R360, la nuova frontiera del rugby globale: una ricca Superlega alle porte?

Mike Tindall è il promotore di un progetto rivoluzionario con fondi d’investimento internazionali, stipendi alle stelle e partite da giocare nelle più importanti città del mondo

Il rugby inglese perde un'altra squadra: saltano i vincitori dell'ultimo Championship ph. Sebastiano Pessina

R360, la nuova frontiera del rugby globale: una ricca Superlega alle porte? ph. Sebastiano Pessina

Il rugby professionistico potrebbe presto cambiare volto. Il tema del momento è R360 (Rugby360 o Rebel League), una nuova competizione globale pensata sul modello “Grand Prix”: stagione breve, squadre in franchising e match itineranti tra le più grandi città del pianeta.

Il progetto è guidato da Mike Tindall, vincitore della Coppa del Mondo del 2003 con l’Inghilterra e dall’agente Mike Spoors.  Nell’idea dei suoi promotori dovrebbe essere lanciato nel settembre 2026 con otto franchigie maschili e quattro femminili.

Secondo quanto riportato dai media inglesi, Fenway Sports Group (proprietari del Liverpool FC), la famiglia Glazer (proprietari di Manchester United e Tampa Bay Bucaneers) e Red Bull sono tutti disposti a pagare circa 15 milioni di sterline ciascuno per una squadra in R360. A questi nomi ormai celebri, si aggiungono fondi di investimento dedicati allo sport e investimenti privati provenienti da Arabia Saudita, Stati Uniti e Regno Unito.

Londra, Tokyo, Dubai, Città del Capo, Boston e Miami sono state indicate come sedi delle franchigie, con le partite da giocare in luoghi diversi, in un formato simile a quello della Formula 1.

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Salari ricchi e stelle pronte ad aderire al progetto

I rumors del Daily Mail parlano di campioni del rugby internazionale a cui sarebbe stato offerto fino a 1 milione di dollari a stagione per partecipare alla competizione. Tra di loro ci sarebbero dieci giocatori della nazionale inglese che avrebbero accettato in linea di massima, tra cui Henry Slade, George Ford e Jamie George. Altri nomi accostati a R360 parlano del giocatore di Rugby League Ryan Papenhuyzen e l’ex All Blacks Roger Tuivasa-Sheck.

Il torneo ha bisogno circa 200 giocatori, ma un ostacolo da non sottavalutare riguarda gli accordi già in essere. Le normative vigenti in molte federazioni impongono agli atleti di giocare nel proprio Paese d’origine per poter partecipare all’attività internazionale. La RFU seleziona solo giocatori della Premiership per l’Inghilterra e lo stesso vale per Nuova Zelanda e Irlanda.

La posizione di World Rugby

Sarà difficile trovare spazio in un calendario di rugby già denso, ma R360 ha in mente di disputare la stagione composta da 16 partite in due periodi, da aprile a giugno e da agosto a settembre, con turni che si svolgeranno in una città diversa ogni settimana.

Ciò andrebbe a impattare nell’ambito della finestra internazionale dell’emisfero australe e potrebbe escludere alcuni giocatori dalle loro squadre nazionali. Il CEO di World Rugby Alan Gilpin ha affermato che qualsiasi nuovo progetto deve garantire la sostenibilità del movimento, riconoscendo però che il settore ha bisogno di innovazione e investimenti.

Attualmente la World Rugby impone il rilascio dei giocatori per i test match e Gilpin ha affermato che continuerà a fare pressione per la loro disponibilità in quei momenti dell’anno. Il dirigente ha tuttavia sottolineato di essere aperto a discussioni con R360 e che la federazione è disposta ad accogliere nuovi investimenti a condizione che rendano lo sport e l’ecosistema in generale più sostenibili dal punto di vista finanziario.

“La nostra posizione è che, qualunque sia la competizione, sappiamo che i giocatori vogliono giocare a rugby a livello internazionale”, ha affermato Gilpin in occasione del lancio del programma di biglietteria per la Coppa del Mondo del 2027. “Non è vero per tutti gli sport, ma nel nostro sport è l’apice del gioco. Abbiamo un calendario globale piuttosto complicato, quindi è davvero importante che qualunque progetto venga sostenuto e finanziato, garantisca ai giocatori l’opportunità di giocare a livello internazionale. E penso che qualsiasi cosa non offra questa possibilità, i giocatori la rifiuteranno”.

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