L’Italia inedita di Quesada: stelle a riposo, trequarti da inventare, capitano da eleggere

Tutti i nodi da sciogliere dopo l’annuncio dei convocati per il tour in Namibia e Sudafrica

L’Italia inedita di Quesada: stelle a riposo, trequarti da inventare, capitano da eleggere

Mercoledì 21 maggio Gonzalo Quesada e lo staff tecnico dell’Italia hanno diramato la lista dei 33 giocatori convocati per il raduno di L’Aquila del prossimo 14 giugno, quando verrà dato il via alla preparazione per i tre test della finestra internazionale estiva che attende gli Azzurri in Namibia e Sudafrica.

Una lista, quella annunciata, davvero interessante e che getta le basi per un’estate divertente: restano fuori a riposo alcuni dei nomi più importanti del palcoscenico azzurro e potranno avere la loro occasione un certo numero di volti nuovi e qualcuno dei giocatori che ha avuto fin qui meno opportunità.

È sostanzialmente la prima volta che l’Italia può permettersi una scelta di questo tipo. L’unico precedente in tempi recenti che viene alla mente è quello dell’estate 2022, quando per il trittico Portogallo-Romania-Georgia Kieran Crowley concesse qualche chances ad alcuni che ne avevano ottenuto meno.

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L’obiettivo del tour, evidentemente, è quindi quello di dare l’opportunità a un certo numero di giocatori di cogliere l’occasione per mettersi in mostra e scalare le gerarchie (un discorso che vale sia per gli esordienti, ma anche per quei giocatori che sono chiamati a salire un gradino in termini di leadership), con il fine ulteriore di aumentare la competizione interna in vista degli impegni futuri.

Profondità senza precedenti

La scelta di Gonzalo Quesada di visitare il Sudafrica con una squadra rimaneggiata è coraggiosa, ma presa con cognizione di causa.

Da una parte ha a disposizione una profondità di rosa che non ha precedenti: nessun commissario tecnico prima di lui si è potuto permettere di lasciare a casa alcuni dei migliori giocatori della rosa tra scelte e infortuni, e presentare comunque una lista di oltre 30 giocatori dove non ci sono nomi a cui manca il potenziale per poter diventare un internazionale. E questa è una piccola vittoria del lavoro intrapreso dalle franchigie e della crescita del movimento italiano, che avrà pure tanti difetti ma, citando Galileo, eppur si muove.

Dall’altra ci attende una tournée contro una Namibia che rappresenta un avversario ai minimi storici, venticinquesima nel ranking e con lo status di seconda potenza del continente africano messa in dubbio, e contro degli Springboks che sembrano avere le stesse intenzioni degli Azzurri, anche se forse su scala differente: aumentare la profondità della rosa dando opportunità ad alcune facce nuove.

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Gli assenti

I principali giocatori lasciati a casa sono sette: Simone Ferrari, Federico Ruzza, Michele Lamaro, Paolo Garbisi, Nacho Brex, Tommaso Allan, Ange Capuozzo. Si tratta senza dubbio della gran parte delle stelle della squadra.

Tra loro questi giocatori hanno in comune di aver giocato più di 50 partite di rugby nelle ultime due stagioni, a partire dagli warm-ups per il mondiale del 2023 fino a maggio del 2025 (anche se non sono gli unici: Fischetti, N. Cannone e Negri hanno fatto altrettanto).

Brex è il recordman di minutaggio in questa stagione, con 1758 minuti disputati fino a qui, ma Ange Capuozzo dovrebbe superarlo presto, tenuto conto che il Top 14 è ancora lontano dalla fine.

Proprio l’accesso alle fasi finali del campionato francese potrebbe aver inciso e corroborato la scelta di tenere fuori l’estremo azzurro e il maggiore dei Garbisi: Tolosa sarà come minimo semifinalista e giocherà quindi come minimo fino al 21 giugno, se dovesse andare in finale giocherebbe nello stesso weekend di Namibia-Italia; Tolone parte dai barrage (14 e 15 giugno) ma è sicuramente tra le favorite per il passaggio del turno.

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Gli infortunati

Lo staff tecnico azzurro ha dovuto far fronte ad un certo numero di assenze forzate. Gianmarco Lucchesi e Luca Rizzoli hanno subito due infortuni pesanti che richiederanno un tempo di recupero lungo.

Dino Lamb non è più tornato in campo dopo l’infortunio patito nella gara di Sei Nazioni contro l’Irlanda, e pare che durante l’estate si trasferirà da Londra, dove ha militato tutta la sua carriera negli Harlequins, in Francia, dove lo aspetta il Brive.

Martin Page-Relo ha appena recuperato da un infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori per diverse settimane. È sceso in campo per la prima volta con il Lione nel weekend del 18 maggio, e per questo probabilmente gli è stato preferito Alessandro Fusco.

