Monumenti: Thierry Dusautoir, i muscoli del capitano

Ripercorriamo la carriera del totem transalpino ricordando anche le sue migliori azioni sul campo da gioco

ph. Sebastiano Pessina

“Piacere sono Thierry e risolvo problemi”, parafrasando questa citazione di Pulp Fiction si può presentare Thierry Dusautoir: una delle terze linee che ha certamente lasciato un segno indelebile nella storia del rugby.

Nato in Costa D’Avorio ad Abidjan, il ragazzo classe 1981 si trasferisce in Francia molto presto per iniziare a giocare a rugby: prima Bordeaux, poi Colomiers, due squadre nelle quali il flanker si mette in mostra fra placcaggi – tanti e col timing giusto – e gioco alla mano e con le quali si fa notare dal Biarritz che lo mette sotto contratto per le stagioni 2004-2005 e 2005-2006, nelle quali arrivano altrettante vittorie nel Top14.

La missione è compiuta, ma all’orizzonte c’è una nuova doppia sfida che “profuma di casa” in entrambi i casi: la maglia dei Bleus e quella di Tolosa. Diventano come una pelle da intercambiare.

La carriera internazionale e quella di club si mischiano in un tutt’uno inscindibile. Da protagonista assoluto vince altri tre scudetti in terra transalpina (2008-2011-2012) e una Champions Cup (2010), mentre incanta anche con i “Galletti” dei quali si è preso i gradi da capitano nel novembre 2008: li guiderà per 51 volte, nel computo complessivo dei suoi 80 caps.

Leggi anche: Speciale Rugby World Cup: 10 domande a Thierry Dusautoir

Vincerà il Sei Nazioni nel 2010 – col Grand Slam – e il Rugby Player of the Year 2011, ma è la Coppa del Mondo a sfuggirli, in una serie di incroci con la Nuova Zelanda nel percorso iridato.

Nel 2007 riesce coi suoi compagni a battere i “Tuttineri” sfoderando una partita da 38 placcaggi che gli varrà il nome di The Dark Destroyer, salvo poi sbattere contro un’Inghilterra più forte.
Nel 2011 invece i Bleus arrivano in finale, proprio contro gli All Blacks, perdendo di un solo punto per 8-7; con lui che fra l’altro realizzerà la meta dei francesi.
Nel 2015, infine l’eliminazione più brutale: i quarti di finale di un torneo iridato si giocano ancora a Cardiff. Sulla strada ancora loro, i futuri bicampioni del mondo. Finisce 62-13, Dusautoir lascia la carriera internazionale: a salutarlo per l’ultima volta c’è Richie McCaw, suo grande rivale in tanti anni di battaglie, che lo abbraccia con lealtà e affetto.

C’è ancora un biennio da vivere col Tolosa da vivere, poi il ritiro definitivo nel 2017 e l’omaggio infinito di tutto il mondo del rugby. Merci Thierry


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