Le parole dell’allenatore degli Azzurrini, dopo la conquista del miglior risultato di sempre ad un mondiale di categoria

Italia U20, Roberto Santamaria: “Siamo stati bravi ad unirici nei momenti difficili”
L’Italia Under 20 chiude il Mondiale di categoria con un settimo posto che certifica il progresso degli Azzurrini e conclude un ciclo di lavoro importante portato avanti dall’attuale staff tecnico azzurro.
Un piazzamento storico, che migliora il risultato dell’anno passato e che pone le basi per una crescita strutturata. A tirare le somme è Roberto Santamaria, all’ultima partita come allenatore della nazionale italiana prima di passare alle Zebre Parma in qualità di tecnico degli avanti.
“Vedere uno stadio storico come il ‘Battaglini’ è stato bello per i ragazzi – ha dichiarato Santamaria davanti alle telecamere della FIR – Il settimo posto è un obiettivo che cercavamo, volevamo migliorare il risultato dell’anno scorso e cercare di essere la migliore Under 20 di sempre nei risultati al mondiale. Siamo riusciti in quello che ci eravamo prefissi. La strada è stata tutt’altro che senza ostacoli, i ragazzi sono cresciuti tanto mentalmente, abbiamo affrontato tante difficoltà a livello fisico perché giocare a queste temperature è stata una sfida importante.”
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Robeto Santamaria: “Abbiamo cercato di dare valore al gruppo, perché il gruppo viene sempre davanti al singolo”
Un viaggio non privo di momenti duri, iniziato con una preparazione frammentata ma affrontato con spirito di sacrificio e grande senso di responsabilità da parte dei giovani Azzurrini.
“Dopo il 6 Nazioni non ci siamo mai visti, ci siamo ritrovati il 30 maggio, abbiamo lavorato insieme 10 giorni e più di metà squadra aveva i pomeriggi impegnati a preparare l’esame di maturità. I ragazzi sono stati eccezionali nell’impegno, hanno ottenuto tutti la promozione, che è una tappa importante nel loro percorso. Sapevamo che per passare dal quinto all’ottavo posto la difesa e le fasi statiche sarebbero state fondamentali, su quelle abbiamo concentrato la prima parte del lavoro, mentre nell’ultima parte abbiamo lasciato i ragazzi un po’ più liberi di sviluppare il gioco.”
Il collante del successo è stato però il collettivo, messo sempre al centro di ogni processo decisionale, in campo e fuori.
“Abbiamo cercato di dare valore al gruppo, perché il gruppo viene sempre davanti al singolo. I ragazzi hanno abbracciato questa filosofia e si sono fatti forza nei momenti di difficoltà. Davanti alle critiche ci siamo uniti sempre di più, sfruttando anche l’entusiasmo di giocare in casa. I ragazzi sono stati molto maturi nell’unire dei punti comuni e anche noi come staff siamo stati bravi ad allentare la pressione quando serviva togliere qualche allenamento per rispondere all’esigenza di stare insieme.”
La linea verde continua a essere un punto cardine, con un numero rilevante di esordienti classe 2006 protagonisti tra Sei Nazioni e Coppa del Mondo.
“Penso sia l’anno in cui più 2006 hanno esordito, tra Sei Nazioni e Mondiale se non sbaglio circa 17; è un’esperienza importante che lasciamo in eredità a questo gruppo. I 2006 adesso avranno la responsabilità di trainare i 2007 e tramandare loro le esperienze acquisite.”
Infine, uno sguardo al futuro e alla prospettiva che si apre per il movimento azzurro, forte di una posizione che garantirà vantaggi anche nella prossima edizione del torneo.
“Per quanto riguarda il mondiale, andare nelle prime 8 ti permette sicuramente di avere un girone più agevole, in quanto sei seconda testa di serie. Lasciamo un’eredità importante per poter giocare delle partite con spirito positivo e la voglia di superarci. Da quando faccio parte dello staff tecnico della U20 alzare l’asticella un po’ più in alto è sempre stato l’obiettivo. Sono sicuro che questa sana ambizione potrà spingere il gruppo ancora oltre.”
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