Slow Motion #60: Gli Orsi ballerini di Pat Lam

La meta della settimana arriva dalla Premiership: Charles Piutau finalizza una bellissima azione corale dei Bristol Bears

ph. Reuters

Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.

Charles Piutau ha firmato nel 2017 un contratto con i Bristol Bears per guadagnare un milione di sterline a stagione, il contratto più oneroso mai firmato nel mondo della palla ovale. E’ stata solo una delle dispendiose mosse del club, promosso alla fine della stagione 2017/2018 in Premiership, per costruire una squadra capace di mantenere una posizione di valore all’interno del massimo campionato inglese.

Dopo una prima stagione sorprendente, con una salvezza mai troppo in discussione, oggi i Bears sono secondi dopo le cinque giornate di apertura del torneo, due punti dietro la capolista Northamtpon. Non solo, giocano anche un rugby di movimento, aperto, bello e insieme efficace, e spendere milioni di euro di ingaggio per i giocatori più rilevanti sembra ripagare la squadra sia dal punto di vista dei risultati che dell’entusiasmo.

Nonostante la gara contro i London Irish in casa non sia andata come sperato, e abbia portato solo un pareggio, l’Ashton Gate Stadium ha comunque ruggito di gioia in più di un’occasione, in particolar modo quando, in apertura di secondo tempo, i Bears si sono portati al comando della gara con una meta sensazionale dalla propria metà campo.

Lo spezzone video della meta di Piutau inizia dalle conseguenze di un drive da touche, giocata poco fuori dai 22 metri difensivi dei Bears. Il tallonatore Thacker è ripartito ed è stato placcato, ma la combinazione decisa dalla linea dei trequarti è ancora pronta ad innescarsi.

Mentre la palla viaggia con un lungo passaggio dalla base del ruck alle mani del primo centro Siale Piutau, fratello dell’ex All Black apprezzato al mondiale con la maglia di Tonga, ci sono due giocatori che corrono una strana linea orizzontale rispetto al senso di gioco, risultando per il momento inoffensivi, improbabili come minacce per la difesa.

La trappola per la difesa scatta quando il pallone passa dalle mani di Nathan Hughes, il possente numero 8 posizionato in mezzo al campo come specchietto per le allodole. La difesa infatti sale aggressiva per impedire la penetrazione al giocatore ex Wasps, ma il terza centro scarica all’interno proprio su Callum Sheedy, che arriva dall’interno con quella strana corsa orizzontale.

Il loop di Sheedy funziona splendidamente e la difesa è aggirata con il passaggio dietro la schiena del compagno, ulteriore finto penetrante, per Luke Morahan. I tre trequarti esterni della squadra combinano bene al largo, portando la palla all’esterno per l’ala Fricker, che rigioca all’interno un po’ alla cieca, in maniera imprecisa per il proprio numero 9 che corre una linea di sostegno appena troppo piatta. Il pallone finisce all’indietro, ma il  numero 13 Piers O’Conor è bravo a toglierlo dal prato e a restituirlo ancora a Charles Piutau, incredibilmente di nuovo in piedi dopo l’impatto subito nel due contro uno precedente. Le gambe dell’estremo lo portano quindi a segnare sotto i pali, mentre Ashton Gate festeggia giubilante.

Anche se la segnatura non è pulitissima in tutto il suo svolgimento, si tratta di una trappola preparata a tavolino da Pat Lam per aggirare la linea difensiva arretrata con due giocatori che sembrano del tutto innocui ad un primo sguardo, ed invece entrano in ballo in maniera decisiva per rendere efficace la giocata. Tutti gli interpreti la eseguono alla perfezione, poi un pizzico di fortuna aiuta proverbialmente gli audaci orsi ballerini.

Lorenzo Calamai

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