Città pronte con i propri impianti iconici a diventare anche un riferimento ovale
Rugby World Cup 2035: la Spagna ribadisce la sua candidatura appoggiandosi al calcio
La Rugby World Cup 2035 fa gola a tutti. I Mondiali di rugby stanno diventando un evento sempre più globale, con la possibilità per chi lo ospita di trovare redditività immediata e un’eredità finanziaria a medio-lungo termine.
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Rugby World Cup 2035: la Spagna ribadisce la sua candidatura appoggiandosi al calcio
Nei giorni scorsi era stato il Medio Oriente a esprimere la sua volontà di essere la zona organizzatrice della rassegna iridata in programma fra 10 anni, ora invece è la Spagna a ribadire la sua volontà.
Rugby ma non solo, anche i grandi proprietari del calcio starebbero guardando alla Coppa del Mondo con interesse. La Spagna nel 2030 ospiterà una parte dei Mondiali di calcio, insieme a Marocco, Portogallo e una parte di Sudamerica (Argentina, Uruguay e Paraguay), e con quel rimbalzo potrebbe poi essere pronta a cercare un bis di quelle dimensioni.
Città grandi e conosciute con impianti da riempire. Madrid, con il “nuovo” Santiago Bernabeu (del Real) e il Cívitas Metropolitano (dell’Atletico), Barcellona, con il Camp Nou (che peraltro ha già ospitato in passato una finale del Top 14) e il Montjuïc (impianto dove gioca attualmente la squadra blaugrana con 60.000 posti) e poi Bilbao, con il suo San Mamés (che ha già ospitato nel 2018 e ospiterà nel 2026 le finali della Challenge e della Champions Cup).
Un posto ancora inesplorato nell’Emisfero Nord, ma che sarebbe gradito anche da diverse Unions vista la vicinanza geografica.
Vedremo quindi nei prossimi mesi e successivamente nei prossimi anni quale sarà il Paese o la zona geografica che si accaparrerà l’organizzazione della Rugby World Cup 2035; nel 2027 e nel 2031 intanto la rassegna planetaria si terrà in Australia e negli Stati Uniti.
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