Sei Nazioni 2022: lezioni da un sabato di spettacolo

I quattro minuti che hanno cambiato il corso di Scozia-Francia e le altre storie della terza giornata

Ben Youngs

Ben Youngs è diventato il giocatore con più presenze di sempre nella storia della nazionale maschile inglese durante la partita di sabato della terza giornata del Sei Nazioni 2022 – ph. Sebastiano Pessina

È stato uno straordinario sabato di rugby quello della terza giornata del Sei Nazioni 2022, il giro di boa che, come succede sempre, ha finalmente sancito due verdetti inappellabili: la Scozia e il Galles sono fuori dalla corsa alla vittoria del Torneo.

Dietro i titoli, le sentenze e i risultati, però, ci sono le storie delle partite e degli uomini che le hanno giocate. Ne abbiamo scelte alcune, particolarmente rimarchevoli.

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I 4 minuti che hanno cambiato Scozia-Francia

Il 36-17 finale in favore degli ospiti potrebbe indurre lo spettatore disattento a pensare che l’affare tra Scozia e Francia che ha aperto la terza giornata del Sei Nazioni 2022 sia stato un dominio incontrastato della squadra transalpini.

Non è così. Sebbene la Francia si sia dimostrata chiaramente la squadra migliore in campo, quattro minuti degli 80 disputati hanno cambiato il corso della partita.

Dopo una partenza spettacolare con due mete meravigliose di Willemse e Moefana, la Francia si è trovata sopra di 12 punti, ma ha subito il ritorno dei padroni di casa con la meta dell’esordiente Rory Darge: 12-10, e momentum della partita decisamente spostato verso la Scozia.

Al 37′ Duhan van der Merwe, non uno dei migliori fin qui per la Scozia nel Torneo, ha finalmente legittimato la propria indiscussa posizione di titolare nel XV del Cardo con un break di 35 metri.

I suoi compagni lo hanno seguito ottimamente e l’ala ha potuto scaricare il pallone a Chris Harris dopo aver assorbito Penaud e Jaminet. Il centro di Gloucester e dei British & Irish Lions ha fatto una scelta rischiosa, cercando il passaggio più difficile, lungo per Hogg, per tagliare fuori la copertura di Ntamack, invece di giocare con i compagni vicini. Il pallone del sorpasso ha spento la sua parabola sui polpastrelli del capitano scozzese, finendo in-avanti e vanificando l’azione offensiva.

Sulla mischia successiva, Atonio ha spremuto un calcio di punizione contro Pierre Schoeman. La Francia ha così potuto riguadagnare possesso e territorio, andando a giocare a metà campo. Sulla rimessa laterale conseguente, nuovo calcio di punizione contro la Scozia: il tempo è rosso, sono passati poco meno di 4 minuti e il pallone è per la Francia sui 22 metri avversari.

Sulle conseguenze della rimessa, Moefana conquista campo soll’out di sinistra, si cambia senso e Fickou può sfidare tutti gli uomini lenti provenienti dalla touche, passare attraverso Ali Price e schiacciare alla bandierina per una meta che manda tutti gli youtubers ovali ad aggiungere un pezzo al loro Gael Fickou tribute video.

Francia di nuovo oltre il break a +9, grazie anche a una trasformazione maestosa di Melvyn Jaminet dall’angolo. Tutta da risalire la china scalata fino a quel momento: ancora una volta la Scozia non può far altro che mangiarsi le mani sui propri errori.

Ben Youngs da record

Al minuto 60 della gara tra Inghilterra e Galles il Twickenham Stadium ruggisce in un boato di acclamazione: un tributo meritato per Benjamin Ryder Youngs, nato ad Aylsham, nel Norfolk, 32 anni fa e arrivato ad accumulare 115 presenze con la nazionale inglese. Mai nessun uomo come lui, il precedente record di Jason Leonard è superato.

