Nigel Owens critico sul cartellino rosso da 20 minuti: “La tolleranza deve essere zero”

Per l’ex-arbitro quanto fatto da Sam Underhill è l’esempio di come anche la nuova norma “non stia cambiando il comportamento dei giocatori”

Nigel Owens ha dimenticato i cartellini

Nigel Owens critico sul cartellino rosso da 20 minuti: “La tolleranza deve essere zero” – Ph. Sebastiano Pessina

Poche settimane fa World Rugby ha comunicato di aver passato la regola del cartellino rosso da 20 minuti alla fase di global law trial, la prova generale che è di fatto l’anticamera dell’approvazione definitiva, che a questo punto appare certa.

L’ex-arbitro Nigel Owens, da tempi non sospetti, non è un sostenitore della nuova norma e nella sua rubrica per WalesOnline ha ribadito la sua posizione sulla regola che, secondo lui, potrebbe avere un impatto negativo sul gioco.

Leggi anche: World Rugby, il cartellino rosso da 20 minuti passa alla fase di prova generale

Oltre a ripetere alcuni concetti che aveva già esposto, Nigel Owens ha analizzato questi ultimi mesi durante i quali la regola del cartellino rosso da 20 minuti è stata in vigore in diverse competizioni. A suo avviso questa norma “non ha certo cambiato il comportamento dei giocatori”.

Nigel Owens critico sul cartellino rosso da 20 minuti: “La tolleranza deve essere zero”

“Non è stato un deterrente – ha proseguito il rinomato ex-arbitro – e penso che un’infrazione da cartellino rosso dovrebbe sempre essere sanzionata con un rosso diretto e definitivo. Se si tratta di un incidente o semplicemente di sfortuna, allora non dovrebbe essere un cartellino rosso in primo luogo”.

“Nonostante tutti i cambiamenti apportati, il problema che continua a presentarsi ripetutamente è il contatto con la testa. Anche se abbiamo visto un deciso aumento dei cartellini rossi, non abbiamo ancora visto un vero cambiamento nel comportamento dei giocatori, in termini di tentativi di placcaggi più bassi”.

Il punto di vista di Owens secondo cui il comportamento dei giocatori non sta cambiando è stato forse meglio dimostrato da Sam Underhill, che è stato sospeso a seguito di un pericoloso intervento nella finale della Challenge Cup.

Ciò è avvenuto poco più di un mese dopo che gli era stato comminato il cartellino rosso per un gesto simile nella vittoria contro il Pau nella stessa competizione.

L’ex-arbitro non solo ha criticato l’intervento del terza linea inglese ma anche la sanzione ricevuta: “Ora gli è stata inflitta una squalifica di quattro partite dopo che inizialmente gli è stato mostrato un cartellino giallo. Ma avrebbe dovuto essere un rosso fin dall’inizio”.

Quel fallo di Underhill probabilmente la prossima stagione gli costerà un cartellino rosso di 20 minuti, ma Owens insiste che questa è la direzione sbagliata da prendere per il World Rugby: “Nonostante la maggiore attenzione ai comportamenti pericolosi, in particolare sui contatti con la testa, perché non vediamo ancora un cambiamento nel comportamento dei giocatori? Succede troppo spesso”.

Per Nigel Owens la soluzione è una: “Per me, la tolleranza deve essere zero. Se ti fai coinvolgere in un fallo come quello di Underhill, dovresti ricevere un cartellino rosso diretto, punto e basta, seguito anche da una lunga squalifica. Oppure devono modificare la regola sull’altezza del placcaggio, e questo sarebbe sicuramente un argomento caldo di dibattito”, ha concluso l’ex-arbitro.

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