Bortolami: “Sale è il posto giusto al momento giusto. Tanto riconoscente al Benetton, non ‘ruberò’ loro giocatori”

Le prime parole del nuovo tecnico degli inglesi: “È accaduto tutto molto velocemente. So che il club viene da risultati importanti, ma questo non porta pressione ma ulteriori stimoli”

Bortolami: "Sale è il posto giusto al momento giusto. Tanto riconoscente al Benetton, non 'ruberò' loro giocatori"

Bortolami: “Sale è il posto giusto al momento giusto. Tanto riconoscente al Benetton, non ‘ruberò’ loro giocatori”

È il grande salto di Marco Bortolami: la Premiership, i Sale Sharks, obiettivi e responsabilità importanti, ma anche tanta voglia di dare tutto e continuare a crescere come allenatore. C’è tutto questo nelle prime dichiarazioni del tecnico da nuovo allenatore del club inglese, tra i primi a mettere gli occhi su Bortolami dopo l’annuncio della separazione dal Benetton. Nel corso della conferenza stampa di annuncio, Bortolami ha raccontato a cuore aperto tutti gli aspetti di questo nuovo inizio, da quelli prettamente più tecnici a quelli emozionali, sempre rinnovando la stima e la riconoscenza nei confronti del Benetton.

La nuova avventura

“Vengo da due giorni di riunioni in cui abbiamo ragionato a 360 gradi riguardo a tutti gli step evolutivi che la squadra ha bisogno di fare” ha esordito Bortolami, che ha raccontato anche le tempistiche dell’accordo, arrivato dopo l’annuncio della sua separazione dal Benetton: “Tutto è venuto dopo, anche molto velocemente devo dire. Avevamo varie opzioni a disposizione, anche come assistente sempre in contesti internazionali, ma così come per un giocatore anche per un allenatore è fondamentale trovare il club giusto, e devo dire che Sale si è mosso velocemente quando ha saputo che ero sul mercato. Sento che Sale è il posto giusto al momento giusto. Lo staff è già molto strutturato, ci saranno due nuovi innesti ma per il resto rimarranno gli stessi allenatori. Lavorerò a stretto contatto con Alex Sanderson, il director of rugby”

Bortolami arriva a Sale ereditando risultati importanti e trovandosi quindi di fronte alla necessità di confermarli e migliorarli. Il club inglese infatti ha concluso la Premiership in semifinale playoff, raggiungendo gli ottavi di finale di Champions Cup: “È sicuramente un’avventura molto stimolante perché comporta un livello di complessità molto più alto. L’ambizione del club è incredibile, ma comunque rimane nell’ambiente una sana dose di realismo anglosassone. Il campionato inglese è estremamente difficile, Northampton ha vinto l’anno scorso e quest’anno è arrivata settima. Sarà una sfida incredibile e difficilissima, ma sono queste le situazioni in cui un allenatore si deve inserire per dare il meglio di se stesso”.

“Se sento pressione? No, ma ho tanti stimoli e voglia di conoscere i giocatori nel profondo, so che avranno una mentalità diversa e dovrò capire velocemente quali sono le aree in cui posso contribuire” ha proseguito Bortolami, che ha raccontato anche di come l’accordo fosse stato raggiunto a prescindere da quelli che sarebbero stati poi i risultati finali del club in questa stagione: “La scelta era stata fatta già prima, mi avrebbero preso anche se avessero vinto il campionato. Abbiamo aspettato prima di dare l’annuncio per fare in modo che i giocatori rimanessero concentrati sul campo perché comunque si stavano giocando il titolo, ma sì, la via era già segnata: è il tipico atteggiamento anglosassone in cui si programma e si identificano gli step evolutivi da fare”.

L’Italia

Per Marco Bortolami si tratta di un ritorno in Premiership, dopo 4 anni di altissimo livello giocati a Gloucester tra il 2006 e il 2010. Stavolta ci torna da tecnico, e in un contesto per il rugby italiano completamente diverso: “In questi 20 anni credo che il rugby italiano abbia fatto dei passi avanti incredibili. Ai tempi lasciai l’Italia quando non c’era ancora la Celtic League e la Nazionale giocava al Flaminio. Ora invece lascio l’Italia con un Benetton che ha raggiunto le fasi finali di Champions Cup e che lotta ogni anno per i playoff di URC e con una Nazionale che gioca all’Olimpico e lo riempie in maniera consistente”.

