Sam Warburton: “Il sistema in Galles chiaramente non funziona”

La stoccata dell’ex capitano stavolta è sul processo formativo dei giovani talenti gallesi

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Sam Warburton ph. Reuters

Sta per chiudersi un mese di marzo decisamente avaro di gioie per il rugby gallese. Il cucchiaio di legno nel Sei Nazioni è stata una grande delusione, ma anche a livello di club, il settore professionistico non brilla.

In più Louis Rees-Zammitt, uno dei giocatori più talentuosi degli ultimi anni, ha scelto di cambiare e sport e passare in NFL dove ha appena firmato un contratto con i Kansas City Chiefs.

Sul momento difficile del Galles è intervenuto ancora una volta l’ex capitano Sam Warburton che sulle colonne del Times ha provato a fare una riflessione sul sistema formativo della WRU.

Secondo Warburton la maglia della nazionale non attrae più come un tempo e il percorso accademico che si trovano a fare i nuovi talenti sarebbe inefficace.

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La stima per Rees-Zammitt e i tanti gallesi che scelgono l’Inghilterra

Sam Warburton crede che “sarebbe una delle grandi storie di cross-code da uno sport di contatto ad un altro” se Rees-Zammit dovesse avere successo in NFL, ma ritiene che l’ex ala di Gloucester si trovi di fronte ad un compito difficile.

Poi il ragionamento generale: “La sua mossa riflette il triste stato del rugby gallese in questo momento?” ha scritto nella sua rubrica sul Times. “L’attrazione verso la gloriosa maglia rossa è scemata? Non sono sicuro che il suo esempio (riferendosi a Rees-Zammitt) sia il barometro. Sono più preoccupato del motivo per cui, dopo aver visto Exeter Chiefs lo scorso fine settimana, ci sono così tanti giocatori gallesi nella loro squadra, penso a Immanuel Feyi-Waboso, Christ Tshiunza, Dafydd Jenkins, Joe Hawkins, Dan John, Oli Burrows, Iestyn Harris, Kane James, Orson James e Iwan Jenkins. Sono passati tutti attraverso il sistema gallese, con Feyi-Waboso che ovviamente ora ha optato per l’Inghilterra”.

La stoccata di Warburton è soprattutto nei confronti della federazione, colpevole secondo lui di aver avuto scarsa lungimiranza in passato.

“Il sistema in Galles chiaramente non funziona, ma adesso non è una questione di leadership della attuale Welsh Rugby Union. Questo è il risultato di decisioni prese molto tempo fa”, ha scritto.

“Come ho già detto in precedenza, il fatto che le accademie non siano centralizzate ma siano gestite dalle regioni ha influenzato in modo significativo il percorso dei giocatori. Troppi ragazzi frequentano scuole, università e club in Inghilterra, e molti di essi poi giocano per l’Inghilterra a livello giovanile”.

Il legame da ritrovare con una maglia ricca di storia

Sono tanti i giocatori di origine gallese che si uniscono alle accademie della Premiership, ma Sam Warburton insiste sul fatto che ciò non significa che poi giocheranno per il XV della Rosa a livello internazionale.

L’ex capitano è fermamente convinto che durante il periodo giovanile avrebbe scelto solo il Galles, indipendentemente dal fatto che la sua formazione educativa e sportiva avesse un forte apparentamento con l’Inghilterra.

“Ho sentito l’ex mediano d’apertura Jonathan Davies (da non confondere con l’omonimo centro degli Scarlets, classe 1988) dire l’altro giorno che anche se fosse andato a scuola a Millfield in Inghilterra (come hanno fatto Gareth Edwards e JPR Williams), avrebbe comunque voluto giocare per il Galles”, ha concluso.

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