Louis Lynagh e Matt Gallagher sono ancora fermi ai box dopo i rispettivi infortuni fra dicembre e gennaio che li hanno costretti a una fine anticipata della stagione.

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Nodi da sciogliere, nel pack

Malgrado tutto, la selezione del commissario tecnico azzurro non è priva di punti di domanda. In prima linea Quesada ha optato per portare solamente cinque piloni, con Muhamed Hasa che prevedibilmente si spenderà sia nel ruolo di pilone sinistro che di pilone destro.

Il classe 2001 ha interpretato entrambe le posizioni con le Zebre, che lo hanno più spesso impiegato a destra malgrado abbia caratteristiche fisiche più adeguate al lato sinistro della mischia a livello internazionale.

Pablo Dimcheff, novità vera di questa lista di convocati, si giocherà il posto da tallonatore di backup con Tommaso di Bartolomeo, reduce da una ottima stagione con le Zebre, anche se chiusa in tono minore rispetto, ad esempio, ai mesi invernali.

In seconda linea una divisione equa: da una parte la coppia di fabbri ferrai composta da Niccolò Cannone e Matteo Canali (stagione straordinaria con le Zebre), dall’altra le libellule Andrea Zambonin e Riccardo Favretto, deputate in primis a gestire la rimessa laterale. Facile che vedremo sempre un pezzo di una coppia insieme a uno dell’altra, anche se sarebbe interessante vedere un’Italia con una rimessa laterale con due giocatori sopra i due metri come Zambonin e Favretto, che da numero 6 ha fatto un finale di stagione davvero stellare con il Benetton.

Nodi da sciogliere, tra i trequarti

Se in terza linea si annota solo l’aggiunta di David Odiase, fresco di ritorno in Italia, e a numero 9 il ritorno di Alessandro Fusco, l’Italia dell’estate 2025 non avrà un numero 10 collaudato. Nelle sedici partite di Gonzalo Quesada da head coach Paolo Garbisi è sempre stato l’apertura titolare, mentre in raduno hanno lavorato nel ruolo Tommy Allan e Leonardo Marin.

Marin è l’unico superstite, ma il suo inserimento nella lista dei convocati nel ruolo di centro fa riflettere. La polivalenza del trequarti classe 2002 è il suo punto di forza e le posizioni di apertura ed estremo sembrano essere quelle più scoperte in termini di esperienza nella linea arretrata. La sua presenza fissa nel gruppo azzurro potrebbe quindi vederlo inserito in formazione con la maglia numero 10 o 15. Tuttavia a Treviso si vocifera di un suo prossimo utilizzo nel ruolo di centro con il Benetton, e la sua definizione come tale nell’elenco dei convocati fa emergere più di un sospetto.

D’altra parte le cose sono due: o Quesada cambia un po’ le carte in tavola in merito al sistema offensivo puntando meno sull’aggiramento e più sull’affrontamento diretto (quindi con una coppia centrale Mori-Menoncello, per capirsi), oppure serve un giocatore con caratteristiche di playmaking per sostituire Brex, e Marin è il candidato principale a farlo.

Questo ragionamento conduce quindi a un bivio tra Giacomo Da Re e Giovanni Montemauri come mediani di apertura per la nazionale. Entrambi hanno qualche lacuna difensiva da aggiustare, specie il primo, mentre con la palla in mano Da Re è più rapido e temerario nell’attaccare la linea, mentre Montemauri ha le caratteristiche del regista capace di far girare la squadra.

Da tenere a mente che Da Re può ricoprire anche il ruolo di estremo, che sarà conteso anche da Jacopo Trulla e Mirko Belloni, entrambi ottimi attaccanti individualisti: due controfigure di Ange Capuozzo, più che di Tommaso Allan.

Quello che è certo è che la line arretrata è quella con meno certezze e con più possibilità e combinazioni da poter variare: sarà uno degli aspetti più interessanti dell’estate.

Il capitano

L’ultimo nodo da sciogliere è quello del capitanato. I tre giocatori che hanno avuto la fascia più di recente, Michele Lamaro, Federico Ruzza e Nacho Brex, sono assenti.

I candidati per ottenere i gradi sembrano essere altrettanti. Danilo Fischetti è stato per tutta la stagione il capitano delle Zebre, è uno dei più esperti del gruppo ed è sicuramente uno dei giocatori che pone l’asticella per gli altri attraverso il proprio esempio, d’altra parte ha dimostrato di dover migliorare un po’ nel gestire i rapporti con il direttore di gara. Seb Negri è il giocatore più vecchio del gruppo (lui e Ioane sono gli unici ad avere 30 anni), quello con più caps (63) ed è stato uno dei leader dello spogliatoio nel recente passato. Giacomo Nicotera è l’altro giocatore con la seniority e l’indiscussa leadership tecnica nel ruolo per poter vedersi assegnati i gradi.

Lorenzo Calamai

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