Partenza shock, difesa e un bel secondo tempo: 5 riflessioni su Inghilterra-Italia

Il 14-0 di parziale nei primi 7 minuti sembrava l’inizio di un match di pura sofferenza, invece la reazione delle Azzurre contro le migliori al mondo è il miglior segnale che poteva arrivare dall’inizio del nuovo ciclo

Partenza shock, difesa e un bel secondo tempo: 5 riflessioni su Inghilterra-Italia (ph. Federugby)

Partenza shock, difesa e un bel secondo tempo: 5 riflessioni su Inghilterra-Italia (ph. Federugby)

Parlare di Inghilterra-Italia è sempre difficile: troppa la differenza tra le due squadre sulla carta (in realtà è troppa la differenza tra le inglesi e qualsiasi movimento, al momento, escludendo Nuova Zelanda e – in parte – Francia), una differenza che però a York si è vista – sì – ma non al punto da non regalarci una vera partita, anzi. Qualcosa che mancava da tanto tempo contro le inglesi: l’ultimo match davvero combattuto fu quello del 2016. Dopo una partenza shock (2 mete in 7 minuti) le Azzurre si sono rimessa in carreggiata, mettendo sabbia negli ingranaggi di una squadra sulla carte indistruttibile e rendendole la vita più difficile. Chiaro, contro una formazione del genere parlare di vittoria è ancora utopia, ma all’Italia si chiedeva esattamente questo tipo di prestazione, ed è arrivata.

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Sei Nazioni femminile: 5 riflessioni su Inghilterra-Italia

Reazione – Ripassando velocemente gli ultimi Inghilterra-Italia, pare di rileggere un copione sempre uguale: le Azzurre reggono finché possono, le inglesi debordano e vanno avanti fino all’80’, con punteggi spesso molto pesanti. Dopo i primi 10 minuti, però, l’Italia ha avuto la forza (e la compattezza difensiva, soprattutto) di cambiare l’inerzia del match, prendendo le misure all’attacco fisicamente prorompente ma non così preciso delle inglesi e rendendo particolarmente complicate le loro segnature, ancor di più considerando che sulla terza meta c’è più di qualche dubbio. I turnover di Gurioli e Veronese e i due salvataggi in bandierina di Muzzo sono esattamente ciò che avevamo bisogno di vedere dalle Azzurre, a prescindere dal risultato finale. Anche la mischia ha sofferto meno del previsto: brave le Azzurre a tallonare alla velocità della luce sulle introduzioni di Stefan e Bitonci, e brave anche le 6 prime linee a tenere botta (alcune mischie davvero stabili) contro un pacchetto sulla carta ingiocabile.

Secondo tempo – Il parziale dei secondi 40′ è stato di 5-0 dell’Inghilterra, una cosa non così frequente al Sei Nazioni femminile, considerando i punteggi abnormi con cui le inglesi vincono gran parte delle partite. Chiaro, le padroni di casa hanno sicuramente scalato una marcia dopo aver raggiunto la meta del bonus, ma ciò non toglie alcun merito alla ripresa giocata dalle Azzurre per qualità e combattività. In particolare, va segnalato il modo in cui la squadra di Roselli ha saputo riposizionarsi in difesa dopo le devastanti cariche delle due piloni entrate dalla panchina – Botterman e Bern – capaci di portarsi dietro anche 3 azzurre alla volta. Partita totale di Giordana Duca (22 placcaggi riusciti e 13 carries, miglior placcatrice e giocatrice più impegnata in avanzamento) e prestazione superba di Sgorbini, vicinissima alla doppietta, ma tante azzurre hanno fatto bene.

Errori – Se a livello fisico e atletico è difficile imputare qualcosa all’Italia, che nulla ha potuto quando le inglesi hanno accelerato mettendo sul piatto gambe e muscoli, il punteggio avrebbe comunque potuto essere diverso – almeno dal punto di vista del distacco – senza alcuni errori che a questo livello non andrebbero fatti. Il primo riguarda la meta del 33-5, presa alla fine del primo tempo su una rimessa laterale sbagliata nei propri 5 metri. Gli altri riguardano le tante occasioni sprecate nel secondo tempo, tre in particolare: prima Granzotto viene tenuta alta in area di meta perché attacca direttamente la linea con troppa frenesia quando c’era la possibilità di muovere ancora il pallone, poi la meta di Sgorbini viene annullata per un’ostruzione di Veronese in maul (fallo che dalla RWC 2023 in poi viene sempre fischiato), infine il chip buttato via da Stefan ai 5 metri con l’Italia che era in avanzamento. Il principale rimpianto della squadra di Roselli, infatti, va cercato nell’aver chiuso il secondo tempo senza segnare, nonostante le tante occasioni e un vero e proprio monologo nei primi 15′ del secondo tempo.

Panchina – Un altro degli interrogativi del match di York riguardava la tenuta, e in questo senso l’apporto della panchina è stato fondamentale nel dare una risposta positiva. Bene le prime linee di riserva con Vecchini, Maris (che ha trovato avanzamento anche palla in mano) e Stecca, come sempre ottimo l’ingresso di Tounesi e bello aver rivisto in campo Giada Franco, che chiaramente non è ancora al 100% ma ha fatto intravedere segnali importanti. Esordio positivo per Bitonci, mentre Stevanin – ritrovatasi in campo già nel primo tempo – è riuscita a dare accelerazione e ritmo in momenti anche molto concitati del match.

Obiettivi – Archiviata l’Inghilterra con meno danni possibili (da verificare le condizioni di Madia, ma per il resto non dovrebbero esserci problemi a livello fisico) adesso comincia davvero il Sei Nazioni dell’Italia: domenica arriva un’Irlanda capace di mettere in grande difficoltà la Francia e che viene da un WXV 2024 in cui si è presa lo scalpo della Nuova Zelanda. I segnali di partenza sono stati ottimi: adesso bisogna giocare per vincere, e questa Italia ha tutte le qualità per farlo.

Francesco Palma

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