Lo sport italiano ha perso 1.7 milioni di tesserati. Allarme giovani

Il durissimo impatto con la pandemia si è fatto sentire nel report sui dati di tutte le discipline italiane

CONI: rieletto per la terza volta Giovanni Malagò. PH Sebastiano Pessina

CONI: rieletto per la terza volta Giovanni Malagò. PH Sebastiano Pessina

Come da tradizione durante l’estate è tempo di numeri e report per il mondo dello sport italiano: ieri al Salone d’Onore del CONI è stato presentato il rapporto “I numeri dello sport 2019-20” nel quale si evidenzia una situazione molto delicata relativamente ai tesserati. L’impatto con la pandemia è stato durissimo per tutte le discipline e sono qualcosa come 1.760.000 milioni i tesserati “mancanti” rispetto al report precedente relativamente a tutte le discipline: si è passati dai 14.874.000 del 2019 ai 13.113 del 2020. Lo sport italiano è praticamente tornato ai livelli del 2008, con oltre ai tesserati mancanti anche la denuncia della sparizione di 5.166 associazioni sportive dilettantistiche.

C’è anche una situazione delicata che riguarda i giovani, con il report presentato a Roma che parlava di come i dati relativi alla sedentarietà di bambini e ragazzi siano più alti rispetto a quella degli adulti. Questo secondo le statistiche ISTAT che nel 2021 hanno evidenziato una logica ripresa dell’attività sportiva per gran parte della popolazione.

Il Presidente del CONI Giovanni Malagò commentando i dati ha detto che si sarebbe aspettato una situazione anche peggiore, ma di come i 5 milioni di giovani in meno che praticano sport rispetto a 20 anni fa sia un enorme problema.

Anche il ricco mondo del calcio non se la passa bene, visto che il report pubblicato dalla FIGC ha evidenziato come le perdite nel mondo del pallone siano state elevatissime (2.2 miliardi di euro la perdita aggregata tra il 2019 e il 2021), i debiti siano raddoppiati nell’ultimo decennio e sostanzialmente quasi tutte le società spendono più di quello che guadagnano. Inoltre c’è anche l’importante questione legata all’impiantistica del mondo del calcio, con un sistema stadi che è assolutamente inadatto a competere con le altre principali leghe: tra i professionisti infatti l’età media degli stadi italiani è di 62 anni, valore molto alto che denota come tanti impianti siano tutt’altro che accoglienti per gli appassionati.

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