Francia-Scozia del 5 Nazioni 1995: la maledizione di Parigi

Townsend e il “Toonie Flip”, Hastings e i suoi calci, le volate di Saint-Andre. Ingredienti di una sfida storica

Gregor Townsend

Gregor Townsend – AFP

A suo modo il Cinque Nazioni del 1995 ha rappresentato un passaggio storico nel mondo di ovalia: è stato infatti l’ultimo nel quale i giocatori avevano lo status di dilettanti, visto che il 26 agosto dello stesso anno l’IRB aprì ufficialmente le porte del professionismo. Il suo svolgimento poi è stato quantomeno particolare, se contiamo che il Galles, vincitore del Torneo nel 1994, terminerà a quota 0 incassando il cucchiaio di legno e il whitewash. Le grandi protagoniste furono l’Inghilterra e la Scozia, che al pari di quanto successo nel 1990, vinsero le loro prime tre partite poi poi trovarsi di fronte all’ultima giornata e decidere chi si sarebbe preso tutto. A differenza di cinque anni prima, quando in un Murrayfield a dir poco infuocato a vincere furono gli scozzesi, questa volta saranno i bianchi ad avere la meglio, in un 24-12 tutto griffato Rob Andrew, autore di 7 piazzati e un drop che sono valsi il Grande Slam. Soffermandosi però sulla Scozia, si scopre come quell’anno il XV del cardo riuscì ad interrompere una vera e propria maledizione, scrivendo una pagina importante della sua storia. Alla terza giornata, il 18 febbraio, Hastings e compagni andarono a vincere a Parigi, chiudendo 26 anni senza successi in terra francese. Un’astinenza lunghissima che fu interrotta dopo una gara magnifica che andiamo a ricordare per rendere onore a una Scozia che, soprattutto negli anni ‘90, scrisse pagine importantissime della sua ultracentenaria storia ovale.

Quel pomeriggio al Parco dei Principi i padroni di casa si presentavano al via con una squadra ricca di stelle: Sella, Lacroix, Saint-Andre tra i trequarti, Benazzi, Cabannes e Benetton a fare disastri nel reparto degli avanti. La stampa dell’epoca non dava assolutamente speranze agli scozzesi, anche se l’allenatore dei Blues Berbizier provò a calmare le acque prima del via ricordando come nel 5 Nazioni non ci fossero gare veramente facili. Va detto però che gli ospiti hanno messo in campo una formazione estremamente giovane, con tre esordienti in mischia (Hilton, Campbell e Peters) e due giovanissimi come Logan e Townsend alle prime esperienze internazionali. Una squadra in piena ricostruzione, dopo il Grande Slam del 1990, e che l’anno precedente era riuscita solamente a pareggiare una partita, dunque pareva impossibile interrompere la striscia di sconfitte che a Parigi durava dal 1969, quando una meta di Telfer griffò il 3-6 finale.

In apertura di gara una spettacolare meta di Saint-Andre su un calcio a seguire, un calcio e un drop sbagliato dagli scozzesi, oltre a quale spruzzata di french flair facevano intendere che l’epilogo sarebbe stato il medesimo delle ultime occasioni. Invece l’economia della partita cambiò, con gli ospiti capaci di ribaltare l’iniziale 5-0 grazie a due piazzati di Hastings (uno dei quali da oltre metà campo) e alla prima meta con la Nazionale di Gregor Townsend, che al termine di un’azione quantomeno confusionaria riuscì a volare in mezzo ai pali. 5-13 alla pausa, con una Francia che è stata praticamente impotente nella seconda metà di prima frazione, mentre Redpath e compagni prendevano sempre più fiducia. Un drop e un piazzato sbagliati da Hastings e Lacroix lasciavano il parziale immutato nei primi istanti della ripresa, ma col passare dei minuti i blues hanno preso sempre più possesso della gara. Agli scozzesi non restava da fare che una cosa: placcare. Lo fecero alla grande, va detto, concedendo solo un piazzato di Lacroix e un drop di Deylaud, ma evitando di incassare passivi troppo pesanti, e riuscendo anzi a riproporsi in avanti trovando con Hastings il piazzato dell’11-16 a 20 minuti dalla fine. A furia di provarci però i francesi sfondano, e lo fanno per due volte in bandierina: a destra con Sadourny e a sinistra ancora con Saint-Andre, ribaltando il match sul 21-16. Entrambe le marcature però non sono state trasformate da Lacroix, che complessivamente quel giorno lascerà 12 punti al piede, un dato fondamentale visto l’equilibrio della gara. Sembrava concretizzarsi l’ennesima sconfitta parigina per la Scozia, ma a pochissimi giri di lancette dal termine Gregor Townsend si inventò una magia che passerà alla storia col nome di “Toonie Flip”: azione che parte dalla linea dei 10 metri transalpini, Redpath apre per Chalmers che lancia Townsend. L’allora 22enne secondo centro si incunea tra i trequarti avversari, viene inevitabilmente placcato ma mentre sta per cadere scarica un offload rovesciato per l’accorrente Hastings. L’estremo e capitano, lanciato a tutta velocità, sgomma verso la linea di meta schiacciando in mezzo ai pali, e con la facile trasformazione seguente voilà Francia 21 Scozia 23. Una meta liberatoria per Hastings, che era a secco di marcature pesanti addirittura dal Mondiale 1991, ma che quel giorno firmò la ciliegina su una torta dolcissima per il suo paese. Nei pochi secondi che mancavano alla fine gli ospiti fecero una fierissima ostruzione, e sotto gli occhi della Principessa Anna poterono festeggiare un successo storico. La maledizione di Parigi non c’era più, grazie anche al “Toonie Flip” e a una gara da veri highlanders. Ecco gli highlights completi della partita:

Qui invece il “focus” sul passaggio decisivo di Gregor Townsend:

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