Cosa aspettarsi dall’Italia under 20 alla Junior Rugby World Cup?

Un pacchetto dominante, un reparto arretrato ancora da decifrare e degli avversari forti ma non imbattibili: tutto questo in due settimane di Torneo

Italia under 20 (Ph. Alessio Marini)

Junior Rugby World Cup: cosa aspettarsi dall’Italia under 20? – Nella foto, Dewi Passarella (ph. Alessio Marini)

Dopo 4 anni, torna finalmente la Coppa del Mondo under 20, spazzata via dalla pandemia (e pensare che nel 2020 avrebbe dovuto giocarsi proprio in Italia) e finalmente tornata a raccogliere il meglio di tutto il rugby giovanile del mondo. L’Italia si presenta in Sudafrica forte del miglior Sei Nazioni della sua storia con il primo storico piazzamento sul podio, ottenuto con due vittorie (una in meno dell’anno precedente) e facendo punti in tutte le partite. La Junior Rugby World Cup 2023 inizierà il 24 giugno, l’Italia è inserita nel girone con Argentina, Sudafrica e Georgia, da affrontare in quest’ordine.

Rispetto alle annate pre-pandemia, dove comunque gli Azzurrini si stavano costantemente attestando su un sicuro 8°-9° posto che garantiva una tranquilla permanenza nella massima serie (il torneo prevede la retrocessione dell’ultima classificata, chiedere alla Scozia per maggiori informazioni) ma che – ad oggi – potrebbe addirittura stare un po’ stretto ai ragazzi di Brunello, che possono e devono provare ad ottenere di più.

Leggi anche: Italia U20: i 30 convocati per il World Rugby U20 Championship 2023

Come arriva l’Italia

L’Italia ha dimostrato una superiorità schiacciante in mischia ordinata, forte del tanto di Destiny Aminu e Marcos Gallorini, del carisma del tallonatore e capitano Giovanni Quattrini, e di una prima linea di riserva (fra tutti, il tallonatore Gasperini) capace di mantenere alto livello. Non è un caso che Brunello abbia potuto permettersi anche di usare Aminu come impact-player contro il Galles, facendolo partire dalla panchina: scelta rivelatasi poi vincente. Per il resto, ci sono delle seconde in grado di fare legna in mezzo al campo come Mattioli e Turrisi, e una terza linea dove ci sarà come sempre grande concorrenza. Odiase è il leader e il giocatore più rappresentativo, ma per gli altri due posti ci saranno degli importanti ballottaggi: Berlese e Lavorenti meriterebbero entrambi un’occasione, mentre a numero 8 era partito Rubinato, prima dell’infortunio che ha aperto la strada alle grandi prestazioni di Jacopo Botturi.

Insomma, davanti l’Italia c’è, e ci si aspetta che contro Argentina e Georgia metta nuovamente in chiaro le cose in mischia. I punti interrogativi sono rappresentati però dal reparto arretrato. Già durante il Sei Nazioni, gli Azzurrini non sempre sono riusciti a capitalizzare quanto creato, e i tanti errori – non solo al piede – sono costati almeno un altro successo fra i 3 mancati, che avrebbe reso ancora più storica la campagna 2023.

L’assenza di François Carlo Mey, infortunato e fuori per tutta l’estate, in questo senso è pesantissima. Sarà fondamentale l’apporto di Dewi Passarella, il più “esperto” viste le sue presenze in URC col Benetton, e l’esplosione definitiva di Douglas, il miglior finalizzatore azzurro fino all’infortunio che lo ha messo fuori gioco a metà Sei Nazioni, e la crescita di una mediana che a febbraio e marzo non è riuscita a mostrare pienamente il proprio talento. Le aspettative su Giovanni Sante e Sebastiano Battara sono sempre state alte, e questo può aver inciso sul loro Torneo sotto tono. Attenzione anche a Filippo Bozzoni, jolly fondamentale per Brunello e già messo sotto contratto dalle Zebre.

Le avversarie

È sempre difficile tracciare un bilancio qualitativo delle Nazionali under 20, che cambiano radicalmente in ogni annata. È il caso dell’Argentina, che nel 2023 nessuno ha ancora mai visto giocare, se non in un paio di test non ufficiali contro delle selezioni statunitensi. Certo, i Pumitas sono storicamente una squadra molto ostica, e non ci sono dubbi sul fatto che lo saranno anche quest’anno. A livello di gioco, si tratta però di un’incognita totale, e proprio per questo l’Italia deve pensare soltanto a se stessa e a dare il massimo, consapevole delle proprie qualità.

Sul Sudafrica ci sono molti meno dubbi: sono padroni di casa, fisicamente non temono nulla e nessuno e sono lì per vincere il Mondiale. E poi c’è la Georgia, che ha appena sorpreso il mondo ovale facendo un bruttissimo scherzetto all’Inghilterra nell’ultimo test di preparazione alla Coppa del Mondo under 20. I Lelos vengono in Sudafrica per fare tutt’altro che le vittime sacrificali di un girone durissimo, e il fatto che l’ultima giornata preveda proprio Italia-Georgia aumenta di tensione e pathos l’incontro, che sarà decisivo per le sorti di entrambe le squadre

La formula e gli obiettivi

La formula resta quella dell’era pre-2020, con 3 gironi da 4 squadre e poi 3 tabelloni con semifinali e finali per decidere la classifica completa. Le vincitrici di ogni girone e la migliore seconda giocano le semifinali per il titolo. Le altre due seconde e le due migliori terze concorrono per il 5°-8° posto, mentre la peggiore terza e le ultime di ogni girone giocano le semifinali 9°-12° posto, quelle che mettono a rischio retrocessione. L’ultima classificata, infatti, retrocede nella seconda divisione, come accaduto alla Scozia nel 2019 dopo aver perso una drammatica finale per l’11° posto contro le Fiji.

E l’Italia? La squadra di Brunello deve togliersi subito dall’impaccio del torneo per la retrocessione, vincendo almeno una partita, anche se viste le qualità di questa squadra, si può e si deve pensare a qualcosa di più di una “salvezza tranquilla”, per usare un termine calcistico. L’Italia può andare oltre il suo miglior piazzamento (l’8° posto del 2017 e 2018) e chissà, anche sognare una storia semifinale: battendo almeno Argentina e Georgia si entra automaticamente in lizza per il posto da migliore seconda, che vale l’accesso al torneo finale. In questo senso, la sfida con i Pumitas è già decisiva, e da lì si deciderà quali potranno essere le ambizioni degli Azzurrini.

Francesco Palma

 

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