Louis Lynagh: “Mi infastidisce che nessuno pensi che l’Italia possa avere chance con l’Inghilterra”

L’ala degli Azzurri, ancora infortunato, analizza il Sei Nazioni dei compagni ai microfoni di Planet Rugby: “Con la Francia è stata un’eccezione, gli inglesi non dovrebbero sottovalutarci”

Louis Lynagh: "Mi infastidisce che nessuno pensi che l'Italia possa avere chance con l'Inghilterra"

Louis Lynagh: “Mi infastidisce che nessuno pensi che l’Italia possa avere chance con l’Inghilterra” – ph. Sebastiano Pessina

Se c’è qualcuno che più di tutti sta soffrendo in questo Sei Nazioni è Louis Lynagh, che probabilmente si sarebbe giocato una maglia da titolare in tutte le partite e invece è costretto a seguirlo da casa a causa di un infortunio al ginocchio. Intervistato da Planet Rugby, l’ala dell’Italia e del Benetton ha offerto un’analisi del momento degli Azzurri.

“Nessuno ci dà una possibilità contro l’Inghilterra. Tutti i titoli parlano del fatto che gli Azzurri non hanno mai battuto gli inglesi in 31 partite e questo non cambierà dopo la sconfitta con la Francia. È fastidioso perché non rispecchia affatto dove si trova al momento l’Italia. Abbiamo fatto molti progressi con Gonzalo Quesada. La partita con la Francia è stata un’eccezione, sarebbe pericoloso per l’Inghilterra pensarla diversamente” ha detto Lynagh.

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L’ala biancoverde ha poi spiegato come secondo lui i compagni di squadra reagiranno dopo la brutta sconfitta con la Francia: “Credo che ne usciranno più forti. Conosco il calibro e il carattere di questi ragazzi, la considereranno una brutta giornata, non di più”.

Lynagh sull’Italia underdog e Gonzalo Quesada

Sulla considerazione generale nei confronti dell’Italia: “Saremo sempre visti come gli sfavoriti, gli underdogs, non importa cosa facciamo. Ma le aspettative all’interno di questa squadra sono cambiate. Ci aspettiamo di essere sempre competitivi. Pensiamo che avremmo dovuto battere l’Inghilterra un anno fa. C’è la convinzione che questa squadra possa fare cose incredibili”.

Lynagh ha poi parlato del suo rapporto con Gonzalo Quesada: “Ha portato molti dettagli e dato una nuova struttura alla squadra, qualcosa che forse mancava in passato. È un personaggio incredibilmente motivante. Parla cinque lingue. Si relaziona con tutti. Credo abbia portato in Italia anche la sua esperienza da giocatore con l’Argentina: è abituato a dover superare le aspettative e a dare il massimo quando non ti considerano favorito”.

“Questo si vede anche dal modo in cui si pone con noi” prosegue Lynagh: “Nessun giocatore deve pensare ‘proviamoci e basta’. Ogni partita scendiamo in campo per vincere, in campo abbiamo la netta sensazione di poter competere con i migliori. Abbiamo pensato di aver cambiato la narrazione sul rugby italiano l’anno scorso. Ora c’è più pressione su di noi quando giochiamo, ma la pressione è una benedizione. Dobbiamo trovare continuità”.

Dopo la Francia

Come spiega Lynagh, tornando al match con la Francia, l’idea dell’Italia di dare tutto per restare in partita con i Bleus e provare a metterli in difficoltà dal punto di vista mentale era stata giusta: “Pensavo che i francesi avrebbero potuto calare di testa dopo la meta di Tommy (Menoncello, ndr) con una corsa di 50 metri. Il problema è stato averli fatti segnare subito dopo la ripresa del gioco, così sono riusciti a dimenticare all’istante quello che avevano subito e sono tornati immediatamente in gioco”.

Detto questo, Lynagh conclude: “Il rugby italiano sta facendo passi da gigante. Sì, sono passati 25 anni da quando siamo entrati nel Sei Nazioni, ma pensate a quanto ci ha messo la Francia a vincere il suo primo torneo in assoluto, 49 anni”.

“Penso che la gente dimentichi quanto sia difficile arrivare da fuori. L’Italia conosce il rugby in modo appropriato solo da pochi anni. È sempre stata una nazione calcistica. Quando mio padre (Michael Lynagh, ndr) giocava qui negli anni ’90 il rugby aveva solo un campionato nazionale. Ora è tutto diverso” conclude Lynagh.

 

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