Inevitabile la domanda sulla possibilità, un giorno, di diventare c.t. dell’Italia: “L’ambizione e la disponibilità ci sono sempre, ma dovrà essere il momento giusto con il progetto giusto. Adesso sto cominciando questa nuova avventura che spero sia il più lunga possibile (il contratto è di 4 anni, ndr) perché vorrà dire che le cose staranno andando bene, e perché ritengo che questo sia il posto giusto al momento giusto per la mia carriera di allenatore. Poi è chiaro che all’idea di allenare la propria Nazionale sono sempre legati degli aspetti affettivi ed emozionali, ma devono esserci le condizioni giuste e il momento giusto. Sono sicuro che quando sarà il momento sarà così”.

Il nuovo inizio

Come spiega Bortolami sono state già fatte delle riunioni, poi la pre-season inizierà a luglio: “Com’è stata l’accoglienza? Prima di concludere è stato già fatto un passaggio interno con lo staff e i giocatori più importanti, l’ambiente è già pronto e consapevole. Il rispetto? Se siamo arrivati a questa chiamata evidentemente c’è già, ovviamente poi bisogna confermare tutto con il lavoro. Abbiamo appena concluso due giorni di riunioni, ora tutti avranno 3 settitmane di vacanza e tornerò ai primi di luglio per iniziare la pre-season il 14. Avremo circa 12 giocatori fuori tra Lions e Inghilterra che torneranno a fine agosto, ma abbiamo già programmato l’inizio della stagione e non vedo l’ora di mettere piede in campo, di conoscere i giocatori e iniziare a costruire i rapporti e le relazioni fondamentali per far migliorare tutti. Mi piace il pragmatismo inglese, in questo senso sono rimasto un petrarchino (ride, ndr). La forma mentis è rimasta quella di un ambiente che mi ha dato tanto”.

Proprio sugli internazionali, Bortolami ha scherzato: “Durante le riunioni abbiamo parlato anche della gestione dei giocatori internazionali, i Sale Sharks ne hanno una decina, e io ho risposto ‘immaginate com’è gestirne 25′ (ride, ndr)”.

Bortolami ha raccontato anche del sostegno ricevuto dai colleghi in questo periodo: “Mi ha scritto molto Jake White (allenatore dei Bulls, ndr) per sapere dove sarei andato, così come molti altri amici allenatori. Ho incontrato anche Lancaster per confrontarci. Ci sono stati tanti allenatori che ho sentito in questo periodo e credo sia una cosa importante: è un lavoro difficile e poter condividere con altri queste dinamiche relativizza un po’ tutto. Le uniche persone sapevano tutto fin dall’inizio erano il mio agente e la mia famiglia, ad Antonio Pavanello ho comunicato che avevo trovato una soluzione da capo allenatore e ho visto in lui la gioia di continuare a vedermi crescere. Ci siamo dati appuntamento al prossimo futuro, la stima è reciproca e sicuramente ci porterà a rincontrarci”.

Treviso, famiglia e giocatori

Al tecnico è stato chiesto anche quali giocatori avrebbe voluto portare in Inghilterra dalla sua esperienza a Treviso, ma la sua risposta è stata chiara: “Ci sono dei giocatori che credo abbiano potenziale per giocare nel campionato inglese, ma ci tengo a precisare che la mia stima e riconoscenza nei confronti di Treviso è tale che mi porterà a non ‘rubare’ nessun loro giocatore, almeno a breve termine. Ovviamente poi quando i contratti terminano tutti sono liberi di andare dove vogliono, ma credo sia una questione di rispetto sia per Sale – che ha già tantissimi internazionali e giocatori di livello – sia per il Benetton, che al momento sia giusto così.

Infine, una chiosa anche sulla necessità di trasferirsi in Inghilterra: “Ovviamente a livello familiare c’è un prezzo da pagare, ma bisogna anche dare ai propri figli l’esempio di avere coraggio e fare anche scelte scomode per inseguire i propri sogni. Penso che mia figlia imparerà attraverso questa esperienza anche questo e che un giorno avrà l’ambizione e il coraggio di mettersi alla prova. Poi alla fine sono solo due ore di aereo, quindi un po’ verranno loro e un po’ tornerò io in Italia quando avrò due giorni liberi attaccati”.

Francesco Palma

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