capo allenatore neozelandese John Mitchell, già tecnico di assoluto rilievo in campo maschile, sono sembrate salire ulteriormente di livello.
Le Red Roses sono la squadra più dotata del mondo a livello fisico: riuscire a fermare il pack albionico è un’impresa che negli ultimi anni non è riuscita a nessuno. La mischia ordinata e la maul da rimessa laterale sono due armi che l’Inghilterra è capace di sfruttare meglio di ogni altra compagine.
Su questo si innesta un gioco propositivo, spumeggiante, fatto di lettura delle situazioni e consecutivo adattamento da parte di una linea arretrata che combina esperienza, gioventù e atletismo in un mix letale.
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Rugby World Cup: la ristretta rosa delle outsider
Malgrado lo strapotere dell’Inghilterra, c’è una ristretta rosa di squadre che sulla singola partita può pensare di mettere i bastoni tra le ruote alle padrone di casa.
La sfidante numero uno è il Canada, la squadra attualmente al numero 2 del ranking mondiale. Potenza storica del rugby femminile (4 volte quarta ai mondiali, nel 2014 finalista perdente), la squadra nordamericana è cresciuta ulteriormente negli ultimi due anni, battendo sostanzialmente tutte le altre contendenti nel recente passato.
È una squadra atletica e capace di giocare un rugby espansivo, con giocatrici polivalenti e tecnicamente ineccepibili.
La Nuova Zelanda e la Francia condividono un ruolo da outsider che però le vede in flessione nell’ultimo periodo. Le Black Ferns sono le campionesse in carica e rimangono candidate alla vittoria finale anche in virtù di quello che riuscirono a compiere tre anni fa al mondiale in casa propria, ma negli ultimi anni sono incappate in più di una sconfitta contro avversarie di livello inferiore, come l’Irlanda. Le transalpine, da par loro, hanno dimostrato all’ultimo Sei Nazioni di essere capaci di competere contro l’Inghilterra, ma al contempo hanno offerto una serie di prestazioni poco convincenti e ricevuto una sonora batosta proprio dalle inglesi nei test match di preparazione al mondiale (6-40 in casa delle Bleues).
Rugby World Cup 2025: l’Italia e le altre
Dietro alle quattro squadre ritenute le migliori di questo mondiale, c’è un folto sottobosco di squadre tra le quali la differenza è limitata, con rapporti di forza fluidi e i cui scontri diretti rimangono tutto sommato difficili da pronosticare.
Italia, Irlanda, Scozia, Galles, Stati Uniti, Sudafrica e Australia fanno parte di questo gruppo di squadre che sogna in grande, ma di cui solo alcune riusciranno a realizzare le proprie ambizioni.
Una tra Stati Uniti e Australia, ad esempio, rimarrà tagliata fuori dai quarti di finale. Inserite nel girone A con Inghilterra (che dovrebbe batterle entrambe) e Samoa (che dovrebbe facilmente essere battuta da entrambe), si giocheranno molta della loro RWC nello scontro diretto in programma il 30 agosto.
Destino simile per Scozia e Galles, nel girone B. Il Canada sembra più forte di entrambe, le Fiji un gradino sotto. Solo che per le due squadre celtiche i conti si fanno immediatamente: il 23 agosto sarà una delle partite di cartello del primo weekend.
Nel girone C l’Irlanda dovrebbe dormire sonni più tranquilli. Proverà a sfidare le Black Ferns già battute un anno e mezzo fa, ma centrare la qualificazione contro Giappone e Spagna è opera decisamente alla portata delle ragazze irlandesi.
Infine, le Azzurre capitanate da Elisa Giordano hanno un girone difficile ma non impossibile. La Francia sembra di un altro livello rispetto a tutte le altre, ma non si sa mai. La sfida vera per la qualificazione sarà contro il Sudafrica, squadra sempre battuta fino a qui ma autrice di una crescita impressionante negli ultimi sei mesi.
Lorenzo Calamai
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