Italia U20, Roberto Santamaria: “Ho cercato di trasmettere la cultura dell’impegno e della responsabilità”

Il coach degli Azzurrini traccia il bilancio del suo mandato prima della sfida per il 7° posto al Mondiale U20

Italia U20, Roberto Santamaria: “Ho cercato di trasmettere la cultura dell’impegno e della responsabilità”

Alla vigilia dell’ultima partita dell’Italia Under 20 al World Rugby U20 Championship contro il Galles, coach Roberto Santamaria guarda al futuro con orgoglio e emozione.

Dopo un ciclo di quattro anni vissuti fianco a fianco ai suoi giocatori, l’allenatore si appresta a lasciare il ruolo per una nuova avventura nelle Zebre Parma dove sarà il prossimo tecnico degli avanti, tornando a collaborare con Massimo Brunello.

Nell’intervista rilasciata a federugby.it, racconta la crescita del gruppo, il valore del percorso condiviso e cosa porterà con sé al termine di questa esperienza. Santamaria ha guidato gli Azzurrini, seguendo in precedenza le annate 2001-2002, portandoli dalle competizioni giovanili fino ai palcoscenici internazionali. Ora, con la partita più importante alle porte (la finale per il 7° posto), il coach riflette sull’eredità lasciata ai suoi ragazzi e a chi verrà dopo di lui.

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Roberto Santamaria: “In questi anni la mischia è sempre stata un punto di forza dell’Under 20”

L’album dei ricordi è pieno di fotogrammi indelebili: “Sicuramente le vittorie storiche, come quella in Sudafrica, in Francia, l’Australia lo scorso anno… Ma soprattutto i momenti fuori dal campo. I legami che si creano, le relazioni vere con i ragazzi. Ci sono giocatori con cui siamo ancora in contatto, che ci considerano dei riferimenti.”

Non c’è un momento che Santamaria cancellerebbe: “Anche le difficoltà fanno parte del viaggio. Prendi l’anno scorso: l’esordio al Mondiale contro l’Irlanda è stato difficile, ma ci ha dato la spinta per battere l’Australia. Ogni ostacolo ti insegna qualcosa. Cancellare un momento sarebbe come togliere un pezzo di una storia che ha senso solo se la guardi per intero.”

Sul rapporto con i ragazzi e i nuovi linguaggi di comunicazione ha un’opinione chiara: “È una bella sfida. Noi registravamo le partite in VHS e le riguardavamo venti volte. Loro guardano highlights da 20 secondi sui social. È un mondo diverso. Da un lato hanno accesso a tante informazioni, dall’altro rischiano di perdere la visione d’insieme. E poi c’è la questione della pressione: un ragazzo di 17 anni oggi può essere esaltato o demolito in poche ore. Noi adulti dobbiamo proteggerli.”

La mischia degli Azzurrini è stata costantemente un fattore determinante: “Sono molto orgoglioso. In questi anni la mischia è sempre stata un punto di forza dell’Under 20. I ragazzi sono cresciuti tanto, e spero che si sia creata una tradizione che continuerà. L’obiettivo è lasciare un livello alto e vedere che viene mantenuto.”

Sui nuovi prospetti del rugby italiano la lista potrebbe essere lunga: “Difficile dirne uno solo. Ma gli esordi recenti di Di Bartolomeo, Belloni, Odiase… sono segnali importanti. Questi ragazzi hanno qualcosa, e sono solo all’inizio.”

Infine Roberto Santamaria parla dell’eredità del suo lavoro spiegando cosa si troverà davanti il suo successore: “Un gruppo che lavora duro, che non si lamenta, che affronta le sfide senza paura. Ho cercato di trasmettere la cultura dell’impegno e della responsabilità. Quando ho raccolto l’eredità di Massimo Brunello, sapevo di avere un compito importante. Spero di lasciare anch’io qualcosa di solido, soprattutto nello spirito con cui si affrontano le cose.”

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