Il capo allenatore suggerisce che anche al Benetton il giocatore classe 2002 possa essere impiegato in mezzo al campo

Leonardo Marin – ph. Sebastiano Pessina
L’estate del rugby internazionale è davvero alle porte: sabato 14 giugno parte a L’Aquila il raduno che condurrà la nazionale italiana alle partite contro Namibia e Sudafrica.
Per i tre test che attendono gli Azzurri, il capo allenatore Gonzalo Quesada ha scelto una lista di convocati inedita, con diverse assenze tra i giocatori più importanti e tante opportunità per volti nuovi o quasi.
Una scelta che Quesada è tornato a raccontare così: “Le motivazioni sono state due. Da un lato ci sono giocatori che negli ultimi anni hanno avuto un minutaggio davvero elevato: pensiamo che Michele Lamaro, Federico Ruzza e Simone Ferrari hanno accumulato oltre 5000 minuti giocati negli ultimi 3 anni, e hanno bisogno di effettuare un ciclo di recupero completo e con i tempi giusti. Dall’altro abbiamo bisogno di allargare il gruppo e di trovare profondità in reparti nella quale ancora non è così alta, costruendo la Nazionale del futuro: di fatto questa era l’unica finestra disponibile.”
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“Noi siamo orientati verso la Rugby World Cup 2027 e l’Italia ha bisogno di avere più scelte possibili, soprattutto in alcune posizioni dove non siamo ancora tantissimi.”
In un lungo articolo di dichiarazioni pubblicato dal sito ufficiale della federazione, Quesada ha analizzato tutte le scelte fatte, posizione per posizione. Alcune delle parole più interessanti sono quelle spese per Leonardo Marin, giovane dal talento cristallino che ancora non ha trovato molto spazio né al Benetton né in Nazionale. Se la sua polivalenza è certamente un suo punto di forza, a tratti è sembrato limitarne la crescita.
“Abbiamo preso una decisione tutti insieme, con il ragazzo e con il Benetton, sul fatto che debba essere prevalentemente un centro. Ovviamente in caso di necessità durante la partita potrà giocare in altri ruoli, ma l’idea è che durante la settimana si alleni principalmente come centro.”
Il motivo, spiega Quesada, è che c’è bisogno di alternative a Nacho Brex. Una necessità comune alla squadra di Treviso, che lo perderà in favore del Tolone, e alla nazionale, che deve pensare a una sua possibile assenza: Brex e Garbisi sono gli unici giocatori che hanno giocato tutte e 16 le partite dell’Italia con Quesada allenatore.
“Abbiamo dovuto convincere Nacho a lungo, perché non ne voleva sapere di non andare in tour – sorride Quesada – ma per portarlo al Mondiale 2027 dobbiamo gestirlo bene, perché ha giocato tantissimo in questi anni e in più andrà in Top 14.”
“Considerando che noi vogliamo continuare a giocare con due playmaker, il 10 e un centro, Leonardo Marin conosce bene questo sistema perché è stato sempre con noi e per caratteristiche e duttilità rappresenta un’opportunità importante per continuare su questa strada. Vogliamo anche che cominci a creare lo stesso incastro che Nacho ha creato con Tommaso Menoncello, al quale abbiamo deciso di non rinunciare nonostante abbia comunque giocato tanto, ma abbiamo ritenuto potesse comunque avere un buon recupero post tournée.”
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