Grandi gesti ovali: una pacca sulla spalla, mille significati

Jonny Wilkinson, Owen Farrell: l’anziano e il giovane rampante, il maestro e l’apprendista, passato e futuro. Tutto in un secondo

Wilkinson

ph. GEOFF CADDICK / AFP

I requisiti fisici, la logistica, gli stipendi sempre più elevati. L’iperprofessionalizzazione del rugby ci porta spesso a parlarne lasciando da parte il lato più umano e sportivo, nel senso di ricco di sportività. Senza scadere nella retorica stantia dei valori e dello spirito del gioco, allora, prendiamoci un attimo per raccontarci i momenti più densi di significato assoluto: benvenuti a Grandi Gesti.

Se avete degli episodi da segnalarci, siano essi avvenuti in campo o fuori, scriveteceli nei commenti in calce alla notizia: ne parleremo nelle prossime puntate di questa nuova rubrica.

Le altre puntate di “Grandi gesti ovali”: Quella volta che gli All Blacks vennero battuti dal Portogallo

Duemilatredici.

Ci sono due giocatori. Uno si chiama Owen Farrell, ha 22 anni e un casco di capelli biondi alla moda che lo fanno somigliare a un pezzo del Playmobil. Nonostante il meglio della sua carriera debba ancora venire, il figlio di Andy si è già impadronito della maglia numero 10 dei Saracens, ma non solo. Nell’Inghilterra reduce dal mondiale del 2011, Farrell è diventato una prima scelta anche in nazionale, giocando da titolare i Sei Nazioni del 2012 e del 2013. E’ decisamente il presente e il futuro dell’Inghilterra. L’altro è Jonathan Peter Wilkinson, forse il giocatore più famoso del paese, quello che con il suo drop nella finale della Rugby World Cup 2003 ha regalato ad Albione il suo unico successo mondiale. Ha 34 anni, si è ritirato dal rugby internazionale nel 2011 e a Tolone sta vivendo quello che gli argentini chiamano il broche de oro, l’ultima, gloriosa fiamma della candela a finale coronazione di una carriera magnifica.

Il Tolone di quegli anni è la squadra più forte d’Europa: lo testimoniano le tre Champions conquistate consecutivamente nel 2013, 2014 e 2015. In quella stagione, però, il club francese è una delle tante squadre ambiziose che cercano la vittoria del trofeo più prestigioso. Una collezione di talenti di primissima categoria, arrivata a suon di euro sonanti in Costa Azzurra. In semifinale affrontano i Saracens, che è un’altra di quelle squadre notoriamente attrezzate per conquistare il massimo risultato.

Da una parte, il presente e il futuro. I Saracens, un club ambizioso, pieno di talento fatto in casa, incarnati dal loro giocatore-simbolo, quel Farrell colmo di spirito competitivo e classe da vendere. Dall’altra un gruppo di giocatori sul viale del tramonto, con l’impellente necessità di vincere subito: Carl Hayman, Andrew Sheridan, Bakkies Botha, Chris Masoe, Matt Giteau e lui, Jonny Wilkinson, che sta giocando una stagione di folle perfezione nonostante l’età.

Quella folle perfezione che gli ha permesso di segnare 21 punti ai Leicester Tigers, tutti quelli che bastano per battere le tigri di Welford Road allo Stade Mayol nei quarti di finale. Sei punizioni su sei tentativi e un drop a un minuto dal termine avevano steso gli avversari, ma contro i Saracens ci sarebbe voluto qualcosa di più.

A proposito di grandi numeri 10, leggi anche: Monumenti: Barry John

Eccovi serviti: 7/7 dalla piazzola e quel drop a otto minuti dal termine. Al 72′ la partita è indirizzata ma ancora aperta: i Saracens, davanti al pubblico di Twickenham, sono sotto di 6 lunghezze, devono recuperare il pallone e giocarsi le ultime chance, senza permettere che l’azione offensiva in corso porti qualcosa a Tolone. Quando l’azione comincia a spostarsi verso il centro, Owen Farrell capisce immediatamente che sta succedendo e scatta fuori dai blocchi non appena Sebastien Tillous-Bordes estrae il pallone dal punto d’incontro.

Wilkinson, che non è rimasto perfettamente nascosto, deve affrettare il movimento per eseguire il suo gesto preferito. Fa un passo verso il pallone, decisivo per uscire dal frontale di Farrell quel tanto che basta per sparare l’ovale verso i pali, mentre il futuro dell’Inghilterra gli piove nel costato.

Il pallone vola in mezzo ai pali. Farrell si gira per conoscere il proprio destino. E’ fuori, eliminato dalla Champions Cup. Abbassa il capo. E in quella pacca di Wilkinson c’è tutto il mondo: coraggio, ragazzo, andrà meglio la prossima volta. Per oggi, il presente sono ancora io.

Lorenzo Calamai

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