Ben Youngs ha rappresentato lo standard per il mediano di mischia inglese negli ultimi 12 anni. Ha esordito il 13 marzo 2010, entrando come ala in una situazione di emergenza per infortuni contro la Scozia nel Sei Nazioni. Ha segnato 20 mete a livello internazionale, ha vinto due volte la Premiership in una carriera giocata interamente ai Leicester Tigers, ha giocato con i British & Irish Lions nel 2013 in Australia e avrebbe potuto partecipare a 3 tour, se non avesse rifiutato la chiamata per la Nuova Zelanda e per il Sudafrica per dare priorità alla famiglia.

Centro di gravità della sua vita, Youngs ha tenuto a ringraziare proprio i suoi familiari come primo pensiero dopo la sua storica apparizione nella vittoria dell’Inghilterra sabato pomeriggio: “Il traguardo di oggi è tanto della mia famiglia quanto mio. È loro di riflesso perché senza il supporto che mi danno non avrei mai potuto raggiungerlo. Ho l’affetto e il rispetto dei miei compagni e di coloro che hanno importanza per me e non potrei volere altro di più dalla vita” ha affermato.

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La strana coppia del Galles indomito

Wayne Pivac non si era bevuto il cervello dopotutto, quando ha deciso di mettere in campo Taulupe Faletau e Alex Cuthbert nella terza giornata del Sei Nazioni 2022. I due sono stati tra i migliori di un Galles sicuramente imperfetto, ma indomito, che è riuscito a segnare comunque tre mete a Twickenham, capitolando 23-19 non senza qualche recriminazione sulla direzione arbitrale.

Il numero 8 aveva giocato appena 80 minuti di rugby con il Bath lo scorso fine settimana dopo aver passato gli ultimi 7 mesi a guarire un fastidioso infortunio alla caviglia. La sua prestazione è stata clamorosa: miglior portatore (14 cariche al pari di Rowlands e proprio di Cuthbert) e miglior placcatore (17) della squadra. A 31 anni e con tutti i chilometri percorsi in più di 12000 minuti di rugby giocato in carriera, il numero 8 si conferma un giocatore di livello stratosferico, di cui saranno pieni gli almanacchi del futuro quando smetterà di giocare. Godiamocelo finché c’è.

Cuthbert è invece un giocatore spesso sottovalutato. Negli occhi di molti tifosi sono rimasti alcuni suoi errori con la maglia della nazionale, i limiti denunciati quando Elliot Daly lo bruciò in velocità nell’azione decisiva di un Galles-Inghilterra di qualche anno fa.

Dopo un periodo di esilio volontario ad Exeter, quest’anno è rientrato agli Ospreys. È in ottime condizioni atletiche, e lo ha dimostrato con una prestazione eccellente a Twickenham, dove sin dal primo minuto è stato una minaccia costante per la difesa avversaria. Una performance dove ha rotto ben 6 placcaggi nel corso della partita e riscosso gli applausi anche dei tifosi gallesi più scettici.

La classe 1990 dei Dragoni ha ancora qualcosa da dire.

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L’esordio di Rory Darge

Non è un vero e proprio esordio, visto che il flanker di Glasgow era entrato in campo dalla panchina nella sconfitta della Scozia contro il Galles di due settimane fa, ma la prima presenza dal primo minuto di Rory Darge con la maglia numero 7 del Cardo è stata vicina al leggendario.

Con l’improbo compito di non far rimpiangere la contemporanea assenza di Jamie Ritchie e Hamish Watson (che mancassero entrambi era successo solo due volte negli ultimi 5 anni), Darge si è caricato sulle spalle il doppio compito di ball carrier e rubapalloni. Alla fine degli 80 minuti i numeri dicono 14 cariche palla in mano per 76 metri e 3 palloni rubati nel punto d’incontro. Metteteci anche 8 placcaggi e una meta e avete il vostro migliore in campo, almeno fra gli sconfitti.

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