Il fischio decisivo della serie è la ciliegina sulla torta di una performance quasi perfetta dell’arbitro italiano

– ph. Paul Faith / AFP
Doveva arrivare, prima o poi. Questa tournée dei British & Irish Lions in Australia era fin qui stata decisamente troppo calma. Forse anestetizzato dalla supposta superiorità della selezione visitante rispetto alla nazionale di casa, il tour del 2025 non aveva visto fin qui lo stesso grado di vetriolo delle precedenti: niente video di un’ora per vivisezionare l’operato di un arbitro, niente giornali che sbattono in prima pagina la faccia dell’allenatore dei Lions con un naso da pagliaccio.
Le cose sono cambiate nelle ultime 24 ore. Da quando, cioè, l’arbitro del secondo test Andrea Piardi ha deciso di convalidare la meta di Hugo Keenan al minuto 79 della gara, dopo aver considerato regolare l’intervento del flanker Jac Morgan sull’omologo australiano Carlo Tizzano nella ruck precedente alla marcatura.
È stata l’azione che ha cambiato la storia della serie: dopo i primi minuti di parità sullo 0-0, l’Australia aveva guidato nel punteggio per tutta la partita, sperando di pareggiare i conti nel computo delle gare vinte. Il successo le è sfuggito dalle mani negli ultimi secondi della partita.
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Nell’ultima azione della partita, i Lions hanno giocato una lunga sequenza conclusa da Keenan in meta. Nella penultima fase, Finn Russell si era trovato senza opzioni per giocare al largo dentro i 22 metri avversari, e ha preferito rientrare nel traffico, sotto i pali australiani. Catturato, ha giocato la palla da terra per il seconda linea James Ryan, che ha caricato con profitto, ma rischiando di isolarsi.
Tizzano, che aveva già poco prima conquistato un turnover decisivo sulla propria linea di meta, è subito andato a caccia del pallone, ma è stato sbalzato via dal punto d’incontro dall’intervento di Jac Morgan. L’azione in sostegno del gallese ha colpito la base del collo dell’avversario, coinvolgendo anche la testa. Pertanto il TMO Eric Gauzins è intervenuto per mostrare al trio di arbitri in campo le immagini dell’impatto. Dopo una rapida analisi, Piardi ha deciso che l’intervento di Morgan fosse regolare, citando due fatti dirimenti: l’arrivo quasi contemporaneo dei due giocatori nel punto d’incontro, e quindi la conseguente impossibilità per Morgan di giudicare dove fosse la testa dell’altro giocatore, e il tentativo di wrapping, cioè di chiudere le braccia attorno al corpo dell’avversario, sintomo di un tentativo onesto di pulire il punto d’incontro.
Nella conferenza stampa immediatamente successiva alla partita il capo allenatore dei Wallabies Joe Schmidt non ha esitato a definire un errore la chiamata arbitrale nella circostanza. Gli addetti ai lavori e il pubblico si sono quindi sostanzialmente divisi in due fazioni: gli australiani nel sostenere la tesi dell’errore, i sostenitori dei Lions nel lodare la qualità dell’intervento di Morgan.
A ben vedere, la decisione di Piardi sembra essere corretta. Tizzano si mette in una buona posizione per minacciare il possesso dei Lions in quella situazione, ma l’arrivo di Morgan è decisamente tempestivo: il gallese arriva a pulire il punto d’incontro meno di un battito di ciglia dopo l’avversario e il suo comportamento tecnico è impeccabile.
Il punto d’impatto della spalla del gallese sull’australiano non è direttamente sulla testa. Le sue braccia protese mirano ad andare a lavorare sulle gambe dell’avversario per catturarlo, mentre con le gambe lo spinge via. Perde l’equilibrio e cade a terra, ma è nella dinamica della spinta che questo accade, rendendo l’azione regolare.

L’impatto di Morgan sulla base del collo di Tizzano è pericoloso, ma legale
Un paio di ulteriori considerazioni sono doverose. Non avremo mai delle ruck totalmente sicure: si è fatto molto per mettere i giocatori nelle condizioni di non subire brutti infortuni (basti pensare che in una situazione così qualche anno fa Morgan avrebbe usato il croc roll per togliere Tizzano, mettendone a rischio le ginocchia), ma per come è fatto il gioco ci sarà sempre un certo grado di pericolosità nelle collisioni, in particolare quando c’è un giocatore in posizione di jackler che cerca di recuperare la palla, con il collo e la testa esposti al contatto violento.
In secondo luogo, è vero che la stessa situazione di gioco riprodotta in un altro momento, in un altro contesto, potrebbe venire giudicata in maniera diversa. È la solita vecchia questione della variabilità delle interpretazioni arbitrali, molto difficile da risolvere ma certamente migliorabile: non si possono rendere le decisioni oggettive al 100%, ma sicuramente il corpo arbitrale può lavorare per rendere più omogenea l’interpretazione delle azioni da parte dei propri membri.
Infine, Andrea Piardi ha offerto una grande prestazione al Melbourne Cricket Ground sabato. La decisione su quell’ultima azione è stata la ciliegina sulla torta di una partita diretta in maniera quasi perfetta. Non solo in termini di fischi e non fischi, come nel caso dell’altra situazione complessa, ovvero la meta in tuffo di Dan Sheehan, ma anche in termini di gestione nei confronti di due capitani piuttosto accesi dallo scontro della partita.
Proprio in quell’ultima situazione il direttore di gara bresciano, ad esempio, ha prima sedato subito gli animi allontanando un Itoje che cercava di cacciare con impertinenza il capitano avversario, Wilson. “Please, Maro, go away. I’ll deal with him” ha detto con calma e fermezza, senza lasciarsi trascinare dal calore degli eventi. Poi ha spiegato come sarebbero andate le cose all’accalorato numero otto australiano, e infine ha preso una decisione ragionata senza troppo curarsi della pressione davanti agli occhi di 90mila spettatori ululanti sugli spalti.
O’Keffee, Piardi e Amashukeli, il trio di direttori di gara dei test tra Lions e Australia, sembrano essere stati scelti non perché sono gli arbitri che prendono il maggior numero di decisioni corrette in assoluto, ma perché hanno in comune la capacità di lasciar scorrere il gioco, di rendere le partite fluide e senza troppe interruzioni.
Se questo era l’obiettivo delle designazioni è stato centrato, anche se non si può dire che la direzione del fischietto italiano sia simile a quella degli altri due. Piardi ha infatti evidenziato giustamente alcuni falli che abbiamo visto lasciar correre in tante altre situazioni, come i due calci per ingresso laterale dei sostegni australiani che vanno a lavorare direttamente sull’assistente placcatore. Non è un caso che i Lions abbiano pagato a caro prezzo la loro indisciplina nel primo tempo, faticando inizialmente ad adattarsi al metro arbitrale.
La precisione degli interventi di Piardi, la sua chiarezza nello spiegare quello che ha visto e deciso, la serenità con cui ha gestito i rapporti con i capitani sono la conclusiva testimonianza di uno degli arbitri migliori del circuito internazionale in questo momento.
Lorenzo Calamai
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