Leggende ovali: Shane Williams, il rapporto con Paul O’Connell e il valore di Brian O’Driscoll

L’ex ala gallese svela retroscena del tour dei Lions 2009 e non solo

AFP PHOTO / PHILIPPE LOPEZ (Photo by PHILIPPE LOPEZ / AFP)

Una leggenda che ne descrive altre due. E’ il caso di Shane Williams, ex ala gallese, che al podcast “Changing Room” ha raccontato i suoi trascorsi con Paul O’Connell e Brian O’Driscoll: monumenti universali in primis dell’Irlanda ovale poi di tutto il mondo rugbystico.

Su Paul O’Connell
“Nel tour dei Lions del 2009 mi dissero che avrei dovuto condividere con lui, che era il capitano, la camera d’albergo – ammette –  e questo mi preoccupava. Paul mi ha sempre “pietrificato”: ero terrorizzato da lui, dal suo aspetto e dalle sue dimensioni, ogni volta che ci siamo battuti sul campo pensavo volesse mangiarmi.
Visti i nostri trascorsi internazionali, dove ha volte mi è capitato di stuzzicarlo, provocarlo o prenderlo in giro, ho pensato che qualche volta (lui come altri) volesse mettermi le mani addosso e invece non fu così: conobbi una delle persone più educate e carine che abbia mai incontrato”.

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“Durante l’esperienza vissuta in Sudafrica (risoltasi con la vittoria nella serie degli Springboks) giocammo spesso a golf e posso dire di aver trovato una persona totalmente diversa da quella che poi si vedeva sul campo. Era un vincente nato: nelle partite faceva tutto il possibile per arrivare al risultato, da vero leader, ma fuori era un gentiluomo. Questa è la bellezza delle esperienze coi Lions: puoi trascorrere del tempo con giocatori con i quali normalmente sul rettangolo di gioco non vorresti passarci vicino neanche cinque secondi”.

Su Brian O’Driscoll
“E’ stato senza dubbio uno dei più bravi giocatori con cui ho giocato. La sua conoscenza del gioco, lo pone fra i migliori di tutti i tempi.
Nella mia carriera mi sono scontrato anche con McCaw e Carter, ma O’Driscoll ho avuto la fortuna di vederlo contro di me più volte: è uno che legge il rugby da entrambe le prospettive, sia quella della sua squadra sia quella dei rivali. Il suo stile di gioco era totale. Ora fa il talent ed è normale che sia apprezzato per come capisce le cose”.

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