L’avventura pazzesca di Marty Banks in Russia, tra mafia e AK-47

L’ex mediano di Treviso ha raccontato dei suoi cinque mesi in Siberia, e di quando ha rischiato la vita con un borsone pieno di soldi

Marty Banks in maglia Benetton (ph. Ettore Griffoni)

Marty Banks in maglia Benetton (ph. Ettore Griffoni)

È semplicemente pazzesco quello che Marty Banks ha di recente raccontato riguardo i suoi cinque mesi trascorsi in Russia nel 2011. L’ex mediano di apertura (tra le altre) del Benetton Treviso ha giocato per un breve periodo nel Krasny Yar, una delle due squadre più forti del campionato assieme allo Enisey-STM, formazione che al pari della sua gioca a Krasnoyarsk. Parlando al programma “After the whistle”, il 30enne neozelandese ha ripercorso quel periodo definito come “I cinque mesi più folli della mia vita”. Allora 20enne, Banks ha accettato l’offerta del team russo e si è trovato in squadra con un altro neozelandese, Tom Fleming, e già durante il viaggio per arrivare in Siberia le cose non sono andate come previste. Banks infatti si aspettava di trovare freddo ovunque, mentre al suo arrivo a Mosca c’erano circa 40 gradi.

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Ci sono volute poi due settimane di viaggio e scali vari per arrivare a Krasnoyarsk, definita anche la capitale della moda russa. Ben presto ha scoperto di come le cose non andassero proprio in maniera ordinaria: “Di solito le squadre vengono portate insieme a fare dei raduni, o dei lavori per la comunità. Noi no, in gruppo ci siamo ritrovati a sparare con degli AK-47 in un fiume, circondati da pelle di orso e campi di marijuana”. Questo era però solo uno degli aspetti al limite dell’assurdo di quell’esperienza, perché il neozelandese non ci mise molto a capire di come la società fosse collusa con la mafia locale: “Ci era stato detto che i nostri stipendi venivano pagati bruciando legna da ardere. Non ci vuole un genio per capire che basti questo per tenere a galla l’attività, bastava leggere tra le righe. Infatti diversi uomini “sospetti” erano nei palchi d’onore durante le nostre partite e in certe situazioni”. Uno dei suoi compagni, del quale però Banks non ha rivelato l’identità, si era già fatto sei mesi di prigione, e successivamente si sarebbe unito alla malavita locale, giusto per capire l’andazzo. L’episodio più incredibile gli è accaduto poco prima di lasciare la Russia per tornare in Nuova Zelanda: “Mi hanno dato una borsa sportiva con dentro quasi 17.000 € (l’equivalente di 30.000 dollari neozelandesi) e sono salito su un taxi diretto alla banca per versarli. Solo il mio traduttore parlava inglese, e ho temuto di morire pensando al fatto che potevano rubarmi la borsa con dentro i soldi lasciandomi ovunque in giro per le strade”. Come in un film di gangster, sempre per usare le parole di Banks.

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