Le mischie no contest, i cartellini, le decisioni delle due squadre nei momenti topici del match di Calvisano

Fare ordine nel caos di Italia-Georgia del Mondiale U20 – ph. Sebastiano Pessina
La partita di Calvisano tra Italia e Georgia valevole per la terza e ultima giornata della fase a gironi del Mondiale U20 è stata una delle gare più caotiche viste in tempi recenti.
Si sono sovrapposte diverse situazioni infrequenti, generando un vortice di confusione che ha inghiottito tutti, giocatori e pubblico, in un finale fuori dagli schemi.
Proviamo a fare ordine in quanto accaduto, tema per tema.
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Il cartellino rosso per la Georgia
Per prima cosa un chiarimento sul cartellino rosso comminato al numero 7 della Georgia Andro Dvali al minuto 16 dell’incontro: al Mondiale U20 è in vigore, come in tutte le competizioni World Rugby, il cartellino rosso da 20 minuti; tuttavia, Dvali si è reso protagonista di un fallo violento considerato sempre illegale (è questa la dicitura tecnica che utilizzano gli arbitri per quei falli che non sono frutto di un errore tecnico del giocatore) ed è stato sanzionato con un rosso diretto, che prevede l’espulsione definitiva per la squadra che lo subisce.
È la prima volta da quando il rosso da 20 minuti è in sperimentazione che assistiamo a un caso del genere.
Mischia o rimessa laterale?
Sul punteggio di 12-12 l’Italia ha avuto una grossa opportunità di segnare la meta che l’avrebbe portata in vantaggio nell’ultimo quarto di gara. Installatisi nei ventidue metri avversari, gli Azzurrini hanno avuto una mischia a favore a cinque metri dalla linea in cui sono riusciti a distruggere il pack avversario. Vinto il calcio di punizione, hanno scelto ancora la mischia. Il pilone georgiano Mate Gurtskaia ha di nuovo commesso fallo e l’arbitro Katsuki Furuse gli ha comminato un cartellino giallo.
Gurtskaia, uno dei titolari, era da poco rientrato dopo un infortunio al pilone che lo aveva precedentemente sostituito. La Georgia aveva pertanto finito i giocatori capaci di giocare nel ruolo di pilone destro, e se l’Italia avesse deciso di giocare una mischia ordinata si sarebbe andati a giocare una no contest: mischia con palla automaticamente vinta dalla squadre che introduce e nessuna spinta.
Il regolamento prevede però che, se la squadra che è rimasta senza prime linee è in quella situazione per un cartellino, debba essere sottratto dal campo un ulteriore giocatore. Insomma: se l’Italia avesse chiesto nuovamente una mischia ordinata avrebbe avuto una introduzione a favore contro 12 avversari, di cui 8 obbligatoriamente coinvolti in mischia ordinata e solo 4 per difendere tutta la larghezza del campo a soli cinque metri dalla linea.
Evidentemente né i giocatori in campo né lo staff fuori dal medesimo hanno avuto la prontezza di capire la situazione immediatamente, preferendo calciare la palla in rimessa laterale per cercare un drive. La maul che ne è scaturita è stata fermata da un fischio dell’arbitro per un’ostruzione dell’alzatore italiano e l’occasione è sfumata.
Peraltro, dopo pochi istanti, la Georgia ha avuto una mischia a favore nei 22 degli Azzurrini ed è dovuta rimanere a quel punto in 12, con tanto di lungo momento di pausa nella gara e conciliabolo degli ufficiali di gara con lo staff georgiano per acclarare la situazione. Evidentemente, in ogni caso, si tratta di una regola con una casistica davvero troppo variegata, che spesso induce in errore arbitri, staff, giocatori, e che forse andrebbe semplificata.

Lo specchietto per tutte le possibili casistiche per cui una squadra può perdere un ulteriore giocatore
La Georgia che non vuole vincere
La partita è stata decisa all’85° minuto dalla meta di Edoardo Todaro, che ha pareggiato i conti con marcatura e trasformazione per regalare all’Italia il 19-19 e la qualificazione come seconda nel girone.
Tuttavia, la Georgia ha avuto in due circostanze il pallone per lunghe fasi a tempo scaduto e ha deciso di continuare a giocare, senza buttare la palla fuori e sancire la loro vittoria.
La squadra caucasica necessitava infatti del punto di bonus offensivo e della quarta meta per potersi qualificare come seconda nel girone e accedere alla parte centrale del tabellone, quella con le posizioni dal quinto all’ottavo. Una vittoria semplice la avrebbe messa a pari punti in classifica con l’Irlanda, che però aveva vinto lo scontro diretto nella prima giornata.
Con la terza posizione nel girone, o la quarta che ha poi ottenuto, invece il risultato sarebbe stato lo stesso: parte bassa del tabellone, a giocare per le posizioni tra la nona e la dodicesima.
Lorenzo Calamai
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